Cortellino racconta “Un discorso da coniglio”
Da chi sei stato ispirato nella scrittura e composizione di “Un Discorso da Coniglio”?
Per “Un discorso da coniglio” posso confessarti che mi sono ispirato a Lucio Dalla e Mogol. Erano i due mostri sacri che tenevo a mente durante la stesura del brano.
Come si possono sconfiggere le paure, i dubbi e le riflessioni che colpiscono una persona durante la propria crescita?
Io affronto paure e dubbi per poi scriverli e fermarli grazie al linguaggio musicale, ognuno ha un suo metodo, a me serve analizzare e riflettere per sconfiggere eventuali paure o dubbi.
È stato importante l’aiuto di Luca Masiello e Laura Raimondi?
Certo! Sono gli autori che mi hanno dato una mano nella scrittura del brano. Vi racconto: ero in una pausa serale dopocena in Umbria al Cet, la scuola di Mogol, io sono in giardino a fumare e nella stanza sento suonare un pianoforte, lo suonava Luca , sono entrato nella stanza improvvisando con il canto la prima strofa, dalla collisione dei nostri sorrisi e dall’entusiasmo è scoccata la scintilla del brano, con l’apporto di Laura abbiamo poi finito e concretizzato il brano.
Quanto ti mancano i palchi?
Abbastanza molto, più che i palchi ti dirò mi manca l’energia della gente , quella cosa che scatta ad un concerto, il fatto di liberare la propria essenza e lasciarsi andare, il sentimento di catarsi che provo quando la gente si diverte mentre tu dai il massimo per comunicare loro emozioni.