Fontana delle Tartarughe, una meraviglia incastonata tra i palazzi

Fontana delle Tartarughe, una meraviglia incastonata tra i palazzi – Fontana delle Tartarughe, un vero e proprio gioiello nascosto da immensi palazzi e poco visitata dai turisti. Eppure questa bellezza ha storia di tutto rispetto. Si trova nel rione S. Angelo a piazza Mattei.

Fu Muzio Mattei, nel 1580, a chiedere all’amministrazione cittadina del tempo che la fontana, inizialmente ideata per abbellire Piazza Giudia, dove si trovava uno dei maggiori mercati, venisse costruita dinnanzi al suo palazzo e cioè dove ora è situata. La famiglia, in cambio, si impegnò formalmente a pavimentare la piazza ed a tenere pulita la fontana.

L’opera fu disegnata dall’architetto e scultore Giacomo della Porta nel 1585 e sfrutta l’acqua dell’acquedotto dell’Acqua Vergine, che fu restaurato qualche anno prima ed esteso fino a quella che ora si chiama Piazza Mattei. Il suo nome deriva dalla presenza di quattro esemplari di tartaruga che i quattro efebi posizionati su ciascun lato della struttura sostengono appoggiando un piede su altrettanti delfini. I carapaci non furono progettati assieme alla struttura ma furono aggiunte in seguito, nel 1658, per volontà di Alessandro VII e, si pensa che siano opera del Bernini. I quattro efebi che corredano la struttura, così come quelle dei mammiferi, furono eseguite successivamente dallo scultore fiorentino Taddeo Landini.

Osservando il progetto originale, si può notare che, al posto delle tartarughe ci sarebbero dovuti essere quattro splendidi delfini. Il progetto fu modificato a causa della pressione che l’acqua esercitava e che non permetteva la giusta elevazione.

Storicamente la struttura è inglobata in una serie di fontane e di acquedotti che furono realizzati sotto i papati di Gregorio XIII e Sisto V che li vollero realizzare per migliorare la fornitura idrica della Roma.
Ciò che si ammira oggi è una vasca quadrata abbellita da quattro conchiglie di marmo posate su di un basamento che sostiene una seconda vasca che è adornata da delle teste di putti. I quattro efebi appoggiano un piede su dei delfini e ciascuno di loro ha in mano una coda dei delfini e spingono a bere le tartarughe.

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