Alfabeti di terra, la mostra al MIC Faenza in occasione dei cento anni di Germano Sartelli

Dal 18 maggio al 17 agosto 2025 alla Project Room del museo faentino una rassegna delle sue terrecotte. In collaborazione con l’Archivio Sartelli la mostra si pone in dialogo con la l’antologica al Museo di San Domenico a Imola.

Inaugurazione venerdì 16 maggio, ore 18, ad ingresso libero con presentazione di Claudio Spadoni.

Il MIC Faenza celebra i cento anni della nascita di Germano Sartelli (1925-2014) con “Alfabeti di terra” una mostra allestita nella Project Room dedicata ad un ciclo di lavori realizzati con la terracotta che inaugura venerdì 16 maggio, alle ore 18, alla presenza del critico d’arte Claudio Spadoni, di Diego Galizzi direttore del Museo di San Domenico di Imola e Marzia Sartelli dell’Archivio Sartelli.

La mostra si pone in dialogo con l’antologica, a cura di Claudio Spadoni, in corso fino al 13 luglio 2025 al Museo San Domenico di Imola, che racconta l’intero percorso artistico di Sartelli: dai collage degli esordi alle ultime carte lavorate.

Nel suo vario e straordinario percorso artistico, Sartelli ha impiegato diversi materiali umili, inconsueti nella pratica artistica, riciclati e riutilizzati in modalità inaspettate, con un profondo sentire nei confronti della natura e delle piccole cose. Ragnatele, foglie, terra, lamiere arrugginite e intagliate, vetri infranti, cicche di sigarette, garze, tronchi d’albero, carte sono le protagoniste di un’attenta riflessione e di una poesia unica, legati alle tematiche poveriste e precorritrici delle attuali riflessioni ambientaliste.

Le opere in mostra a Faenza sono scelte con l’Archivio Sartelli, che nel 2024 ha inaugurato, a dieci anni dalla scomparsa, la Casa Museo Laboratorio sulle colline imolesi, suo luogo di vita, oggi incluso nell’elenco delle “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.

Andrea Emiliani, grande estimatore dell’artista, lo definisce amorevolmente un “trovarobe di teatro di provincia”, un rabdomante che abbraccia la natura con occhi sempre nuovi, facendola rivivere, cogliendone i minuti dettagli che amplificati raccontano nuovi universi, nuove possibilità, espresse già negli anni ’50 con una serie di lavori informali.

La sua ricerca artistica si intreccia con un percorso che lo porta a collaborare per oltre trent’anni con l’Ospedale Psichiatrico di Imola, in cui allestisce un atelier pittorico, precursore di un modello innovativo di cura delle fragilità, collegandosi ad esperienze internazionali in ambito clinico e medico.

Nel 1962 riceve il premio per la scultura del Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1964 viene invitato alla XXXII Biennale di Venezia. Negli anni ha esposto in diverse situazioni pubbliche e private, privilegiando la sua solitaria riservatezza.

La mostra sarà visitabile fino al 17 agosto 2025.

Info: 0546697311, infor@micfaenza.org , www.micfaenza.org

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