Klimt a Palazzo Braschi di Roma: la mostra che esalta “la scelta rivoluzionaria dell’artista austriaco” ha superato gli 80mila visitatori

A curare l’illuminazione delle opere nella mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi di Roma è Francesco Murano, oggi tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia

Grandissimo successo di pubblico per la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia che, dalla sua apertura lo scorso 27 ottobre, ha visto un’affluenza totale di oltre 80mila visitatori amanti del grande pittore austriaco che con le sue opere ha scritto una delle pagine più significative del Novecento europeo. La mostra ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, ne sottolinea il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e – per la prima volta – indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi.

LE OPERE IN MOSTRA – Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana, e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz. La mostra propone al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I, Signora in bianco, Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18). Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.

Klimt. La Secessione e l’Italia è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.

KLIMT E LA SUA SCELTA “RIVOLUZIONARIA” – A curare l’illuminazione delle opere in mostra è Francesco Murano, tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia. È la seconda volta che Murano illumina le opere dell’artista austriaco, con la prima a Milano in una grande mostra a lui dedicata a Palazzo Reale.

Anche allora ciò che mi ha impressionato di più è stata la bravura tecnica del Klimt antecedente la Secessione Viennese – dichiara Francesco Murano – Un’abilità immensa che mi ha fatto capire come la scelta “decorativa” del 1997 sia andata maturando in un artista che ha voluto rimettere in gioco il vertice figurativo al quale era arrivato. Una scelta davvero “eroica”, “rivoluzionaria” per l’intera storia dell’arte, e che ha precedenti solo in altri sommi artisti, come nell’ultimo Rembrant, la cui conversione non ebbe però la stessa fortuna”.

COME ILLUMINARE GLI ORI DI KLIMT – Illuminare Klimt, specie quello successivo alla Secessione vuol dire fare i conti con l’oro che brilla nei quadri e in questo caso anche nelle dorature dell’allestimento ideato da BC Progetti. “E’ essenzialmente un problema di equilibrio tra il soggetto e la decorazione che lo circonda, entrambi protagonisti dell’opera di Klimt – spiega Murano – Anche in questo caso sono stati utilizzati dei sagomatori, speciali apparecchi capaci di circoscrivere la luce sull’opera, ma sono stati sempre sfocati o sfumati con filtri diffusori per fare in modo che la luce sembrasse emanare dall’opera stessa”.

L’architetto delle luci, dopo aver illuminato anche Monet a Palazzo Reale a Milano, Boldini a Palazzo Albergati a Bologna, Mondrian al Mudec di Milano, Wonder Woman Palazzo Morando e TvBoy sempre al Mudec, è attualmente impegnato in nuovi allestimenti. “Sto illuminando alla Pinacoteca di Como una grande opera di Paolo Pagani, un grande pittore della metà del Seicento conosciuto più all’estero che in Italia. Poi ho in programma Monet a Genova, Chagall a Milano, tutta una serie continua di impegni che dovrebbe culminare con l’illuminazione di Rembrant a Riyad”.

BIOGRAFIA DI FRANCESCO MURANO – Francesco Murano è docente della Scuola di Design, nonché membro del laboratorio “Luce e colore” del Politecnico di Milano. Architetto, ha conseguito un master presso la Domus Academy. Poi un dottorato di ricerca in disegno industriale con una tesi di laurea dal titolo “Le figure della Luce”. Ha svolto ricerche accademiche, scientifiche, programmi e attività di progettazione per importanti industrie italiane ed estere. Concentrandosi sulla progettazione illuminotecnica e illuminando molte delle più importanti mostre d’arte in Italia e all’estero.

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