La musica incontra il cuore in “La tua anima somiglia alla mia”, il nuovo dipinto tra le note di Valentina Volpentesta

Ci sono voci capaci di far vibrare all’unisono tutte le corde dell’anima sin dal primo ascolto, voci dotate di un magnetismo tale da sfuggire al concetto di trend per sovvertirlo, farlo proprio e renderlo al servizio del cuore, voci che avvolgono i sensi in un abbraccio senza tempo, a mezz’aria tra la delicatezza di un’amorevole carezza sulla fronte e la potenza di un bacio passionale, un porto sicuro in cui rifugiarsi ogni qualvolta ci si senta soli, incompresi, delusi dal mondo e da se stessi.

Una di queste, è senza dubbio quella di Valentina Volpentesta, cantautrice calabrese classe 1983 che dopo aver incantato pubblico e critica con “Forse non è andato tutto perso” e “L’amore nessuno te lo può insegnare”, torna ad affascinare in “La tua anima somiglia alla mia” (PaKo Music Records/Believe Digital), il suo nuovo suggestivo dipinto di note ed emozioni.

Con l’intimismo e la raffinatezza che permeano la sua penna e la contraddistinguono fin dalla prima release, Valentina dà vita ed espressione ad uno spaccato di intensa bellezza, una preghiera d’amore purissimo che attinge alla capacità di amare e farsi amare per restituire i colori al mondo, una dedica a chi, con la propria presenza costante, i propri sorrisi e tutti quegli apparentemente piccoli ma importantissimi gesti quotidiani, ci salva dalle ombre che albergano in noi, da quei taciti ma assordanti pensieri che di tanto in tanto affollano la nostra mente e come una discesa verso gli inferi, ci conducono all’autosabotaggio, per farci sentire sbagliati, inadatti, immeritevoli di attenzioni, cure e protezioni, immeritevoli di essere amati.

In quel «sento che la nostra anima ha lo stesso colore», l’artista racchiude non soltanto la sua straordinaria abilità immaginifica, ma anche l’inizio e la fine di un viaggio in grado di diramarsi per tutte le cromie del sentimento, con la consapevolezza di una nuova e meravigliosa scoperta, quella di poterlo condividere con chi si porta dentro un arcobaleno le cui tinte e chiaroscuri equivalgono ai propri.

 

E così, quella «voglia di stare male e di rovinare un equilibrio irrazionale di emozioni corteggiate», si dissipa in una cascata rigogliosa e limpidissima, ove liriche di ineccepibile eleganza rappresentano gli ipnotici sussurri di un cuore che ha deciso di esondare dagli argini delle insicurezze per liberarsi dal dolore ed aprirsi, finalmente, ad un mondo capace di regalare emozioni, «brividi che hanno reso liberi quei sentimenti più fragili», un microcosmo che ci ricorda che siamo tutti «un cuore legato all’anima».

«Questa canzone – dichiara Valentina – è la prova che i momenti più difficili possono diventare i più costruttivi, creativi e genuini. Dico questo perché è nata nel terribile periodo della pandemia: mi son seduta al piano ed è venuta fuori, rapidamente, con naturalezza. La considero un’orazione, un canto d’amore, ed è un ringraziamento a chi mi ha teso la mano e mi ha salvata, restituendomi la capacità di vedere tutti i colori che mi circondano. Il messaggio che voglio comunicare è proprio questo, che è bello ringraziare chi ci regala il proprio tempo, ed invito anche voi a farlo! Ringraziate chi abbellisce la vostra vita, chi riesce a tirar fuori il meglio da voi stessi, chi vi stima e mette al primo posto la vostra felicità, regalandovi il sorriso. Ringraziate chi vi rispetta. Ringraziate, ringraziate!»

Dotata di una padronanza vocale degna delle più grandi interpreti della Canzone Italiana e di una timbrica unica, istantaneamente riconoscibile, Valentina Volpentesta è un graffio d’amore in una società anestetizzata ai sentimenti, un tocco soave e sensuale che sfiora le orecchie per giungere dritto al cuore, «come un cannone» di sensazioni rasserenanti che echeggiano, ci pervadono e ci consentono di non sentirci più soli nella nostra ricerca di quella persona a cui poter dire, con un filo di fiato, “La tua anima somiglia alla mia”.

Press Office: Music & Media Press.

Articolo precedenteForza Napoli con Erminio Sinni
Articolo successivoDue compagne di banco si ritrovano dopo decenni grazie alla trasmissione Le Lunatiche