Cerimonia in memoria del Vice Brigadiere Sandro Sciotti e del Capitano Mario D’Aleo

Cerimonia in memoria del Vice Brigadiere Sandro Sciotti e del Capitano Mario D’Aleo . Ricordati il Vice Brigadiere Sandro Sciotti, in occasione del X anniversario della sua morte e il Capitano Mario D’aleo, comandante della compagnia di Monreale (Pa), ucciso dalla mafia 29 anni fa.  

 

Roma – Sono stati ricordati questa mattina il Vice Brigadiere Sandro Sciotti, che trovò la morte il 13 giugno 2002  nel corso di una rapina in piazza Palmiro Togliatti a Santa Maria delle Mole e il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo, ucciso dalla mafia, in via Cristofaro Scobar, a Palermo, il 13 giugno del 1983. A Santa Maria delle Mole, per il Vice Brigadiere Sciotti, nel decimo anniversario della scomparsa, dopo gli onori militari, una corona di alloro è stata deposta, a nome dell’Arma dei Carabinieri, ai piedi della stele in piazzale Palmiro Togliatti, che ricorda il tragico evento, dal Comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, Colonnello Rosario Castello. Erano presenti inoltre la vedova del Vice Brigadiere, la signora Claudia  Sebastianelli, con i figli Dario e Diana, il Procuratore della Repubblica di Velletri Dott. Giuseppe Patrone, il Sindaco del comune di Marino, Adriano Palozzi, rappresentanti delle forze dell’ordine, il cappellano militare della Legione Carabinieri “Lazio”, don Gabriele Castelli. A commemorare il Brigadiere Sciotti c’erano inoltre tanti cittadini, conoscenti e Carabinieri in congedo delle sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Marino, Albano e Castel Gandolfo. La cerimonia per ricordare il Cap. Mario D’Aleo, ucciso dalla mafia a Palermo 29 anni fa si è tenuta a Roma in via Imera, 3 dove il Capitano D’Aleo nacque e abitò con la famiglia prima di arruolarsi, preceduta da una messa celebrata presso la Chiesa di Ognissanti di via Appia Nuova. Al termine degli onori militari sono state deposte 3 corone d’alloro da parte dell’Arma dei Carabinieri, della Provincia e del Comune di Roma, ai piedi della lapide che ricorda il tragico evento. Erano presenti alla cerimonia il  Comandante della Legione Carabinieri “Lazio”, Generale di Divisione Ilio Ciceri, il Comandante del Gruppo Carabinieri di Roma, Colonnello Canio Giuseppe La Gala, il Dott. Fabrizio Gentili, presidente vicario del Tribunale di Roma, una rappresentanza delle forze di polizia, i parenti dell’Ufficiale caduto e i suoi colleghi del 155° corso dell’Accademia Militare, appartenenti all’Arma dei Carabinieri e all’Esercito.

 

Il Vice Brigadiere Sandro SCIOTTI nato a Cesena il 28 maggio del 1962, era nell’Arma dei Carabinieri da 23 anni.

Il 13 giugno del 2002, alle ore 16.15 circa, in Marino (RM), località Santa Maria delle Mole, tre individui, di cui due armati di pistola, perpetrarono una rapina di 500 Euro alla sede della Banca Popolare del Lazio, ubicata nella piazza Palmiro Togliatti. Contestualmente all’evento criminoso, giunsero sul posto, a bordo di un’autovettura di servizio, per effettuare degli accertamenti bancari delegati dall’Autorità Giudiziaria, il Vice Brigadiere Sandro SCIOTTI ed un altro collega, effettivi alla Stazione Carabinieri di zona, i quali, accortisi di quanto stava avvenendo, prontamente decidevano di intervenire. In quei frangenti, mentre il collega si preoccupava di allertare, via radio, la Centrale Operativa del Comando Compagnia, il  Vice Brigadiere SCIOTTI, bloccava il terzo malvivente che attendeva i due complici all’esterno dell’istituto. L’uscita improvvisa dalla sede della banca degli altri due malfattori, entrambi armati, generò un conflitto a fuoco nel corso del quale il Brigadiere rimase ferito mortalmente. Per quanto sopra il militare è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

 

Il Capitano Mario D’Aleo, 29enne, Comandante della Compagnia Carabinieri di Monreale venne assassinato il 13 giugno del 1983 da killer di “Cosa Nostra” a bordo di due moto, sotto la sua abitazione, mentre l’Appuntato Giuseppe Bommarito ed il Carabiniere Pietro Morici, che erano con lui, furono uccisi in macchina, a poca distanza dal portone.

L’Ufficiale animato da senso del dovere ed attaccamento alle istituzioni, aveva sostituito il Capitano Emanuele Basile, ucciso tre anni prima sotto gli occhi della moglie e della figlia. Da lui aveva ereditato le indagini sui traffici illeciti gestiti dai clan di San Giuseppe Jato, Altofonte e Monreale. La Mafia, uccidendo il Capitano D’Aleo, intendeva fermare l’azione dello Stato.

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