Art and Soul, Storie di musica in musica alla Casa del Jazz di Roma con il poeta della musica. Omaggio a Gil Scott-Heron

Art and Soul, Storie di musica in musica alla Casa del Jazz di Roma con il poeta della musica. Omaggio a Gil Scott-Heron – Venerdì 23 marzo alla Casa del Jazz, nuovo appuntamento per “Art and Soul- Storie di Musica in Musica” curata da Alberto Castelli con: IL POETA DELLA MUSICA. OMAGGIO A GIL SCOTT-HERON, con: Alberto Castelli (voce), DJ  Mr. DMC (soul jazz selecter), Ghemon (voce).

 

Quella del poeta, scrittore e cantante Gil Scott-Heron è stata una delle figure più importanti, tormentate e influenti nella vicenda della black music contemporanea. Nel corso di una carriera tanto lunga quanto sofferta, “il blueslogist” (come amava definirsi) ha sovrapposto perfettamente la libertà del jazz, il feeling del blues, il respiro del soul con parole forti e profonde, denunciando il razzismo e le contraddizioni della società americana.
Nel 1970 Gil Scott-Heron pubblicò il romanzo The Vulture e poi l’album  Small Talk At 125th And Lenox, la sua prima raccolta di poesie in musica (come la celebre The Revolution Will Not Be Televised), il primo tentativo, magistralmente riuscito, di unire linguaggi e processi creativi diversi. Una strada che l’artista  continuerà a percorrere negli anni successivi, grazie anche alla collaborazione preziosa del tastierista e compositore Brian Jackson, che sarà al suo fianco per molti anni.

 

A partire dal 1974, quando fu pubblicato Winter In America (il cui repertorio comprendeva anche The Bottle), Gil Scott–Heron, Brian Jackson e il loro gruppo, The Midnight Band, diventeranno una delle espressioni più importanti della creatività e della consapevolezza della comunità african american. Appartengono a quelle stagioni classici quali Winter In America, Johannesburg, It’s Your World, We Almost Lost Detroit.

 

Con l’arrivo degli anni ’80, Gil Scott-Heron ruppe il lungo sodalizio artistico con Brian Jackson per poi pubblicare nel 1981 il bellissimo Reflections, un lavoro nel quale riprese brani di Bill Withers (Grandma’s Hands), di Marvin Gaye (Inner City Blues) celebrò la storia del jazz (Is That Jazz?) per poi attaccare duramente la politica di Ronald Reagan (“B” Movie).

 

 

Anche in quel periodo, l’artista continuò a tenere – al fianco della Amnesia Band – un numero impressionate di concerti in tutto il mondo. Proprio mentre la generazione dell’hip hop e gli artisti più importanti del rap e del nu-soul riconoscevano l’importanza del suo lavoro, Gil Scott-Heron si ritroverà ai margini della scena e la sua vita si trasformerà in un dramma. Questi anni saranno profondamente segnati dalla solitudine, dall’isolamento e dalla dipendenza dal crack e dalla cocaina (una condizione che Gil Scott–Heron aveva raccontato molti anni prima con Home Is Where The Hatred Is). Nel 1994 pubblicò Spirits per poi precipitare di nuovo nel buio e nel silenzio. Tra il 2000 e il 2004 sconta diverse condanne in carcere per detenzione di sostanze stupefacenti. Due anni dopo, mentre a causa di una nuova condanna si trova rinchiuso nel carcere di Ricker Island, riceverà la visita di Richard Russell, fondatore dell’etichetta discografica XL Recordings, che gli propone di realizzare un nuovo disco. Dopo l’ennesimo arresto per possesso di cocaina, nel gennaio del 2008 Russell e Scott-Heron cominceranno finalmente a lavorare al nuovo progetto. I’m New Here, un album audace e sofferto, viene pubblicato nel 2010. Spinto dal responso positivo della critica e del pubblico, Gil Scott – Heron riprende a fare concerti e a scrivere The Last Holiday, la sua autobiografia, che è stata pubblicata in America proprio in queste settimane.

 

Il 27 maggio del 2011, al ritorno da un lungo tour europeo, Gil Scott-Heron muore a New York. La causa del decesso non è mai stata chiarita completamente, ma non è difficile immaginare che il fisico, colpito pesantemente dalle droghe e dal sospetto di Aids, abbia ceduto definitivamente.
“Gil Scott–Heron: il poeta della musica” vuole, tra musica, parole e immagini, celebrare la sua arte e il suo messaggio. Al reading parteciperà anche Ghemon, una delle personalità più ispirate del rap italiano, come testimonia Qualcosa è cambiato, l’album che ha pubblicato proprio in queste settimane.

 

ALBERTO CASTELLI

 

Dal 1983 al 1995 è stato uno dei conduttori di Rai Stereonotte (trasmissione che è tornato a condurre nel 2005) e ha scritto di musica per Il Mucchio Selvaggio, Fare Musica e Rockstar. Dal 1990 al 1994 è stato il direttore di Radio Centro Suono, per poi tornare a condurre altre trasmissioni per Radio Rai e Kiss Kiss. Dal 1995 ha scritto per Musica di Repubblica, e ha collaborato con Radio Capital .Dal 1999 al 2002 ha diretto Kataweb Radio, ,poi Radio Città Futura. Per Radio Rai 3 ha condotto “Fuochi –Bob Marley: Roots, Rock, Reggae” (2006) e Per la Rete 3 della Radio Televisione Svizzera in lingua italiana (RTSI) il programma “Brothers And Sisters”. Ha scritto anche per Liberazione e Rasta Snob e attualmente per Repubblica XL. Dal 2002 al 2009 è stato il direttore responsabile di Superfly e di Taxidrivers. Dal 2005 al 2008 ha diretto il Sunny, il quotidiano del Rototom Sunsplash Festival, e nel 2007, sempre per il Rototom Sunsplash Festival, ha ideato e diretto la “Reggae University”. Dal 2005 al 2007 ha diretto la collana Sconcerto per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri. Dal 1995 collabora con il Gruppo Editoriale L’Espresso, occupandosi di collane di CD (“L’Espresso Cafè”, “Jazz Italiano Live”, “Jazz e Fumetti”, “XL Hip Hop”, “XL Indie Rock” ). Per Arcana ha pubblicato “Soul People-Ritratti della musica nera” (2004) e, insieme a Maria Carla Gullotta, “Africa Unite – Il sogno di Bob Marley” (2005), dal quale ha tratto il reading “Ho sognato Bob Marley”. Alla fine del 2007 ha condotto “La musica dell’anima: i protagonisti” una storia del soul in 30 puntate per RadioRai 3 e nel 2008 una nuova serie di “Brothers And Sisters” per la Rete 3 della Radio Televisione Svizzera in lingua italiana (RTSI). Dall’ottobre del 2007 al giugno del 2008 ha condotto con Andrea Silenzi  “Extra Large”, il programma di Repubblica XL per Radio Capital. Nel 2009 ha prodotto 33, il “primo” album del Trio di Roma, storica formazione composta da Danilo Rea, dal contrabbassista Enzo Pietropaoli e dal batterista Roberto Gatto. Sempre nel 2009 ha  scoperto i Bud Spencer Blues Explosion, composti da Adriano Viterbini (voce, chitarra) e  da  Cesare Petulicchio (voce, batteria), diventando il label manager della Yorpikus Sound, etichetta che ha pubblicato il loro primo album. Recentemente ha presentato la quinta edizione di Generazione X, rassegna che si tiene all’Auditorium Parco della Musica di Roma.Nell’ottobre  del 2010 ha fondato l’etichetta discografica “Ali Buma Ye! Records” , con la quale ha pubblicato “Hard Times”, il primo disco dei Black Friday, composti da Adriano Viterbini e da Luca Sapio.

 

Sala concerti. Venerdì 23 marzo, ore 21.

 

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55 Roma

 

Info: 06/704731

 

Ingresso 5 euro.

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