Funzioni socio sanitarie, 88 milioni di euro alle comunità

Funzioni socio sanitarie, 88 milioni di euro alle comunità – Approvato oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore alle politiche sociali e alla salute Ugo Rossi l’atto di indirizzo e coordinamento alle Comunità di valle e agli enti gestori in materia di politiche socio-assistenziali per l’anno 2012, con il quale si ripartiscono fra le stesse le risorse del fondo socio-assistenziale definendo contestualmente i corrispettivi per l’erogazione di servizi assistenziali, le compartecipazioni e i livelli essenziali di assistenza. Si tratta di consolidare il ruolo delle Comunità nell’esercizio effettivo delle loro competenze in materia di assistenza ma è anche un passo essenziale per attuare quel principio di sussidiarietà verticale, di avvicinamento delle istituzioni ai bisogni dei cittadini, che sta alla base della riforma istituzionale e che prende in questa occasione vesti concrete. La delibera ha ottenuto il parere positivo del Consiglio delle autonomie locali e della IV Commissione permanente del Consiglio provinciale.

 

In buona sostanza, le Comunità potranno pianificare e agire, con riferimento alle politiche socio-assistenziali di livello locale, in un quadro razionale di regole e risorse.

 

E’ importante sottolineare che da un punto di vista finanziario le Comunità potranno contare su trasferimenti (circa 88 milioni di euro) in linea con quelli assicurati per le funzioni assistenziale di livello locale per il 2011 tenuto conto che comunque le risorse dedicate a livello provinciale al settore assistenziale sono cresciute rispetto allo stanziamento del 2011 di un 4%.

 

Questo, in controtendenza ad un quadro nazionale dove le risorse dedicate all’assistenza di livello locale sono state negli ultimi anni pressoché dimezzate.

 

Va inoltre evidenziato come vi sia stata la convergenza del sistema delle autonomie verso una impostazione di riparto delle risorse che non sia più a piè di lista ma basata su logiche di budget. Accanto a ciò per la prima volta si è tentato di legare una parte del budget trasferito a modalità di riparto basate non più sulla spesa storica ma su indicatori sperimentali di altro genere, come ad esempio per i servizi a favore degli anziani, la presenza di ultra 65enni e ultra 75enni sul territorio e la presenza di RSA, nonché la dispersione territoriale. La Provincia e il Consiglio delle autonomie si sono impegnati tuttavia ad elaborare in corso d’anno degli indicatori che siano ancora più rappresentativi dei bisogni sociali espressi dal territorio.

 

Apposite risorse saranno riservate alle Comunità per l’implementazione dei piani sociali territoriali che le stesse stanno elaborando o che hanno già terminato. Sulla base di questi piani territoriali, verrà formato il piano sociale provinciale che terrà conto nella definizione delle strategie complessive in materia di assistenza, di quanto emerso ai tavoli territoriali.

 

Oltre alla definizione delle risorse da trasferire alle Comunità, l’atto oggi approvato dalla Giunta provinciale, definisce:

 

1) i corrispettivi che le Comunità dovranno riconoscere ai soggetti del privato sociale che rendono i servizi residenziali e semi residenziali sul territorio, che sono sostanzialmente in linea con quelle del 2011;
2) le compartecipazioni dei cittadini ai servizi non sono aumentate rispetto al 2011. Nell’atto è contenuto l’impegno congiunto di Provincia e Comunità di arrivare nell’autunno ad introdurre l’indicatore Icef per il calcolo di tutte le compartecipazioni per i servizi assistenziali;3) i livelli essenziali di assistenza ovvero gli standard minimi di offerta dei servizi assistenziali che le Comunità hanno l’obbligo di garantire agli utenti del loro territorio dove è stato introdotto sperimentalmente un primo tentativo di quantificare in maniera standard i costi per i servizi di assistenza domiciliare e per l’Ide (educativa domiciliare per minori).

 

Con questo atto intendiamo consolidare una riforma che nei fatti sta arrivando a compimento. Nel corso di quest’anno con l’adozione del piano sociale provinciale e del nuovo regolamento sull’accreditamento sui servizi la legge 13 potrà dirsi attuata e garantire così agli attori del sistema di welfare un quadro compiuto ed organico di regole entro le quali svolgere il loro prezioso lavoro per la promozione di un welfare che sia sempre più vicino ai bisogni dei cittadini. (cz)

 

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