Concerto performance con i Musica ex Machina e Aleksander Velišček

Concerto performance con i Musica ex Machina e Aleksander Velišček – In occasione della quattordicesima giornata del contemporaneo LAO Officina d’Arte eOfficina del colore presentano il concerto/performance Jazz, toast, una birra e Burp!.Ad incontrarsi sul palcoscenico della contaminazione i Musica ex Machina con alcuni dei brani tratti dal loro ultimo album Burp e  l’artista Aleksander Velišček che darà vita ad alcuni dei suoi celebri toast. Due riflessioni e provocazioni dialogano e si incontrano: da una parte quella di Burp, assieme concept album e portale sul marasma e i miasmi della comunicazione odierna; dall’altra i toast di Velišček, acuto e dissacrante lavoro di denuncia della serialità consumistica e condanna di una società capitalistica e dell’odierna passività dell’essere umano.

L’informazione non è conoscenza.

La conoscenza non è saggezza.

La saggezza non è veritá.

La veritá non è bellezza.

La bellezza non è amore.

L’amore non è musica.

La musica è il massimo

  1. Zappa

Vale la pena ricordare che Burp nasce, oltre che come concept album, come progetto artistico che nasce attorno ad un provocatorio portale di pseudo informazione (www.burp.be) contenente delle notizie al confine tra la realtà e la finzione, tra l’ironia e la tragica realtà. E in questo progetto anche l’arte figurativa ha un suo ruolo centrale: ogni notizia, infatti, è associata ad un brano musicale del disco ed a un’opera realizzata da un’artista visuale. La creazione dell’opera viene ripresa, realizzando così dei filmati – che a volte sono l’opera stessa – che prendono il posto di ciò che nei normali portali di informazione è il contenuto informativo video.  Il sistema finemente progettato da tecnici dell’informazione viene così disorientato e riorientato, per informare senza dare conoscenza, per dare una verità che non è saggezza, come profetizzava Frank Zappa. Lo “stile eclettico” caratterizzante la produzione di Musica ex Machina, fa si che ogni brano sia scritto con un diverso genere e mood, pur rimanendo musica jazz intesa come quel linguaggio che ha trovato nel fatto di essere una musica improvvisata la chiave per stare nella contemporaneità. Destinato ad aprirsi alle più disparate contaminazioni, il jazz più che un genere musicale diventa così un contesto culturale nel quale pressoché qualsiasi tendenza musicale è in grado di trovare uno spazio espressivo.

Il recente sviluppo della serie dei toast da parte di Aleksander Velišček fa parte di un ciclo più ampio sul tema della serialità consumistica e sul ruolo della figura dell’intellettuale oggi. La condanna verso la società borghese capitalista e verso la passività dell’essere umano, che in essa è sempre più schiacciato, riecheggia nell’opera dell’artista sloveno che, attraverso la plasticità della pittura esalta l’importanza del pensiero e allo stesso tempo denuncia una “costante ricaduta nell’oggetto”. Se la matericità pittorica conferisce spessore ai volti dei grandi pensatori del nostro tempo – da Papa Francesco, a Ernst Junger, Garry Kasparov passando tra gli altri per Jeff Koons, Damien Hirst, Stephen Hessel – allo stesso tempo amplifica la natura oggettuale dei toast, dei tondi e degli ovali di legno o cartone.  Le figure rappresentate sembrano far echeggiare le loro voci nello spazio, facendo rimbalzare da un’icona a un’altra le domande che questi uomini e donne hanno saputo sollevare nel tempo mettendo in discussione il nostro mondo.  fa parte di un ciclo più ampio sul tema della serialità consumistica e sul ruolo della figura dell’intellettuale oggi. La condanna verso la società borghese capitalista e verso la passività dell’essere umano, che in essa è sempre più schiacciato, riecheggia nell’opera dell’artista sloveno che, attraverso la plasticità della pittura esalta l’importanza del pensiero e allo stesso tempo denuncia una “costante ricaduta nell’oggetto”. Se la matericità pittorica conferisce spessore ai volti dei grandi pensatori del nostro tempo – da Papa Francesco, a Ernst Junger, Garry Kasparov passando tra gli altri per Jeff Koons, Damien Hirst, Stephen Hessel – allo stesso tempo amplifica la natura oggettuale dei toast, dei tondi e degli ovali di legno o cartone.  Le figure rappresentate sembrano far echeggiare le loro voci nello spazio, facendo rimbalzare da un’icona a un’altra le domande che questi uomini e donne hanno saputo sollevare nel tempo mettendo in discussione il nostro mondo.

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Musica ex Machina, formazione attiva dal 2006 costituita da musicisti sardi di formazione diversissima; il pianista Guido Coraddu proveniente dal conservatorio e dalla ricerca di avanguardia, la tromba di Francesco Bachis cresciuta nel mondo bandistico e sviluppata con lo ska-reggae dei Ratapignata (band molto nota in terra di Sardegna), il basso elettrico di Mauro Sanna – tra i protagonisti della musica pop-rock isolana con innumerevoli collaborazioni internazionali ed una vasta discografia, e Simone Sedda, batterista e musicista eclettico con interessi che spaziano fino all’avanguardia elettroacustica. Hanno pubblicato “Concerto-71109” (DonKeyShout 2009), “Animali Minimi” (Sine Nomine Theatrum 2010), “l’Age d’Or” (American Dance Asylum 2011), “La notte che arrivò l’inverno” (Kleiner Flug 2014), “Sfarinati di Cereali per l’Alimentazione Umana” (Hopetone Records 2014), “BURP” (Hopetone Records 2018) e suonato con grandissimi musicisti quali Louis Sclavis, Roy Paci, Daniele Sepe, Marco Rovelli, Victor See Yuen, Cecilia Smith, Kenny Brawner, Fred Johnson, Hasan Bakr esibendosi in numerosissimi contesti musicali, teatrali, letterari e cinematografici, tra cui le edizioni 2008 ,2009, 2015 dell’European Jazz Expo, le Festival du Verbier 2010, le edizioni 2011 e 2014 del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, il festival “Forma e Poesia nel Jazz” 2015 e 2018, il Salone Internazionale del libro di Torino 2014. Radio3 Suite ha dedicato loro una intera puntata live della trasmissione “la stanza della musica” il 18/11/2016.

Aleksander Velišček è nato nel 1982 a Šempeter pri Gorici, in Slovenia, vive e lavora a Nova Gorica (Slovenia). Nel 2010 si è laureato in Arti Visive e discipline dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2012 è stato artista in residenza negli atelier di Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, nello stesso anno ha vinto il Premio Mariuccia Paracchi Testori, dopo aver partecipato alla collettiva Giorni Felici, a Casa Testori. Nel 2015 è stato in residenza presso Viafarini, Milano; Dolomiti Contemporanee, Borca di Cadore; Cité Internationale des Arts, Parigi. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia, Slovenia, Croazia e Austria, tra cui: Teatro Stabile Sloveno a cura di Igor Pison (Trieste 2018), A.F.M.- La costruzione di un errore – Teatrino Palazzo Grassi (Venezia, 2017), Biennale Architettura Venezia 2016 a cura di Albanian Pavillion,Stories from the edge a cura di Francesca Lazzarini, Kunsthaus Graz (2016) Ron Pruitt’s Flea Market a cura di Tommaso Speretta (Venezia 2015), Shit & Die, a cura di Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah and Marta Papini (Torino, 2014). È co-fondatore del collettivo Associazione Fondazione Malutta.

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