Eccolo il nuovo singolo di Giusy Doviero dal titolo “Silenzio ‘e stu core” che troviamo anche in rete arricchito da un bel video ufficiale. Toni classici in tutte le salse, anche dietro le soluzioni digitali che dialogano con modi classici della napolitanità, di quel mondo neomelodico che qui si traduce in un pop dai colori internazionali. L’amore e quel sentimento che nasce e poi esplode e non ha bisogno di parole… si torna a radici del sentire assai primigenie per la scrittura di nuove canzoni.
Napoli per te cosa significa?
La Napoletanità fa parte di me, ed è propria di tutti i Napoletani. È tante volte un vantaggio ma diventa al tempo stesso anche limite. Non ci si limita a definirla come l’appartenenza ad una città ma va molto oltre. La ritrovo in tanti piccoli atteggiamenti, modi di fare o pensare tipicamente napoletani. Essere Napoletano è uno stato d’animo. Napoli è una Terra e chi ne fa parte, un Popolo. È bagnata dal Mare e da questo vi è condizionata. Napoli è radice.
Ti nega tanto, non dà possibilità ma tanto altro. Qui tutto è al contrario e il contrario è al contrario. È meravigliosa nelle sue contraddizioni.
È difficile far capire davvero questo senso di appartenenza che provo, che proviamo.
Oggi è molto strumentalizzato, va “di moda” ma solo chi nasce qua, solo chi è figlio di questo mare, può davvero capire.
Il dialetto poi… una lingua ormai divenuta anche di moda, purtroppo… o sbaglio?
Tra i brani che ho scritto che fanno parte di questo EP (che man mano svelerò) “Silenzio ‘e stu core” è sicuramente quello che meglio si prestava al periodo estivo, perché ricco di sonorità fresche. Ma la vera direzione che cerco di dare ai miei brani è sicuramente il richiamo alla contaminazione delle sonorità tipiche del mondo Etnico e Jazzistico che amo e che studio. Credo che la fusione di questi suoni ricercati,pieni di colori, abbinati poi al mio dialetto sempre cosi’ “carnale” , possa essere una combo perfetta.
Un suono che vira verso il world spesso… come ci avete lavorato?
Io, con i miei arrangiatori,nella fase iniziale del mio progetto discografico abbiamo immediatamente capito che il vestito che meglio mi si cuciva addosso erano proprio le sonorità che si avvicinano alla World Music. Amo il mondo Etnico, studio quello Jazzistico e sono Napoletana. Credo che connubio migliore non poteva esserci.
Nei silenzi sono scritte tantissime cose. Non trovi che tanto spesso, parlando della società di oggi, il silenzio è una comoda via di uscita?
Il silenzio, così come tante parole, va interpretato. Sono solita rimanere in silenzio in determinate circostanze piuttosto che dare voce a tante parole che forse verrebbero fuori soltanto perché dettate dal momento…da qui il titolo del mio brano.
Il silenzio è tante volte salvagente per chi, come me, con difficoltà riesce ad esprimere ciò che sente nel profondo. È ricco di voce, in quei casi, il silenzio. Molte altre volte invece, pensando alla società di oggi, diventa purtroppo comodità. È più facile scappare, fingere, restare inermi di fronte alle difficoltà che la vita ci riserva o di fronte a responsabilità che non vogliamo prenderci. È questo, secondo me, l’uso più improprio che si possa fare del silenzio.