Il mondo acustico dei Kessy Fa

Il mondo acustico dei Kessy Fa – Nel periodo sanremese dell’anno, capita di ascoltare e conoscere territori musicali che meritano di essere “sondati”. È il caso dei toscani Kessy Fa, che fa del minimale e delle sonorità acustiche, una delle loro caratteristiche principali. Li abbiamo incontrati all’indomani del loro debutto dal vivo in uno dei locali che caratterizzano il litorale toscano. Nell’occasione, abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro per conoscerli meglio:

Le vostre canzoni presentano delle sfumature Post Grunge e talvolta Nu Metal, ma suonate in modo del tutto acustico, con strumenti essenziali ed una voce femminile che si separa dallo sfondo musicale. Come si spiega questa scelta così originale?”

Claudio: Abbiamo un modo di suonare che sfrutta i barrè progressivi ed i power chords in stile Grunge, mantenendo però il suono acustico generale abbastanza pulito. Questo genera un contrasto stilistico che riteniamo originale ed interessante. Le chitarre privilegiano i suoni bassi e ciò permette alla voce femminile che nel caso della nostra cantante ha frequenze medio alte, di staccarsi meglio dagli strumenti. Ciò dà profondità ai brani e li rende più godibili. E’ una scelta puramente tecnica.

Nicola: Aggiungo anche che fondamentalmente abbiamo influenze musicali diverse, questo è dovuto alle diverse realtà musicali che abbiamo alle spalle oltre ai nostri gusti personali. Quando abbiamo iniziato a suonare, ognuno ha messo il suo e il risultato ci è piaciuto molto. Qualche mese dopo è arrivata Silvia che ha contribuito con la sua voce alle canzoni del gruppo. Nonostante le differenze musicali, fin da subito ci siamo trovati in sintonia. Questi sono i Kessy Fa!

Silvia: Personalmente mi sento onorata di aver incontrato validi musicisti con i quali riprendere un “discorso” interrotto circa 17 anni fa. Mi trovo a mio agio con i testi e la musica, e sto finalmente raggiungendo una dimensione musicale che mi permette di esprimermi in libertà pur interpretando brani non scritti da me.

Ascoltando i vostri brani si evince l’importanza dei testi intimisti di accusa che si incentrano nel rapporto di coppia visto come elemento di crisi, il tutto infarcito di accordi in chiave minore e scale retroverse che hanno atmosfere malinconiche. Quale è il vostro scopo comunicativo se ne avete uno ed a quali gruppi noti vi riferite se ve ne sono?

Claudio: Il nostro scopo comunicativo consiste nel mettere in luce che nella coppia di oggi esiste un atteggiamento di pretesa reciproca, spesso di rinfaccio sugli altrui doveri nel e di condanna o giudizio dell’operato di ciascuno. Più che capirsi le persone tendono ad aspettarsi qualcosa dall’altro e questo rende il tutto tremendamente difficile. Nelle nostre canzoni questo disagio viene messo a fuoco e sottolineato in quasi tutti i testi. Non ci riferiamo a nessun gruppo in particolare, si tratta di mettere in evidenza aspetti già presenti nella nostra società.

Nicola: Io credo anche che abbiamo trovato un giusto equilibrio tra le parti di chitarra. Personalmente, cerco di arricchire le canzoni con melodie che riprendono molto la parte vocale, per gli assoli invece, parto dalla pentatonica aggiungendo variazioni in base alla canzone. Prendo molto ispirazione da alcuni chitarristi rock anni 70/80.

Nella vostra esperienza dal vivo quanto è impattante presentarsi in un contest locale dove ancora oggi le Cover bands dettano la linea?

Claudio: Le cover band non fanno altro che replicare musica di altri ma è un bene che ci siano perché tramandano la memoria ed il groove della musica del passato. Noi crediamo in un progetto creativo nuovo ed originale e non ci preoccupiamo affatto se verremo capiti o no, ascoltati o no. Lo facciamo soprattutto per noi e per stare bene. Per ora sta funzionando.

Nicola: Sicuramente è necessario valutare ogni palco e ogni situazione oltre alla preparazione individuale e complessiva della band, ma è anche necessario far sentire la nostra musica a un pubblico per avere i primi riscontri e cercare di “crescere”.

State lavorando da tempo al vs. primo Ep “La strada del non so”, come si struttura il vostro lavoro e quali sono oltre a questo i vostri prossimi obbiettivi.

Claudio: La nostra creatività è tale per cui sforniamo una canzone dopo l’altra e spesso tutto ciò ci porta a rimettere in discussione cosa vogliamo o non vogliamo registrare ed inserire nell’EP. Per questo il progetto viene continuamente diluito e ridiscusso alla luce di brani nuovi e più avvincenti. Quindi, sebbene inizialmente volevamo un EP di quattro o cinque brani, siamo costretti a rivisitare gli intenti iniziali aggiungendo e togliendo sempre qualcosa di nuovo, verso una situazione che presto sarà ben definita. Vediamo dove ci porta la nostra vena creativa. Siamo ottimisti e fiduciosi in un buon esito.

Biografia

I Kessy Fa, si sono formati verso la fine del 2018 nella provincia livornese in Toscana e sono composti da Silvia Bientinesi alla voce, Nicola Sandri alla chitarra acustica, Claudio Vestrini alla chitarra acustica e Ben Zenner Den al cajon. Dalle provenienze musicali più variegate ed esperienze in altrettante formazioni musicali locali, si sono riuniti in un progetto acustico, minimalista ed originale.

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