Gli Anziani, non solo punto di riferimento economico ma anche elemento di rassicurazione per le famiglie italiane

Gli Anziani, non solo punto di riferimento economico ma anche elemento di rassicurazione per le famiglie italiane – Giuseppe Roma, direttore generale Censis: “Gli Anziani, non solo punto di riferimento economico ma anche elemento di rassicurazione per le famiglie italiane

 

Il direttore generale del Censis interviene sul tema del Convegno organizzato da Anla e da Fondazione Esperienza in calendario a Bergamo il prossimo 19 ottobre

 

 

Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, interviene sul Convegno nazionale organizzato  da  ANLA e da Fondazione Esperienza sul tema “Gli Anziani, una risorsa per il Paese: esperienze, valori, energie al servizio della Comunità” in calendario a Bergamo sabato 19 ottobre, individuando in alcune caratteristiche quali la longevità, l’esser punto di riferimento economico e anche valoriale, l’essere custodi di una “continuità nella memoria” e nelle competenze, i punti di forza dell’essere oggi anziani in Italia, caratteristiche che fanno degli anziani “una risorsa” per il Paese. Il tema del Convegno del resto costituisce una delle rare occasioni in cui il rapporto fra le generazioni sul mondo del lavoro, nell’attuale contesto, è messo a fuoco e analizzato nelle sue parti costituenti.

 

La longevità in Italia è accompagnata da una qualificazione: parliamo di “longevità attiva”. Cioè non si è fuori dal circuito della società, in parte perché si continua a lavorare, in parte perché si fa volontariato, in parte perché comunque si accresce la voglia di relazioni amicali, di maggior impatto sulla cultura e sulla conoscenza, insomma degli anziani oggi abbiamo l’immagine opposta a quella tradizionale del vecchietto posizionato sulla panchina. Oggi l’immagine è quella di una generazione che fa dei progetti, fa dei programmi” spiega Giuseppe Roma.

Oggi chi va in pensione a 65 anni ha mediamente davanti a sé una ventina d’anni di vita attiva e comunque è nella condizione psicologica di pensare alla terza età come a una fase vera della vita: c’è l’adolescenza, la vita da adulto, e la vita da anziano, ma “questo anziano ha una sua vitalità, un suo programma di vita, una sua funzione nella famiglia perché continua a essere un punto di riferimento non solo economico ma anche di rassicurazione”. Il fatto di avere una famiglia alle spalle è la grande differenza che c’è fra l’Italia e altri paesi europei dove il giovane è reso magari prima più autonomo. “Noi oggi cerchiamo una struttura familiare che si basa fondamentalmente sulla generazione degli anziani, che è la nostra vera rassicurazione, sia per giovani che vengono mantenuti a lungo in una condizione economica difficile sia più in generale perché la famiglia rappresenta un punto di riferimento e non solo la “famiglia spa” dove si combinano le risorse ma perché essa è un modello valoriale che è l’unica cosa che ci dà un po’ di sicurezza”.

 

Per quanto riguarda la continuità nella memoria, spiega il direttore generale del Censis: “Oggi in Italia non c’è il passaggio di testimone: rischiamo di perdere questo patrimonio valoriale che è ancora nelle mani degli anziani. Gli anziani possono avere la forza di consegnare un testimone: lo riusciamo a prendere? È un problema che occorre analizzare”.

 

Sulle competenze l’accento è posto sulla conoscenza che nasce dal fare e dalla saggezza di una vita trascorsa ad operare, costruire, imparare: Noi nelle scuole abbiamo un percorso educativo a tutti i livelli dove magari abbiamo lo studio della geografia economica ma non la pratica e la tecnica della molatura o del tornio, quindi la gente non impara mai… noi abbiamo fatto recentemente un’indagine dove imprenditori di grandi multinazionali dicono che i giovani italiani hanno una preparazione teorica superiore rispetto a quella dei coetanei stranieri ma hanno una capacità applicativa disastrosa rispetto agli altri”.

Questo innesca anche un differente “dialogo” fra le generazioni. Roma spiega: “Oggi a 70 – 80 anni le persone nella maggior parte dei casi hanno la vitalità di un 60enne e pensano, probabilmente senza malizia, “sto bene, sono intelligente, so fare le cose e quindi vado avanti…”. Forse bisognerebbe sia nel campo valoriale che in quello delle competenze avere una collocazione che consentisse di essere dentro le cose senza essere in prima fila. Se non lascio spazio, i giovani non entreranno mai… Ci vorrebbe un po’ più di generosità, come succede nel mondo anglosassone dove le persone che possono vivere degnamente della loro persone sono d’aiuto ad altri nel volontariato”.

 

Per quanto riguarda le “risorse economiche” spiega il direttore del Censis che “In una statistica recente, abbiamo quantificato in circa 3600 euro all’anno di aiuto che le famiglie danno a qualche componente familiare in difficoltà.  Noi facemmo uno studio che si chiamava proprio “rimettere in circuito le risorse degli anziani” fra cui appunto quelle economiche. In generale si dovrebbe trovare delle forme, che in Italia non si riescono a fare,  di finanziarizzazione dei patrimoni anche al fine di dar vita a start-up. Questo in parte viene fatto ma nella fascia più povera, di quelli che vendono la nuda proprietà dell’immobile per vivere meglio dato che hanno una bassa pensione. Però anche da questo punto di vista sono risorse del Paese perché sono una parte essenziale del Welfare. In tutto questo taglio alle pensioni e con gli attuali livelli di disoccupazione giovanile, con quale meccanismo i giovani hanno sostegno? Dobbiamo stare molto attenti  a questi circuiti punitivi perché uno può pure tagliare le pensioni ma deve prevedere un salario minimo di inserimento”.

Conclude Giuseppe Roma: “Io direi che noi abbiamo bisogno di questa esperienza, di questa competenza e di queste risorse materiali. Quindi pensare che oggi gli anziani siano un peso è errato. A volte possono esserlo ma non è per colpa loro come nel caso in cui manchi una territorializzazione dell’assistenza e quindi abbiamo anziani ospedalizzati. Oggi gran parte del welfare costa perché è welfare di assistenza. Dobbiamo guardare le cose in maniera onnicomprensiva e anche in maniera da valorizzare le nostre risorse. Gli anziani sono come i Beni Culturali. Noi abbiamo la fortuna di avere una popolazione che vive a lungo relativamente in buona salute, gente che non sa che cosa fare, quindi utilizziamoli! Vedo ad esempio musei che hanno associazioni di anziani che fanno le guide: queste cose danno vita all’anziano che si sente attivo e allo stesso tempo tiene aperti i musei fino a tarda sera. Ci sono alcuni ambiti in cui potremmo avere una crescita del PIL impiegando gli anziani senza che questi tolgano lavoro ai giovani. Se io posso utilizzare persone che hanno un reddito e che ancora si sentono vitali, questo vuol dire essere una risorsa per il paese, da tanti punti di vista. Pensiamo all’artigianato: ceramista, falegname… sono professioni che fanno parte del nostro know-out e della nostra immagine di paese di alta creatività. Che fine fanno? Stanno chiudendo tutti, non trovano a chi passare il testimone. Siamo il Paese dell’artigianato e non si spende una lira per far tramandare il mestiere ai giovani. In tanti campi si può essere risorsa per il Paese mentre noi pensiamo solo all’aspetto economico ma quello prima o poi finisce. Dobbiamo cercare di mettere in circuito queste risorse per creare maggiore valore aggiunto e in quanti settori si può fare questo! Tenere aperte le scuole al pomeriggio, aiutare gli studenti… tante aree in cui si possono mettere anche i pensionati, persone in genere affidabili e con una storia dietro alle spalle.

Non è più come qualche anno fa quando una persona andava in pensione e non aveva più le forze:  è oggi in atto una “redistribuzione dell’età”.

 

Il Convegno “Gli Anziani, una risorsa per il Paese: esperienze, valori, energie al servizio della Comunità” si svolgerà con l’adesione del Presidente della Repubblica, con il Patronato della Regione Lombardia e il patrocinio della Provincia di Bergamo e del Comune di Bergamo.

 

 

A.N.L.A.

A.N.L.A., Associazione Nazionale Seniores di Azienda, nasce nel 1949 per iniziativa di alcuni Gruppi Seniores aziendali come associazione dei lavoratori in attività o in pensione aderenti ai Gruppi stessi. L’Associazione ha come obiettivo primario la tutela della dignità e degli interessi dei Seniores, cioè dei lavoratori anziani, una accresciuta valorizzazione del loro ruolo nell’ambito aziendale e della società civile unitamente alla diffusione dei valori spirituali e sociali del lavoro quali la fedeltà, l’esperienza e la professionalità, e opera per rafforzare i rapporti intergenerazionali e fornire servizi di supporto ai propri Soci favorendone la socializzazione e l’aggregazione.

A.N.L.A., associazione apolitica e asindacale, aderisce ai principi della F.I.A.P.A., Federazione Internazionale delle Persone Anziane. I campi d’azione di A.N.L.A. riguardano ricerche, studi, convegni, proposte di legge, petizioni popolari, convenzioni di carattere sanitario, assicurativo, finanziario, commerciale e turistico a favore dei Soci, azioni di volontariato a favore di anziani soli o disabili e un’ampia gamma di attività di socializzazione e del tempo libero, consulenza fiscale, pensionistica, condominiale.

A.N.L.A. è presente con propri delegati nelle Commissioni per il conferimento ai lavoratori più meritevoli della onorificenza della Stella al Merito del Lavoro e cura la presentazione ed il patrocinio delle domande per la concessione delle Onorificenze al Merito della Repubblica.

Con la rivista Esperienza, organo ufficiale di stampa dell’Associazione, A.N.L.A. si pone come punto propulsivo e di raccordo per la raccolta, proposta e rappresentanza delle istanze dei Seniores presso le istituzioni pubbliche regionali e centrali.

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