A Roma, presso la Sala del consiglio nazionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo la presentazione del progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si svilupperà, a partire dal 4 ottobre 2014 con le tre grandi mostre “La guerra che verrà non è la prima. Grande Guerra 1914-2014”, “Calpestare la guerra” e “Afterimage. Rappresentazioni del conflitto”. Sono intervenuti Gianpaolo D’Andrea, capo di gabinetto MIBACT in rappresentanza del ministro Dario Franceschini, bloccato alla Camera per impreviste urgenze istituzionali; Tiziano Mellarini, assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento; Ilaria Vescovi, presidente Mart e Cristiana Collu, direttore Mart, museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto,
Nicoletta Boschiero, curatore Mart. , museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto. Nel suo intervento l’assessore Mellarini ha ricordato come la Prima Guerra Mondiale ha cambiato l’Europa e segnato il destino del Trentino e della sua gente e – attraverso le tante testimonianze del suo passato di “prima linea” del fronte – si propone oggi come grande Parco della Memoria. “Il significato delle tante iniziative culturali, e le mostre del Mart ne sono testimonianza – ha detto Mellarini – non è quindi celebrare la guerra quale evento fine a sé stesso, ma partendo da queste premesse consolidare lo spirito di pace, una tensione morale che da sempre contraddistingue la nostra terra. Proprio un trentino, Alcide Degasperi, vide nell’Europa unita lo strumento per costruire un percorso nuovo fra gli stati. Il Centenario deve coinvolgere soprattutto i giovani. A loro deve andare il messaggio della pace, partendo dalla lezione del passato per mettere altri mattoni alla costruzione di un percorso di rispetto e convivenza. Con soddisfazione posso dire che in Trentino la scuola partecipa a pieno titolo al progetto sul Centenario, con finalità formative ed educative alla cittadinanza, alla pace e alla solidarietà. Coinvolti centinaia di docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e anche i dirigenti scolastici. Oltre ai giovani, tutto il territorio trentino sarà mobilitato con progetti ed iniziative”.
Il Capo di gabinetto Giampaolo D’Andrea, in nome del ministro Franceschini, ha dato il benvenuto sottolineando il valore dell’iniziativa sviluppata dal Mart, in particolare per il suo contenuto e per l’approccio metodologico che, attraverso tre mostre, costituisce un vero e proprio itinerario culturale articolato e significativo. D’Andrea si è soffermato sul titolo della mostra principale “La guerra che verrà non è la prima” che “è un messaggio e un monito per ognuno di noi”, ha spiegato come il Ministero, il Governo Italiano e l’Europa siano impegnati a favore della pace internazionale. In particolare il MiBACT, nell’anno delle celebrazioni del Centenario della prima guerra mondiale, “sostiene con disponibilità e responsabilità le iniziative che favoriscono la riflessione e l’educazione. Il Mart promuove questi temi in modo originale, tenendo viva la memoria sul passato, ma con un prezioso e necessario sguardo rivolto al futuro”.
Ilaria Vescovi, neo-presidente del Mart, dopo i dovuti ringraziamenti al Ministro e al ministero nonché ad alcuni tra i presenti che affollavano la Sala (tra i quali Franco Bernabè, ex presidente del Mart e Maria Concetta Mattei, consigliera nel nuovo CdA) ha spiegato che “ci stiamo preparando a organizzare uno tra gli eventi più significativi” delle commemorazioni del Centenario. La presidente ha presentato il Museo parlando dei numerosi visitatori (oltre 240mila nel 2013) e della prestigiosa programmazione, soffermandosi sull’importanza dello staff di persone competenti che lavorano con entusiasmo nelle sale, negli uffici, negli archivi storici, nella biblioteca e che rendono il polo museale un “motivo di orgoglio, vanto e interesse non solo per il Trentino. Dalla sua fondazione il Mart ha avuto una forte impronta imprenditoriale, rinnovata con le nomine del recente CdA . Le istituzioni fondatrici hanno saputo proporre iniziative e visioni lungimiranti che ribadiamo con forza in questo momento. Il Mart rappresenta un grande investimento che ha oggi bisogno di amore, lavoro, attenzione”. Il progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 rappresenta quindi l’opportunità per visitare il Trentino e i luoghi nei quali si sono svolti decisivi momenti storici, ma soprattutto è “il pretesto per riscoprire un contesto territoriale che offre proposte per tutti i pubblici, al centro del quale il Mart è certamente l’iniziativa culturale più importante”.
Cristiana Collu direttore del Mart, parlando con grande trasporto, ha rimarcato come il progetto di queste tre mostre rappresenti una delle sfide più difficili e importanti che il Museo abbia mai affrontato: “ha richiesto un nostro posizionamento chiaro e senza dubbi. Non ci arroghiamo la distanza o l’oggetività su un tema, ma siamo partecipi, con empatia consapevole” come singoli e come squadra di lavoro. “La guerra è l’eccesso, il di più di tutto; ma anche la speranza, la possibilità che non succeda più”. Citando Quasimodo, Nietzsche e Madre Teresa di Calcutta, Collu invita ad aprire gli occhi a prendere posizione, a visitare tre mostre e in particolare quella che si snoderà lungo il chilometro espositivo che è il secondo piano del Mart. Senza insistere sul senso di colpa, ma con la consapevolezza della nostra umana fragilità, la mostra non sarà una manifestazione contro la guerra, ma una riflessione più profonda, alla ricerca del nostro limite. E ancora, portando avanti questo impegno: “in mostra ho voluto con forza momenti di grande lirismo e poesia, per avere la possibilità di ricominciare e costruire nuovi orizzonti”. Il progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 non è una manifestazione contro la guerra, ma una riflessione più profonda che ci riguarda.”
Nicoletta Boschiero, curatore del Mart e coordinatore del progetto sulla guerra, anticipa il percorso di mostra che è una riflessione “sui luoghi, sul presente e sul passato e sulle tracce indelebili che hanno trasformato il nostro vivere oggi”. I maggiori temi di indagine sono la geografia (la trasformazione dello spazio, le mappe, le cartine, gli scenari di vita e di guerra); l’antropologia (i mutamenti sociali, l’idea di nazione, i gruppi, i soldati, ma anche i reperti e i documenti che ci avvicinano a chi ha vissuto il conflitto); la comunicazione (“scrivere diventa una necessità per far sapere che si è vivi”); la fotografia (documentazione capillare, narrazione del presente, “diventa parte integrante della storia, per la prima volta non solo simbolica e allegorica ma vera e propria testimonianza”); il futurismo, “punto di forza della mostra e del Mart”, e la contemporaneità che, attraverso il lavoro degli artisti contemporanei che indagano il tema della guerra, ci consente di “celebrare il Centenario mantenendo un’indispensabile sguardo sull’oggi”. La mostra cerca di superare gli stereotipi e di cercare anche “l’espressività nei momenti toccanti, commoventi.”