Con Moser e Wiggins il record è protagonista assoluto

Con Moser e Wiggins il record è protagonista assoluto – In un auditorium Santa Chiara gremito di appassionati i due campioni di ciclismo hanno ripercorso le fatiche, gli allenamenti, le aspettative e la grande gioia che hanno caratterizzato il conseguimento dei loro record dell’ora. Insieme a loro sul palco anche il sottosegretario con delega allo sport e il presidente del gruppo editoriale Rcs Media Group Urbano Cairo. “Siamo stati grandi innovatori anche a livello tecnologico” ha spiegato lo “sceriffo”, “Moser per me ha rappresentato un esempio da seguire e provare ad imitare” ha risposto il baronetto inglese

Nel gennaio del 1984 a Città del Messico, il 19 e poi il 23, Francesco Moser ha strappato il record dell’ora al “cannibale” Eddy Merck. Per la prima volta in assoluto un ciclista abbatte il muro dei 50: prima 50,508 e poi 51,151. Un risultato che nessuno riesce a migliorare per dodici anni. “Abbiamo cominciato a pensare a quell’obiettivo dodici mesi prima, gli allenamenti veri e propri sono partiti a settembre anche con un viaggio di due settimane proprio a Città del Capo per provare la pista e l’altitudine (2.200 mt). Devo dire che siamo stati i primi in assoluto ad applicare un certo tipo di tecnologia al nostro sport, ad esempio nessuno aveva mai usato le ruote lenticolari. In teoria il 19 gennaio avrei solamente dovuto fare le prove generali ma dopo i primi 20 km ho sentito che stavo bene e ho continuato infrangendo, di fatto, subito il record. Quattro giorni dopo – la data ufficiale – sono sceso di nuovo in pista, per me stesso e per tanti tifosi arrivati appositamente in Messico, e ho migliorato ulteriormente il risultato”.

Sir Bradley Wiggins ha preso esempio dal campione trentino: “E’ stato uno dei miei punti di riferimento quando ero piccolo. Una vera e propria icona che ho cominciato a seguire in televisione. Dopo aver vinto (tra le altre cose) un Tour de France, cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi ho sentito che avevo una sorta di dovere morale di provare a infrangere il record dell’ora. Al velodromo di Lee Valley  a Londra nel 2015 ho corso davanti a cinque mila persone con più di 30 gradi, l’ultimo quarto d’ora è stato un vero e proprio inferno. Sono stato però ampiamente ripagato da qui 54, 526 km che a tutt’oggi sono ancora imbattuti. Ora ho una squadra under 23 e spero di riuscire a traghettare qualche giovane tra i professionisti”.

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