Cattedrali nel deserto

Raccontatemi belle storie, ooh gente
sono odioso nel viso dalla rabbia
in questo momento stufato
in attesa di vivere per vedere come va.
Con gli occhi al cielo, sempre
s’è storta la spina dorsale
non so cosa voglio di più da
un Dio privo di nerbo ma con il verbo
ad aiutare chi non vuole
per  vivere per niente.
Pensa anche a me lasciato nel vago disabile:
Dei sentimenti qualcuno fortunato scappa,
altri stanno rinchiusi nelle segrete del tempo
per un timido scherzo del destino mi trovo
sempre schivo nel silenzio a rompere
grosse parole sbrinate dal congelatore
ricotte come straccetti lessati e mangiati con gusto
per non  deperire l’animo al nemico parkinsoniano.
Quando sarà più che non sarò… accontentato
mi godrò le novità rivestite della morte.
Meglio sarà di un mondo dove di giorno
chiaro non è nulla …eeh  la sera scura
ingoia tutto nel buio della notte.
Io nel mio vivere di scosse elettriche
vivo per debellar  in me luccica,
il nemico parkinsoniano nell’etere
devo tastare arresto al sistema ma poi
Signore fragile mi ritrovo gracile.
Che ci faccio d’una vita in stand-bay?
Se c’è in me qualcosa di buono vorrei offrirlo agli altri
per riavere maturi buoni sentimenti da fruttare in amicizia
e d’amore da rioffrire per rifiorire ancora in altri cuori.
Per non morire mai,  senza aver fatto nulla di male
concepito per una vita nata per caso….non mi ritrovo!
Le prospettive ci sono di vita ooh signore?
Io vedo che per vedere lungo a molti hai detto
di avere le ciglia corte mentre agli altri
hai lasciato gli occhi per bellezza cecati
dalla nascita della vita.
Dimmi con il quale… dove è la tua  verità?
Se no,  m’ammazzo a ramazzare i miei ricordi
in chiesa!!  a fare cattedrali nel deserto.

di Giampiero Iezzi

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