Lo spettacolo diretto da Francesco Branchetti debutterà in prima nazionale il 9 ottobre al Teatro Dehon di Bologna. In scena Ettore Bassi con Gianvito Pulzone e Oscar Bellomo. A raccontarci dello spettacolo dall’A alla Z è il noto regista.
Lo spettacolo che porterai in scena è dedicato al calcio “a tutto tondo” ed è concentrato sullo “spirito del calcio”. Cosa significa esattamente per te questo “spirito” e come si traduce sul palcoscenico?
Lo spirito del calcio è vivere con la passione più totale la coralità, la pluralità… vivere la vita insieme agli altri e giocare con gli altri spesso insegna a vivere con gli altri; lo spirito del calcio è avere una visione corale della vita nel senso più nobile di questo termine e lo spirito del calcio aiuta infinitamente a capire quanto l’uomo raggiunga le vette più alte nella sua consapevolezza di essere uomo tra gli uomini ….ingranaggio di qualcosa di più importante; gli sport corali parlano all’uomo ed insegnano molto della vita secondo me.
L’autore, Gianvito Pulzone, che ruolo ha avuto nell’ideazione di questa storia così legata alla passione e al cuore? Qual è stata la scintilla che ha acceso la scrittura di “EL FÙTBOL”?
Beh anche Gianvito è un appassionato di calcio oltre che di cultura sportiva in senso lato per cui chi meglio di lui poteva scrivere uno spettacolo come questo e l’ispirazione è stata sempre la passione a mio avviso e la voglia di tornare a parlare dei valori giusti e puri che il calcio e lo sport evocano.
Il calcio viene definito come “una metafora a volte dolorosa ed a volte esaltante della nostra vita e della nostra società”. Quali sono gli aspetti più epici e quelli più dolorosi che hai voluto esplorare?
Credo che ci sia una epica della vita che può riguardare i grandi ma che può riguardare la vita di tutti e abbiamo cercato di andare a fondo nel raccontare i successi ma anche le cadute e la capacità di rialzarsi e soprattutto la voglia di dare tutto se stesso in ciò che si fa… in ciò in cui si crede… di dare tutto se stesso a chi ci circonda. È uno spettacolo sulla generosità di sé e racconta come sconfitte e vittorie facciano parte della vita di chiunque.

Francesco parli di una regia che tenterà di restituire la capacità di evocare lo spirito del gioco attraverso atmosfere fascinose, colori, luci e suoni. Come si traduce visivamente e acusticamente questa atmosfera calcistica e “poetica”?
In questo spettacolo ci sarà un progetto illuminotecnico estremamente fascinoso luci e atmosfere, fumi, suoni e nebbie evocheranno atmosfere e ricordi, passioni ed emozioni e l’aspetto visivo sarà estremamente importante per ricreare il viaggio nel mondo del calcio che abbiamo costruito.
Ettore Bassi interpreta un uomo la cui passione per il calcio è pura e totale. Come si è preparato per dare corpo e anima a una passione così intensa? Quanto c’è di personale in questa figura?
Ettore ha giocato a calcio ed è un grande appassionato di calcio; come del resto il sottoscritto per cui molto nel nostro vissuto è stato utile per costruire questo personaggio.
Il personaggio di Ettore evoca alcuni tra i più grandi calciatori della storia. Chi sono questi miti e perché proprio loro sono stati scelti per rappresentare la “magia” e il coraggio delle imprese calcistiche?
Perché i grandi di cui si parla nello spettacolo Pelé, Maradona , Garrincha, Obdoulio Varela venivano dal niente e dal niente hanno saputo attraverso il loro talento raggiungere le stelle e fare sognare il mondo intero attraverso le loro azioni ma anche attraverso le loro vite.
Hai descritto Ettore come un attore che “si spende fino all’ultima goccia di sudore”. Qual è la sfida fisica ed emotiva maggiore nel portare in scena una storia così intensa?
Beh Ettore si sta spendendo tantissimo alle prove e credo che questo personaggio per un attore sia una delle prove più impegnative che si possano immaginare anche dal punto di vista fisico oltre che emotivo… Ed Ettore sta facendo un lavoro straordinario alle prove e mi auguro che questo lavoro gli dia tante soddisfazioni.
In questo spettacolo il calcio viene sottolineato come sia una metafora di valori ed esempi importanti da ricordare in una società piena di conflitti. Qual è il messaggio più urgente che lo spettacolo vuole trasmettere al pubblico di oggi?
È che vincere senza barare è possibile… che vincere portando avanti dei valori sani e con coraggio, talento e tanto sudore non è una chimera per sciocchi ma un sogno realizzabile.
Si parla di uomini che “con la fantasia, il coraggio hanno vinto” e hanno ispirato gli altri a credere e sognare. Quali sono, secondo te, i valori di questi eroi sportivi che andrebbero riscoperti?
I valori buoni quelli sani quelli positivi la convinzione ferrea che i buoni possano vincere la partita con i cattivi a patto che ne abbiano una convinzione assoluta e che credano nei valori positivi e giusti con la stessa convinzione con cui talvolta i cattivi credono nei loro.
“EL FÙTBOL” è anche un inno alla speranza e al riscatto sociale?
Assolutamente sì e lo spettacolo è un inno al riscatto sociale e alla speranza …ma soprattutto è un Inno al ritrovarsi umani al ritrovarsi esseri umani tra esseri umani, è un inno al recupero dei valori più sani e importanti che caratterizzano l’uomo e sosteniamo che la riscoperta di un certo spirito del calcio può aiutare in questo… comunque sì certo per rispondere alla tua domanda valori e riscatto sociale sono centrali in questo spettacolo.

Lo spettacolo debutta in prima nazionale il 9 ottobre al Teatro Dehon di Bologna. Che emozione c’è dietro questo debutto e cosa sperate che il pubblico si porti a casa dopo aver visto “EL FÙTBOL”?
Il Teatro Dehon di Bologna dove debutteremo il 9 ottobre è un teatro a cui sono particolarmente affezionato e debuttare con questo spettacolo in quel teatro meraviglioso non può che suscitarmi grande emozione oltre che i ricordi splendidi …Mi auguro che EL FUTBOL, uno spettacolo molto originale sul calcio riesca a diventare uno spettacolo simbolo di questo sport ma soprattutto uno spettacolo portatore di valori positivi che secondo me in questo momento è fondamentale e mi auguro che il calcio e lo sport in genere possono evocare e portare avanti con grande forza questi valori; ho affrontato il tema del calcio un’altra volta molti anni fa facendo la regia di ULTRÀ che ebbe molto successo e mi auguro che EL FUTBOL ne abbia altrettanto.
Oltre a Ettore Bassi, in scena ci sono anche Gianvito Pulzone e Oscar Bellomo. Che ruolo hanno i loro personaggi nel veicolare la storia e l’emozione centrale?
Oscar e Gianvito sono degli Artisti straordinari degli straordinari creatori di emozione, dei compagni di palcoscenico fondamentali per Ettore nel suo percorso attoriale ed emozionale.
Tu menzioni che scene e musiche daranno un “contributo fondamentale” in questo “viaggio meraviglioso”. Qual è il ruolo specifico degli elementi scenici e musicali nel definire gli stati d’animo e le atmosfere affascinanti del mondo del calcio che voi raccontate?
Le scene e gli elementi scenografici e le musiche in questo spettacolo sono come degli attori veri e propri che contribuiscono a creare sentimenti, ricordi, emozioni in un viaggio travolgente all’interno della passione calcistica ma non solo, un viaggio anche attraverso i ricordi di un uomo, attraverso i valori, la nostalgia e la voglia forse di ritornare a dei valori più sani che lo sport e il calcio rappresentavano con forza.
Intervista a cura della giornalista e scrittrice Maria Cuono sempre molto attenta e disponibile ad ogni tipo di iniziativa culturale e di spettacolo.










