Ivan Francesco Ballerini: di fronte al mare, di fronte alla vita

In qualche modo spiazza e stupisce sempre trovare dischi così pregiati dentro le fila di noti palcoscenici generalisti come il Tour Music Fest. E a prescindere dal risultato finale, arrivare all’olimpo di scelte che abbracciano molto della musica attuale, significa dare una rivincita e linfa alla vita delle parole scelte e ricamate da un cantautore artigiano.

E qui tra le mani giro e rigiro questo disco “antico” nelle sue estetiche, sia fisiche (in questo Jewel Box e con una bel disegno a matita a campeggiare sulla copertina) sia sonore con melodie che ricamano la vita tra grazie e dolcezza, senza scossoni ma, se vogliamo, con contemplazione.

“Racconti di Mare. La via delle spezie” pubblicato dalla Long Digital Playing Srls, è un disco di canzone d’autore, un racconto d’amore, una fotografia di mare e di vita… e che poesia dentro quest’ultimo video dove l’uomo si confronta con se stesso alla ricerca di “Una manciata di parole”. Ci avviciniamo con la curiosità di sempre…

Il mare. Quanto devi al mare per questo disco? Ma soprattutto… perché?
Il progetto è nato nella mia mente appena letta la vita di Vasco da Gama. Ho subito pensato che avrei scritto un album vincolando al mare ogni singolo brano… e così è stato.
Perché il mare? Perché sono nato in Maremma, il mare dalla terrazza di casa mia sembra poterlo toccare con le dita, il mare, a cui sono legati i più bei ricordi della mia gioventù.

Torna la storia e alcuni dei personaggi più interessanti e non sempre ricordati a dovere. Il mare torna protagonista anche per loro?
Li hai scelti anche per questo? Come ci arrivi insomma… Ci arrivo solitamente in seguito a letture, letture che fanno volare la mia fantasia… Sembra quasi che questi personaggi del passato, come è già successo con Cavallo Pazzo, mi esortino, mi spronino, a scrivere ancora una volta di loro, a rimembrare ancora le loro gesta. Credo anche che parlare di personaggi del passato sia anche un modo per ricordare avvenimenti storici fondamentali per il genere umano, come lo sono state le grandi scoperte geografiche compiute da Vasco da Gama e Pêro da Covilhã.
Quest’ultimo marinaio portoghese mi ha particolarmente incuriosito, vista la vita estremamente avventurosa. Per scrivere il testo di questa canzone, e condensarci dentro tutti i fatti salienti, mi sono occorsi tre mesi. Tre mesi di studi storiografici con mappamondo sempre sotto mano… davvero emozionante. Mi chiedete come ci arrivo… beh ci arrivo solitamente leggendo, mosso dalla curiosità di sapere, di conoscere. Poi come spesso ho già detto, credo siano loro a cercare me, a visitare i miei sogni e a chiedermi, di parlare nuovamente di loro.

Un disco che accoglie un’ampia compagnia di musici. Il suono di nuovo si mostra elegante e ottimamente suonato. Molti ti chiederebbero dell’elettronica: sei un artista che rifiuta il progresso?
Ho avuto l’onore e il piacere di avere in questo disco musicisti di alto valore umano e artistico.
Li voglio elencare uno ad uno, per poterli ringraziare ancora una volta:
Alberto Checcacci, chitarrista che mi segue dai miei esordi e mio direttore artistico; Alessandro Golini, che in questo disco ha suonato viola e violino; Alessandro Melani e Luca Trolli, che hanno suonato la batteria; Stefano Indino, grandissimo fisarmonicista; Giancarlo Capo, chitarrista e bassista, al quale ho affidato gli arrangiamenti di vari brani; Silvio Trotta, alla chitarra battente e mandolino; e per finire la splendida voce di Lisa Buralli, che ha donato quel tocco magico ai brani dove abbiamo duettato insieme. Ma non posso non parlare anche del mio regista personale…e amico Nedo Baglioni.
A tutti loro grazie di cuore. Mi piace molto la musica elettronica, ma non la trovo coerente con Ivan Francesco Ballerini e con le cose e le storie che vado raccontando. Utilizzo i colori che mi sembrano più idonei a colorare le mie tavolozze… ma come si suol dire, mai dire mai.

Chi è l’uomo di spalle nella copertina? Esiste o è solo fantasia? E perché il mare è in tempesta?
L’uomo di spalle è “tutti, nessuno e centomila”, siamo tutti noi, seduti di fronte al mare, pronti per togliere l’ancora e partire per una nuova avventura. Immagino quest’uomo, un navigatore portoghese, che guarda l’oceano… difficilmente quieto.

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