I Funghi Ladri si raccontano

Raccontateci brevemente quando e come avete iniziato a fare musica.

Ho iniziato a scrivere poesie all’età di 12 anni. Poi ho scoperto il rap all’età di 14 anni e ciò mi ha permesso di accedere ad un mondo infinito, dove si mescolano versi e musica: qui ho trovato la mia dimensione!

Quali sono i temi di “Vergogna bianca”?

Il colonialismo, in vesti passate e contemporanee. Il colonialismo, infatti, nella Storia del mondo, ha modificato la realtà, fino a condurci ai tempi in cui oggi viviamo, agendo sul passato, come nel presente, seppur in forme e modi diversi, ma portando sempre crimini e misfatti, come bagaglio annesso.
Ieri era la conquista delle americhe e la sottrazione delle loro terre, oggi è lo sfruttamento deli continenti più poveri (vedi Africa; Asia, Sud America, etc.), per
un arricchimento del solo Occidente, lasciando a loro sempre poche briciole.

Come sono nati i Funghi Ladri?

I Funghi Ladri sono nati da un’ idea di MD (il sottoscritto), “partorita” il 1997.
Da leader factotum della formazione – che è stata sempre molto cangiante e variabile, ho cercato nel tempo di collaborare con musicisti, cantanti e arrangiatori, che provenivano da diversi generi musicali, proprio perchè ho sempre concepito la musica come uno “spazio senza confini”, un po’ come i sogni.

Nelle prossime settimane avete in programma dei live?

Le date sono in aggiornamento, proprio in questi giorni.

Quali sono i prossimi passi del vostro percorso musicale?

Abbiamo sempre inteso la musica come qualcosa che non dovesse solo intrattenere il pubblico, ma che dovesse trasmettere anche dei contenuti, forse in antitesi con i trend del tempo che viviamo. Credo che continueremo su questa strada.

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