APT Basilicata: inaugurato a Firenze il presepe Lucano di Artese, sabato è la volta della mostra

APT Basilicata: inaugurato a Firenze il presepe Lucano di Artese, sabato è la volta della mostra. Il presepe del maestro Franco Artese intitolato “L’Infinito diventa uno di noi” e la manifestazione artistica “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento” portano la Basilicata a Firenze nel periodo natalizio: due importanti manifestazioni artistiche di impronta lucana, organizzate e fortemente volute dall’Azienda di Promozione Turistica della Basilicata. Il binomio arte – fede della tradizione storica lucana ammirabile nel presepe allestito nella Basilica di Santo Spirito e nella manifestazione artistica realizzata nel Complesso monumentale espositivo dell’Opera di Santa Croce, è vissuto attraverso una serie di eventi. Ripercorriamoli insieme.

Giovedì 7 dicembre, alle ore 17.00, nella Basilica di Santo Spirito il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori ha benedetto il presepe che sarà visitabile fino al 4 febbraio 2018. Il maestro presepista Artese ha avuto importanti riconoscimenti allestendo presepi monumentali, in collaborazione con APT Basilicata, nelle più importanti città europee, negli Stati Uniti, a Betlemme con l’UNESCO, in Piazza San Pietro a Roma in occasione del Natale 2012, omaggio a S.S. Benedetto XVI. Un insieme di quadri, con oltre 110 personaggi, che rappresentano diversi momenti della vita quotidiana, dà vita al presepe con scene che ritraggono riti e tradizioni della civiltà rurale lucana tra cui la rappresentazione del Maggio di Accettura, una processione con fedeli che portano sulle loro teste i “cinti”, composizioni di ceri costruite come fossero architetture, il culto della Madonna della Bruna, tra storia e leggenda.

Fino dicembre al 6 gennaio 2018 il Video Mapping della Basilicata proiettato sulla facciata della Basilica di Santo Spirito “Dimora Luminosa”.

Il 16 dicembre alle ore 11.00 l’inaugurazione nella Basilica di Santa Croce della mostra “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento” e la narrazione poetica “Legno madre, nome sciame” a cura di Davide Rondoni intervallato da un accompagnamento musicale a cura di Giacomo Grava. La mostra è affidata dal direttore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata Francesco Canestrini alla cura scientifica di Elisa Acanfora, docente di Storia dell’Arte Moderna dell’Università della Basilicata e sarà visitabile fino al 24 marzo 2018. Il progetto è promosso e sostenuto dall’APT Regione Basilicata, realizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e patrocinato dal Comune di Firenze-Ufficio UNESCO e l’Opera di Santa Croce di Firenze. “La mostra presenta 16 magnifiche sculture lignee, legate al tema della Madonna e della Natività, che provengono da varie diocesi della Basilicata, regione dove il culto mariano è ancora oggi molto sentito – commenta la prof.ssa Acanfora -. A grandezza naturale, o comunque di grandi dimensioni, alcune di queste opere sono inedite e costituiscono dunque una scoperta anche per gli specialisti. Tutte, comunque, non sono mai uscite fuori dai confini regionali ed è questa l’occasione per mostrarle al grande pubblico”.

Il nuovo anno a Firenze si apre con i colori della Basilicata: il 5 gennaio 2018 il Maestro Ciro Gerardo Petraroli, in arte Yeros, presenta uno spettacolo in grado di suscitare emozioni intense e suggestive, un nuovo orientamento musicale, un modo nuovo di pensare, di ascoltare e fare musica. Il maestro Yeros nella sua musica unisce allo stile compositivo classico suoni etnici, ritmi e sonorità elettroniche. Si tratta di un progetto che prende vita dall’ispirazione suscitata nel Maestro dalla sua terra, dalla sua città, da Matera. Il concerto-spettacolo si basa, quindi, su un modo nuovo di fare musica, musica non solo da ascoltare, musica da vedere, sentire percepire, un’unione di sensi e suoni che susciterà negli ascoltatori stupore, curiosità, mistero e riflessione.

Sabato 6 gennaio 2018, alle 12.00 una delegazione del corteo organizzato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con in testa i Re magi farà sosta al presepe monumentale allestito a Santo Spirito mentre sempre nella Basilica di Santo Spirito ma in serata, alle 19.00, lo spettacolo LUCeANIA,  suoni canti e parole dalla terra di Matera. Lo spettacolo si articola come alternanza di musica popolare eseguita da Ambrogio Sparagna accompagnato da alcuni musicisti della sua prestigiosa Orchestra di musica popolare dell’Auditorium di Roma e letture di brani a cura del poeta Davide Rondoni, Direttore artistico e curatore dell’intero spettacolo. Saranno inoltre presenti, in qualità di ospiti di pregio che completeranno la cornice artistica dello spettacolo, la nota attrice di cinema e teatro Iaia Forte e la maggiore interprete di canto popolare toscano, Giuditta Scorcelletti. Un testo inedito scritto appositamente da Davide Rondoni (Luceania) introduce e conclude, fornendo la chiave interpretativa del momento e del titolo. I brani musicali e i testi selezionati da Davide Rondoni metteranno in luce valori e caratteristiche della Lucania / Luceania, e in parte, vista la ricorrenza del 6 gennaio nonché la presenza del Presepe Monumentale dei Sassi di Matera, richiameranno la tradizione natalizia.

Infine il 3 febbraio 2018 nell’Istituto degli Innocenti, Salone delle Compagnie, il Concerto spettacolo “ORAZIO IN JAZZ. Dal Carpe Diem alle Satire”, viaggio in versi e musica nell’opera ironica e moderna del lucano Quinto Orazio Flacco con un noto attore del cinema italiano.

Il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella commenta: “L’esposizione del presepe di Franco Artese rappresenta per noi un appuntamento ormai consolidato che ci permette di accendere in occasione del Natale, i riflettori sul nostro territorio in maniera inusuale, fondendo le peculiarità del paesaggio lucano con i messaggi cristiani legati alla natività. Il genio artistico e la maestrìa artigianale diventano infatti motore di comunicazione per la nostra Basilicata che sta premendo sul pedale della comunicazione e del marketing, forte dell’impulso dato da Matera 2019 ed in vista di quell’appuntamento. Con il presepe e l’esposizione della mostra delle Madonne lignee proviamo a consolidare il tratto di tradizione, cultura e fascino proprie della nostra regione. Questo si inserisce però in un quadro più ampio. L’esposizione qui a Firenze, nella Basilicata di Santo Spirito, per la quale ringrazio coloro che ci ospitano e quanti hanno lavorato perché fosse possibile, fa il paio con quanto accadrà in Basilicata. La nostra regione infatti ospiterà anche quest’anno il Capodanno Rai che sarà una ulteriore grande occasione di marketing territoriale. Proviamo a rafforzare il brand lucano e ad intercettare target differenti, per consolidare i numeri del settore turistico lucano che rappresenta oggi un asset strategico per la regione”.

La città di Firenze ha accolto con piacere le proposte dell’APT Basilicata come spiega il consigliere comunale Nicola Armentano: “Sono orgoglioso delle mie radici lucane, che coltivo facendo parte dell’Associazione che ci rappresenta a Firenze e sono altrettanto orgoglioso di essere un consigliere comunale di origini lucane a Firenze, città che dimostra ancora una volta quanto sia importante il valore dell’accoglienza e dell’integrazione. Penso che il segreto dei lucani sia la capacità di mantenersi sempre semplici e umili, di non dimenticare mai da dove sono partiti e le sofferenze che hanno patito… Firenze dimostra, ancora una volta, di essere una città inclusiva e solidale. Sono orgoglioso di essere lucano e fiorentino”.  Luigi D’Angelo, presidente di Associazione Culturale Lucana-Firenze plaude all’iniziativa di APT Basilicata: Da un lato Firenze con la sua vetrina sul mondo, dall’altro la Basilicata con i suoi personaggi, le sue storie e i suoi valori culturali. Sono ormai quasi cinquant’anni che l’Associazione culturale lucana di Firenze lavora con successo sul territorio toscano, facendo del legame con la propria terra d’origine la stella polare del proprio agire…. L’Associazione è ben lieta di stringere una collaborazione con l’APT BASILICATA in un’ottica di consolidamento dei rapporti tra la città di Firenze e la Basilicata; il presepe monumentale del maestro lucano Francesco Artese con la rappresentazione di un mondo legato ai valori essenziali della famiglia, del lavoro, della solidarietà sarà la prima di una lunga serie di iniziative mirate alla promozione e alla conoscenza di un popolo straordinario come quello lucano”.

Mariano Schiavone, Direttore APT Basilicata sottolinea “La Basilicata intera rivive nel Presepe di Francesco Artese, nei volti e nei gesti delle donne, degli uomini e dei bambini che animano la scena che precede la grotta della Natività. Un momento di vita senza tempo, che sospende lo sguardo e il cuore tra realtà e immaginazione. Le manifestazioni lucane di Firenze testimoniano una serie di tradizioni molto sentite nel Sud del nostro Paese, tradizioni e sentimenti che ancora esistono, amati e praticati da tanta fascia della popolazione. Il presepe di Artese “L’Infinito diventa uno di noi” e la mostra “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento” sono strumento per promuovere la terra Lucana ed i suoi valori“.

 

La leggenda della Madonna Bruna

La Madonna della Bruna nel Presepe del Maestro Franco Artese vuol essere un omaggio alla leggenda di una nobildonna sconosciuta apparsa ad un contadino e al suo bambino mentre erano in cammino verso la città.

Si narra, infatti, che la donna abbia chiesto di essere condotta nel centro abitato: giunta in quello che è oggi il quartiere Piccianello, davanti ai notabili della città si rivelò mostrando tutta la magnificenza di Maria, chiedendo al contadino di portare un suo messaggio al Vescovo nel quale diceva di essere la Madre di Cristo.

Una folgorazione investì i presenti e da quel momento viene ricordata l’apparizione   della Madonna portando la statua in trionfo su un carro che viene assaltato e distrutto dai materani il 2 Luglio. Il manufatto ogni anno viene poi ricostruito con grande dedizione per le consuete celebrazioni.

Il rito ancestrale, destinato a ripetersi ogni anno nella Città dei Sassi, vuole rimarcare il messaggio della continua rinascita della vita dalle sue ceneri. E così, di anno in anno, devozione e fede si fondono in uno scenario ricco di significato che viene tramandato e custodito anche dalle nuove generazioni.

Il Maggio di Accettura e i riti arborei della Basilicata

Nel Presepe del Maestro Franco Artese vanno in scena gli antichi riti arborei della Basilicata. Uomini e animali, da Maggio a Settembre, celebrano le antiche tradizioni di una comunità che attorno agli alberi ritrova la sua più autentica identità culturale.

Il “matrimonio dell’albero”, probabilmente il rito più conosciuto, è tipico ad Accettura, Castelmezzano, Oliveto Lucano e Pietrapertosa.

 

Il giorno dell’Ascensione viene abbattuto il cerro più alto e dritto (il Maggio) che, dal bosco di Montepiano, comincia il suo percorso trainato da oltre cinquanta coppie di buoi di razza podolica e giunge, in conclusione, nella Piazza di Accettura.  Nel centro del paese incontra “la Cima”, l’agrifoglio proveniente dalla Foresta di Gallipoli Cognato trasportato a spalla dai giovani del posto. Il matrimonio è compiuto in un clima che è esattamente quello delle nozze, con una partecipazione collettiva e uno slancio comune che mette insieme tutti, nessuno escluso. L’innesto, l’innalzamento e la scalata del “Maggio” rappresentano il culmine della festa, nel cuore dei festeggiamenti per il Patrono San Giuliano. Il rito fortifica autorevolmente il legame della comunità con il bosco.

 

A Castelmezzano, borgo tra i più belli d’Italia, ha luogo U’Masc, rito in onore di Sant’Antonio da Padova che si tiene nel mese di Settembre. Il taglio del cerro, che dà inizio al rito, avviene in località Paolona mentre la cima di agrifoglio, la sposa, viene scelta in località Virgilia. Gli alberi vengono accompagnati in paese da balli, canti e degustazioni di prodotti locali che precedono lo sposalizio: un’atmosfera intensa e molto sentita dalla popolazione accompagna l’innalzamento e la scalata del Maggio da parte dei giovani audaci del posto. Il rito si conclude con l’asta dell’albero e gli immancabili fuochi pirotecnici danno l’appuntamento all’anno successivo.

Anche durante il Maggio di Oliveto Lucano si “sposano” due alberi: il Maggio, il più dritto e più alto del bosco di Gallipoli Cognato e la Cima, folta chioma di una pianta di agrifoglio sono i due protagonisti. La festa, inserita nelle celebrazioni in onore di San Cipriano, ha antiche origini e si svolge nel mese di agosto: durante la processione dedicata al Santo Patrono giovani donne portano sulla testa a titolo devozionale le cente, i caratteristici copricapi autoprodotti con candele, nastri e fiori che vengono esibiti più per devozione che per ornamento.

Il Maggio di Pietrapertosa si svolge nel mese di giugno durante le celebrazioni in omaggio di Sant’Antonio. I “massari” attendono l’alba sorvegliando l’albero che viene condotto nel paese: la successiva “unione” con la cima avviene davanti al campanile del Convento di San Francesco. La scalata dell’albero è effettuata da un “maggiaiolo”, il quale, aggrappato ad una delle corde utilizzate per portare in piedi il Maggio, si arrampica fin sulla cima ricolma di premi, muovendosi e ballando a testa in giù al ritmo di musica.

La Sagra dell’Albero, che si svolge nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, è anch’essa ricca di significato.

A Castelsaraceno viene selezionato il più grande dei faggi, la n’Denna, mentre la cima, detta Cunocchia, è abbattuta a colpi d’ascia. Nella piazza del paese si consuma l’antico rito dell’innesto e, dopo l’innalzamento del nuovo albero, i giovani coraggiosi del paese tentano di scalarlo per aggiudicarsi i premi posti sulla cima.

A Rotonda il rito si celebra nel matrimonio di un faggio con un abete, prelevato da un bosco di Terranova di Pollino. Religione e tradizione accompagnano gli eventi che conducono i due alberi al loro sposalizio.

L’abete, a’pit, è l’unico protagonista della festa di Terranova di Pollino: decorato con nastri, viene portato a spalla dagli uomini del paese con il supporto dei buoi.  Condotto in piazza e scalato dai più tenaci, sotto la mano benedicente di Sant’Antonio da Padova, vi resta sino alla tradizionale asta.

Nelle contrade di Viggianello si consuma il matrimonio tra faggio e cerro. Il rito, accompagnato da canti e balli, si svolge in tre fasi differenti dell’anno: la prima settimana dopo Pasqua, l’ultima domenica d’agosto e la seconda domenica di settembre.

I CINTI E LA DEVOZIONE MARIANA IN BASILICATA

Nel Presepe realizzato quest’anno dal Maestro Franco Artese risaltano diverse rappresentazioni che raffigurano i cinti votivi, ovvero tronetti di altezza variabile fatti prevalentemente di spighe di grano, candele e fiori di carta che accompagnano o precedono le processioni e i pellegrinaggi che si svolgono in Basilicata.

Questi “castelletti tipici” vengono portati in testa da donne o uomini al seguito dei riti religiosi ed esprimono, in forma simbolica, un momento intenso di devozione e di pietà popolare. Sono quindi da considerare come voti di riconoscenza per grazia ricevuta piuttosto che meri oggetti ornamentali: un dono spirituale, un segno di gratitudine a Dio Padre.

I cinti artistici in Basilicata compaiono soprattutto in occasione delle processioni dedicate alla Madonna: in origine le composizioni votive venivano indossate prevalentemente dalle donne appartenenti alle famiglie che ne avevano curato la realizzazione, ma non mancano oggi i casi in cui sono gli uomini ad averli indosso durante le celebrazioni religiose.

I cinti sono un motivo dominante nelle processioni in onore della Madonna del Carmine di Avigliano, di Sant’Antonio e della Madonna delle Grazie a Teana, della  Madonna del Pollino, della Madonna nera di Viggiano e in molti altri casi.

Con i cinti si manifesta oltretutto un’identità culturale lucana che si tramanda da anni e che coinvolge ora anche i più giovani.

LA CRIPTA DEL PECCATO ORIGINALE E LE CHIESE RUPESTRI

Nel Presepe del Maestro Franco Artese la rappresentazione della nascita di Gesù è inserita nell’incantevole scenario delle Chiese rupestri. Gli affreschi della Chiesa rupestre di Santa Barbara, una parte del Convicinio di Sant’Antonio e un affresco della Chiesa dedicata alla Madonna delle Virtù danno vita ad una splendida combinazione artistica che ripropone in maniera inedita questo tratto distintivo del territorio materano.

Sulla sponda destra del torrente Gravina si incontra la Chiesa di Santa Barbara, considerata una delle più originali e interessanti dal punto di vista architettonico e figurativo. È una vera chiesetta-basilica bizantina e risale al periodo a cavallo tra IX e X secolo. Molto simile alle chiese rupestri della Cappadocia, presenta una sola navata e sono scanditi tutti gli spazi del culto. Al suo interno sono conservati alcuni affreschi del XIII sec. rappresentanti la Madonna con il bambino e due immagini di Santa Barbara raffigurata con la torre di bronzo in cui, secondo la leggenda, fu rinchiusa dal padre prima di subire il martirio.

Non lontano, nel rione Casalnuovo, si sviluppa il Convicinio di Sant’Antonio, un complesso di quattro chiese (Cripta delle Tempe cadute, Cripta di Sant’Eligio, Cripta di San Donato e Cripta di Sant’Antonio Abate) a cui si accede a un bel portale con arco decorato.

Interamente scavata nel masso su cui si sviluppa la Civita è la Chiesa della Madonna delle Virtù che presenta tre navate absidate e di cui rimangono tre affreschi raffiguranti una Crocifissione del XVI sec. (navata centrale), San Leonardo (abside sinistra) e una Crocifissione del XIV sec. (navata destra).

Tra gli insediamenti rupestri più importanti vi è la Cripta del Peccato Originale, luogo sacro ed antichissimo. Considerata la Cappella Sistina della pittura parietale rupestre per i pregevoli affreschi di stile longobardo-benedettino presenti al suo interno, la Cripta è situata lungo l’Appia antica a una decina di chilometri dalla Città dei Sassi e rappresenta una delle maggiori testimonianze dell’arte rupestre nell’Italia meridionale. È indicata anche come “Grotta dei Cento Santi” per i numerosi Santi raffigurati sulle pareti che rivelano chiaramente il fascino di una religiosità del tutto immutata, ancora oggi. La scoperta di questo luogo si verifica solamente nel 1963: l’attenzione degli studiosi è dovuta alla presenza, sulle pareti rocciose del luogo di culto, di 41 metri quadri di affreschi risalenti al periodo longobardo che documentano fedelmente gli episodi più rilevanti della storia del creato e dell’uomo.

Il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, noto anche come Parco della Murgia, rappresenta un fantastico scrigno di bellezze tra arte, natura e archeologia. Il Parco conta oltre 150 esempi di chiese in rupe, affrescate o a bassorilievo, che costituiscono un patrimonio inestimabile d’arte sacra che documenta tutte le stagioni storiche e culturali del territorio.

Tra le altre chiese ipogee la Madonna delle Croci, San Nicola all’Ofra, San Vito, la Madonna degli Angeli, le cripte di Sant’Eustachio, Madonna di Monteverde, Madonna del Giglio, Madonna della Loe.

Il Parco delle Chiese Rupestri, assieme ai Sassi di Matera, rientra nel Sito Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1993.

La Madonna del presepista Artese

La statuetta raffigurante la Madonna con Gesù Bambino tra le braccia, come proteso in segno di benedizione, Regina del presepe del maestro Artese, richiama fortemente la statua bronzea, opera della scultrice olandese Daphnè Du Barry che, da settembre del 2009, ha dato nuovo risalto al Santuario della Madonna del Pollino, situato in località Mezzana di San Severino Lucano.

Il giovane viso della Madonna racconta di una bellezza, traccia eterea del soffio divino. Il Suo sguardo, dolce e deciso al tempo stesso, accompagna il Bambino stretto tra le mani e offerto al mondo.

Il movimento del corpo della Vergine è nell’atto del donare, mentre il bambino Gesù con i piedini giunti e le braccia aperte come in croce appare quasi presagire il suo destino: la crocifissione.

È un messaggio universalmente intelligibile, portatore di empatia e vicinanza tra il popolo dei fedeli, quello veicolato dalla statuetta che, vede una sapiente combinazione di gusto estetico e matrice spirituale e intimistica, tanto che sembra non rivolgersi solamente ai sensi, ma parlare all’ anima.

E’ signum di legami, talvolta invisibili eppure tenaci, che affondano nelle radici dell’esistenza come appunto quello che lega l’uomo alla Vergine Maria.

PROGRAMMA ATTIVITA’ NATALE A FIRENZE

07/12/2017                  ore 10.30 Conferenza Stampa giornalisti presso la sala “Capitolare” della Basilica di Santo Spirito

07/12/2017                  ore 17.00 Benedizione del Presepe monumentale della Basilicata “L’infinito diventa uno di noi” da parte del Cardinale Betori, Arcivescovo di Firenze.

07/12/2017 al

06/01/2018                  Video Mapping della Basilicata proiettato sulla facciata della Basilica di Santo Spirito “Dimora Luminosa”

08/12/2017                  ore 10.30 Celebrazione Santa Messa della Immacolata Concezione della B.V. Maria presso la Basilica di Santo Spirito alla presenza del coro, diretto dal Maestro Edoardo Materassi, Munera Vocal Ensemble.

Al termine della S. Messa seguirà una preghiera al presepe e successive visite alla Sacrestia, al Crocifisso di Michelangelo, al Chiosto e agli acquerelli di Fabrice Moireau“Viaggio in Basilicata”.

16/12/2017                  ore 11.00 Basilica di Santa Croce. Inaugurazione mostra “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento” e narrazione poetica “Legno madre, nome sciame” a cura di Davide Rondoni intervallato da un accompagnamento musicale a cura di Giacomo Grava.

05/01/2018                  Concerto spettacolo “Yeros presenta Fanteim” presso teatro Cantiere Florida

Il concerto/spettacolo si basa su un modo nuovo di fare musica, musica da ascoltare, musica da vedere, sentire percepire.

Un’unione di sensi e suoni che susciterà negli ascoltatori stupore, curiosità, mistero e riflessione.

06/01/2018                  ore 12.00 una delegazione del corteo organizzato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con in testa i Re magi farà sosta al presepe monumentale allestito a Santo Spirito.

Ore 19.00 – Santo Spirito. Spettacolo “LUCeANIA. Voci e suoni dal segreto della terra di Matera”.

Lo spettacolo si articola come alternanza di musica popolare eseguita da Ambrogio Sparagna accompagnato da alcuni musicisti della sua prestigiosa Orchestra di musica popolare dell’Auditorium di Roma e letture di brani a cura del poeta Davide Rondoni, Direttore artistico e curatore dell’intero spettacolo.

Saranno inoltre presenti, in qualità di ospiti di pregio che completeranno la cornice artistica dello spettacolo, la nota attrice di cinema e teatro Iaia Forte e la maggiore interprete di canto popolare toscano, Giuditta Scorcelletti.

03/02/2018                  Istituto degli Innocenti. Salone delle Compagnie.

Concerto spettacolo “ORAZIO IN JAZZ. Dal Carpe Diem alle Satire” Viaggio in versi e musica nell’opera ironica e moderna del lucano Quinto Orazio Flacco con un noto attore del cinema italiano.

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