Si terrà a Roma, dal 25 Maggio al 8 Giugno 2024 la mostra personale dell’artista Giusy Foresta dal titolo “Fragili”. Il vernissage, con presentazione critica a cura dello storico e critico d’arte Francesca Callipari, avrà luogo sabato 25 maggio ore 18.00 presso la Galleria Il Leone a Roma.
Pittrice poliedrica, dedita alla pittura e alla scultura, Foresta nelle sue opere si concentra da sempre sull’interiorità, dimostrando di saper leggere nelle profondità dell’animo umano e unendo questa sua capacità all’amore per la sperimentazione di tecniche, generi e linguaggi diversi.
Il progetto “Fragili” nasce da una lunga riflessione sulla condizione dell’uomo in generale e in particolare di quello contemporaneo. Si vive in una società che impone modelli che non perdonano alcuna debolezza e portano ad indossare maschere che ci impediscono di guardarci dentro, di seguire un nostro naturale stile di vita, di inseguire le nostre passioni, anche se non sono all’ultima moda… di mostrarci vulnerabili.
La stessa etimologia latina “frangere” ne dà come significato “spezzarsi, rompersi…”, ma esiste un’altra fragilità, quella che mostra capacità di emozione, sensibilità, incontaminazione, bellezza, forza. Come la forza creativa, “l’ispirazione”.
In questo mondo l’interazione con l’altro, con l’ambiente esterno, più che un valore aggiunto diventa quindi una malsana interferenza, un ostacolo all’ affermazione della propria identità personale poiché crea uno squilibrio tra il proprio essere, il proprio sentire e l’apparire. Questa è senz’altro una fragilità umana!
Esponendo diversi dipinti che si concentrano sulle emozioni e sulla gestualità umana, Giusy Foresta in questo evento cerca di spingerci oltre quella concezione debole della fragilità, svincolando il concetto negativo per offrirne una visione “poetica”, attraverso il ritratto psicologico e la metafora.
Come affermato dal critico d’arte Francesca Callipari: “in questo evento assistiamo ad una maturazione artistica di Foresta, che nelle opere esposte sintetizza perfettamente tutti quegli elementi che hanno fin qui contraddistinto la sua produzione artistica: l’espressività, il tratto grafico incisivo e la dirompente capacità comunicativa, nonché la volumetria dei corpi e la forza vibrante del colore.
Tutto si unisce ad un’analisi attenta e sensibile nei confronti della nostra umanità, del nostro rapporto con la caducità dell’esistenza e delle nostre fragilità. In tal senso diventiamo protagonisti inconsapevoli di un processo riflessivo che si genera nel dialogo con le opere in mostra per proseguire nel nostro inconscio, dimostrando quanto l’arte possa riuscire a connettersi alla nostra parte più intima e celata.”