Il fantasma autostoppista

Il fantasma autostoppista – Una sera d’inverno, un uomo di media età, come d’accordo con la sorella, salì sulla sua macchina per andare a cena da lei. Vivevano ad una distanza di un’ottantina di chilometri, la distanza non era molta e, quella sera, non c’era traffico. Si era fermato un una pasticceria per prendere qualche dolce da portale quando vide, poco distante un ragazzo che, sotto ad un lampione faceva l’autostop. Lo guardò attentamente in viso e vide che era molto giovane, fuori faceva molto freddo il che lo convinse a fermarsi e ad offrirgli un passaggio.

Il ragazzo salì in macchina, si presentò ed i due iniziarono a chiacchierare del più e del meno. Dalla conversazione emerse che il ragazzo si chiamava Filippo, che aveva sedici anni e che frequentava una scuola vicino a Lucca. Giunti nelle vicinanze di Lucca l’uomo chiese al giovane quale strada doveva prendere per accompagnarlo a casa. Il ragazzo disse che abitava vicino al cimitero e gli indicò una strada dicendogli che era la più breve. L’uomo fece quanto gli aveva detto Filippo e, giunto nuovamente nelle vicinanze di un bivio chiese nuovamente dove doveva andare.

Il ragazzo si girò verso di lui e, con il sorriso gli disse che era arrivato e che la sua casa era proprio lì vicino quindi lo salutò e scese dalla macchina. L’uomo sorridendo ingranò la prima ma, nello specchietto retrovisore dove, secondo lui, ci sarebbe dovuta essere l’immagine del ragazzo non vi era nulla. Scese dalla macchina e si guardò attorno ma del giovane non vi era traccia e non c’erano stradine nelle vicinanze. Mentre stava per ripartire vide che sul sedile accanto a lui c’era lo zainetto di Filippo ma era sicuro che il ragazzo se lo fosse messo sulle spalle quando era sceso. Pensò di essersi sbagliato e per quella sera non ci pensò più.

Il giorno seguente rivide lo zaino e, sorridendo pensò di riportarlo al ragazzo. Era stato bene con lui e gli faceva piacere rivederlo. Andò al lavoro e, visto che non era distante da dove aveva lasciato il giovane chiese ai suoi colleghi se qualcuno di loro lo conosceva o conosceva la sua famiglia. Tra i suoi colleghi ve ne erano due che dicevano di conoscerlo ma che non abitava lì ma in un paese vicino. Gli diedero le indicazioni e lui, all’uscita dal lavoro si recò nel posto che gli era stato indicato. Si trovò dinnanzi ad una casa piuttosto fatiscente e suonò il campanello. Fu una donna che gli aprì la porta, doveva essere la madre, pensò l’uomo e le raccontò di aver accompagnato il figlio e che si era dimenticato lo zaino nella sua macchina.

La donna dapprima rimase in silenzio poi, guardando lo zainetto disse che il figlio era morto una decina di anni prima in un incidente stradale proprio nel punto in cui lui lo aveva lasciato. L’uomo lasciò cadere a terra lo zainetto spaventatissimo e la donna lo raccolse e se lo strinse al seno dicendo che quello era di suo figlio.

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