I Fence On The Forhead ci hanno spiazzato con un paio di singoli d’anticipazione intrigantissimi e non vediamo l’ora di sentire l’album di debutto in arrivo a Febbraio.
Volevamo saperne di più, quindi ecco a voi 10 cose da sapere circa il nuovo album dei Fence On The Forehead.
GUARDA IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=dcjdvw7tbcQ
- La stesura dei testi parte sempre da esperienze personali con cui gli ascoltatori possono identificarsi.
- Su Stabwounds, poco prima dell’assolo, sono state aggiunte parti vocali per amalgamarsi al riff e creare un suono più compatto e particolare, quasi atmosferico.
- Il disco è stato prodotto e registrato da Marco “Didi” Ferro, con cui avevamo già lavorato per il nostro precedente EP Ashtray.
- La tracklist è strutturata come quella di un’audiocassetta: infatti, all’inizio e alla fine del disco si possono sentire i suoni distintivi dell’avvio e della fine del nastro.
- Le registrazioni sono avvenute nel mese di luglio 2024. Per noi, trattandosi del primo disco, è stato sorprendentemente semplice e quasi familiare registrare nove tracce in poco più di due settimane.
- Restando in tema di sonorità, abbiamo deciso di concentrarci su un sound più morbido e meno tagliente rispetto al lavoro precedente, così da poter sperimentare diverse sonorità e melodie.
- L’artwork con la piscina vuota rappresenta un vuoto da colmare con la musica. Da notare che si tratta di una polaroid, un elemento nostalgico che riporta a tempi meno “complicati” e più semplici.
- In molte parti del disco sono state utilizzate fino a sei chitarre con setup differenti, tra cui single-coil, corde di spessori diversi e una vasta gamma di effetti generati unicamente dalla chitarra, senza l’uso del plettro.
- Una traccia del disco è in scaletta sin dal nostro esordio. È stata una delle prime canzoni che abbiamo composto, ma non l’avevamo mai registrata, eseguendola solo dal vivo.
-
La nostra speranza con questo disco è di raggiungere un pubblico più vasto, dato che non abbiamo mai amato le etichette di genere, che troviamo limitanti sia per noi come artisti che per gli ascoltatori.