E’ nata Bio Soil Expert, l’azienda che usa le piante contro chimica e smottamenti

E’ nata Bio Soil Expert, giovane azienda con sede a Rovereto, che sfrutta le proprietà di particolari varietà di piante e microrganismi per la bonifica di terreni inquinati, per contrastare il dissesto idrogeologico e per la salvaguardia dei corsi d’acqua in agricoltura. L’impresa, figlia del progetto vincitore dell’ultima edizione del D2T Start Cup, premiato nel maggio scorso con un assegno di 50 mila euro, è frutto dell’idea di tre giovani startupper veronesi – Alberto Ferrarese, Paolo Campostrini e Andrea Zerminiani, tutti di 27 anni – ed ha potuto vedere la luce grazie anche al primo investimento siglato “Ban Trentino”, il nodo locale di IBAN, l’associazione dei Business Angel italiani, nato nell’estate 2011. Capitali privati ed esperienza manageriale al servizio di giovani aziende innovative: questa l’idea che si concretizza con il sostegno a Bio Soil Expert e che il modello messo a punto da Trentino Sviluppo conta di replicare nei prossimi mesi a favore di altre iniziative imprenditoriali.

«Questo caso di successo – commenta Alessandro Garofalo, vicepresidente di Trentino Sviluppo – è il risultato di un’azione congiunta che parte dal Premio D2T, passa per il forum di investimento Early Stage, la partecipazione al Premio Nazionale per l’Innovazione PNI Cube, la costituzione di Ban Trentino, l’accompagnamento verso i centri di ricerca. Trentino Sviluppo si è attrezzata con una serie di servizi messi in filiera, grazie ai quali siamo in grado di scovare e selezionare le migliori idee di impresa, di coltivarle e farle crescere mettendole anche in connessione con potenziali investitori privati, operando come facilitatori tra mondo della ricerca e mondo imprenditoriale, per rendere le aziende sempre più competitive».

Ne ha fatta di strada, in meno di sette mesi, Bio Soil Expert. Un anno fa era un’idea di impresa o poco più. Ora ha partita Iva, una sede legale – al momento presso The Hub di Rovereto, in attesa di potersi insediare nella Greenhouse di Progetto Manifattura –  tre giovani titolari e sei finanziatori privati, cinque dei quali trentini. Business Angel, questi ultimi, che hanno scommesso oltre 40 mila euro nell’iniziativa imprenditoriale, scegliendola tra le migliori idee di impresa elaborate dai giovani nell’ultimo anno, e che ora affiancheranno nei primi passi sul mercato.

«Abbiamo notato il progetto tra i finalisti dell’ultima edizione del Premio D2T – ricorda Mauro Cogoli, uno dei responsabili operativi di Ban Trentino – e da lì è nato un interesse che ci ha portati a lavorare in questi mesi a fianco dei tre giovani ideatori per affinare il piano d’impresa, valutando con attenzione costi ed opportunità di mercato. Abbiamo individuato con scrupolo le aree di business definendo anche una road map di sviluppo per i prossimi anni. L’intento è di assicurare pieno sostegno a questa giovane start up per i prossimi 3-5 anni, con l’auspicio che se l’investimento si rivelerà azzeccato e la società crescerà in modo importante, potrebbe anche attirare l’attenzione di grandi fondi di investimento particolarmente vivaci nel settore cleantech, penso ad Atlante Ventures o Fondo Ambienta».

Bio Soil Expert Srl, costituita ad inizio gennaio, svela nel nome la propria mission: utilizzare sistemi biologici, in particolare piante e microorganismi, per il trattamento del suolo (“soil”) con applicazioni avanzate in diversi settori. «L’idea è nata lavorando alla tesi di laurea – spiega Alberto Ferrarese – dove applicavo le proprietà di talune specie vegetali, in grado di far degradare il piombo tetraetile, ad un progetto di bonifica dell’area ex Sloi di Trento. Andrea Zerminiani, poi, ha svolto due tesi nel settore della phytoremediation, focalizzando l’attenzione sulla genetica molecolare vegetale e sulle colture cellulari vegetali. Dall’intreccio dei nostri studi è nata l’idea di farne un’impresa. L’azienda si concentrerà su tre aree di business: interventi di prevenzione e contenimento dei rischi di dissesto idrogeologico, le fasce tampone in agricoltura, ossia le vecchie siepi che si usavano un tempo per separare i campi, reinterpretate in chiave biotech, mentre il terzo settore di applicazione riguarda gli interventi di bonifica di aree industriali dismesse o di terreni inquinati».

Bandite le tradizionali terre armate o le impattanti opere di calcestruzzo armato, per gli interventi di contenimento idrogeologico i tre startupper di Bio Soil Expert propongono un rimedio assolutamente biocompatibile. «Abbiamo studiato dei batteri – spiega Paolo Campostrini – in grado di colonizzare determinate piante, entrando in simbiosi con esse ed accelerandone in modo importante lo sviluppo vegetativo, in particolare dell’apparato radicale che può raggiungere una profondità di 3-5 metri. Questo permette un naturale consolidamento dei terreni, efficace tanto quanto i tradizionali sistemi utilizzati nelle opere di consolidamento e ripristino ambientale».
I clienti di Bio Soil Expert saranno anzitutto enti pubblici, ma anche privati per quanto riguarda in particolare le applicazioni in agricoltura. «Singoli imprenditori agricoli, consorzi di bonifica o consorzi agrari – auspica Alberto Ferrarese – potranno presto sperimentare la bontà della nostra fascia tampone, che preserva i corsi d’acqua dal rischio di contaminazioni provenienti dal trattamento dei frutteti piuttosto che dalla concimazione dei terreni».

La firma dei primi contratti di fornitura è attesa per fine di maggio. Nel frattempo si lavora alla definizione dei pacchetti e delle offerte commerciali. E, se l’iniziativa avrà successo, si prevede già di rafforzare la squadra con ulteriori competenze: «Avremo bisogno di giovani geologi – spiega Ferrarese – ma anche di ingegneri, perché il nostro obiettivo è quello di fornire un servizio completo che va dalla produzione di piante e microrganismi alla realizzazione dell’impianto, dall’accompagnamento durante la fase di attecchimento fino al monitoraggio successivo».

La compagine sociale di Bio Soil Expert Srl contempla al momento nove soci: i tre giovani imprenditori veneti, compagni di studi alla Facoltà di Biotecnologie dell’Università di Verona – Alberto Ferrarese, Paolo Campostrini ed Andrea Zerminiani  – ciascuno con una quota del 25%, mentre il rimanete 25% del capitale sociale è stato sottoscritto dai sei investitori privati che fanno capo al nodo trentino di IBAN.

Nato nel giugno 2011 come nodo locale di IBAN, l’Associazione Italiana investitori informali in capitale di rischio, BAN Trentino è coordinata da Mauro Cogoli e Michele Gubert, e raccoglie ad oggi l’adesione di dieci business angeld trentini: sono imprenditori, dirigenti o liberi professionisti, disposti ad investire non solo denaro, ma solide competenze, contatti commerciali ed opportunità di crescita del nuovo business.

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