Ad Assisi Suono Sacro con L’occasione fa il ladro di Rossini

Ad Assisi Suono Sacro con L’occasione fa il ladro di Rossini – Domenica 19 agosto alle ore 21.00, presso il Chiostro della scuola Sant’Antonio, gli allievi dei corsi di Canto lirico dei Maestri Maria Grazia Pittavini e Teresa Cardace  daranno vita alla Burletta in Musica in un atto di Gioachino Rossini L’Occasione fa il Ladro ovvero Il Cambio della valigia su libretto di Luigi Prividali, eseguita per la prima volta nel 1812. Accompagnerà al pianoforte il M° Ettore Chiurulla.

Maria Grazia Pittavini curerà la regia dell’opera buffa, che verrà allestita utilizzando la scenografia naturale offerta dal Chiostro di Sant’Antonio, con aggiunta di alcuni elementi scenici e i costumi dell’epoca, realizzati dalla sartoria teatrale Divertilandia di Perugia. Un omaggio al grande compositore pesarese nel 150° dalla scomparsa. Questo nel dettaglio il cast: Francesco Palmieri, bass- baritone, sarà Parmenione; Greta Carlino, mezzosoprano, Berenice; Sara Servili, soprano, Ernestina; Francesco Isidoro Gioia, tenore, Conte Alberto; Francesco Mazzeo, basso, Martino; Michele Corrado, tenore, sarà invece Eusebio. Lucia Fabiano e Giulia Lupo vestiranno i panni dei mimi.

La narrazione contiene una delle solite vicende di complicati scambi di persona, in questo caso doppia. Don Parmenione con il fido servo Martino, e il conte Alberto (in viaggio verso la promessa sposa Berenice che non conosce di persona) si riparano in un locanda a causa di un temporale (il famoso temporale orchestrale che sarà ripreso anche ne Il barbiere di Siviglia). I due stringono amicizia, e Alberto racconta al suo interlocutore del suo matrimonio combinato. Cessato il temporale il conte Alberto riparte, ma il suo servitore, per errore, prende invece della sua la valigia di Don Parmenione. Solo una volta partito il conte, Parmenione e Martino si accorgono dello scambio, e il servo convince il padrone ad approfittare dell’occasione per frugare nell’altra borsa. Don Parmenione apre la valigia e vi trova quello che crede essere il ritratto della promessa sposa Berenice, se ne innamora e decide di approfittare del caso per spacciarsi per il conte Alberto e sposare la ragazza.  Intanto a casa di Berenice, questa, nonostante i dubbi dello zio Eusebio, decide di voler mettere alla prova lo sposo travestendosi da cameriera, mentre la cugina Ernestina (scappata di casa con l’amante, ma da esso abbandonata) vestirà i panni di Berenice. Parmenione e Martino arrivano prima di Alberto, ed Ernestina (presentata come Berenice) si innamora del presunto Alberto, e il sentimento è contraccambiato. Martino però si insospettisce, dato che la ragazza non è quella raffigurata nel ritratto. Subito dopo arriva Alberto, che si innamora a prima vista di Berenice; anche la ragazza prova gli stessi sentimenti, ma decide di mettere alla prova il promesso sposo palesandosi come la cameriera. La situazione si complica con l’arrivo dello zio Eusebio che chiede di conoscere lo sposo: le due ragazze presentano ben due Conti Alberti. Alberto accusa Parmenione di essere un impostore, ma il ladro mostra a tutti il contratto di matrimonio, fugando così ogni dubbio, ed Eusebio invita il vero Alberto creduto un impostore ad andarsene. Tuttavia Berenice ed Ernestina credono nelle parole del povero conte, e la promessa sposa decide di affrontare a viso aperto Parmenione, facendogli un vero e proprio interrogatorio sulla sua situazione familiare (documentandosi con le lettere che il vero Alberto le aveva inviato in precedenza): l’impostore sbaglia ogni risposta, e Berenice comprende la verità. Nel frattempo lo zio Eusebio ed Ernestina decidono di interrogare il servo Martino sulle abitudini del suo padrone, che lo definisce né vizioso né virtuoso, né buono né cattivo, insomma “un di quegli esseri comuni in società”.  Il conte Alberto decide di sfidare a duello don Parmenione per vendicare l’affronto, ma la sfida viene bloccata da Berenice che pretende di sapere la verità: i due allora si accordano, Parmenione racconta la verità sull’imbroglio e afferma di essere innamorato di Ernestina, e Alberto rinnova le sue promesse d’amore. Parmenione decide di palesarsi anche ad Ernestina, la quale rimane stupita: egli è un amico intimo di suo fratello, il conte Ernesto, il quale aveva mandato Parmenione in cerca della sorella fuggita con un seduttore. La ragazza, abbandonata del seduttore, decide di concedere la mano a Parmenione. Anche tra Alberto e Berenice le cose vengono chiarificate. Don Parmenione chiede perdono ad Alberto del fattaccio, ma rimane ancora il dubbio su chi sia la ragazza del ritratto: ella è la sorella di Alberto, il cui ritratto era un regalo dello sposo a Berenice. La farsa si conclude con il doppio matrimonio delle due coppie.

Il libretto di questa deliziosa operina è tratto dal vaudeville Le prétendu par hasard, ou L’occasion fait le larron (1810) di Eugène Scribe.  La prima rappresentazione ebbe luogo il 24 novembre 1812 al Teatro San Moisè di Venezia. Se l’opera all’inizio ebbe una buona fama e fece il giro d’Italia e d’Europa, con la morte del compositore fu eclissata dalle ben più celebri opere buffe, e scomparve dal repertorio. Ebbe però un’importante ripresa nel 1892 a Pesaro, nel centenario della nascita del compositore. La farsa ritornò sulle scene nella seconda metà del Novecento: nel 1962 fu rappresentata alla Piccola Scala di Milano (diretta da Nino Sanzogno con Alvinio Misciano, Wladimiro Ganzarolli ed una giovanissima Fiorenza Cossotto nei panni di Ernestina). La prima rappresentazione al Rossini Opera Festival fu nel 1987 diretta da Salvatore Accardo con Luciana Serra, Luciana D’Intino e Claudio Desderi, e segnò l’ultima regia rossiniana di Jean-Pierre Ponnelle, che morì l’anno successivo (la regia fu in seguito ripresa più volte al ROF, e due volte alla Scala, nel 1988 e nel 2010). L’opera, pur non entrata nel consueto repertorio, conta tuttora un discreto numero di rappresentazioni in Italia. Luciana Serra ha fatto del ruolo di Berenice uno dei suoi cavalli di battaglia; importanti interpreti del ruolo di Alberto furono Rockwell Blake e William Matteuzzi; nel piccolo ma divertentissimo ruolo di Martino si sono distinti Alessandro Corbelli e Roberto Coviello.
Si ricorda che il Festival è sostenuto dal Comune di Assisi e gode del supporto della Presidenza Regione Umbria, della Banca Popolare di Spoleto e del Credito Cooperativo Umbro. Gode inoltre del Patrocinio della Pro Loco Assisi, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco e di Baton for Peace. Fra i partner il supporto organizzativo della Keysound.

Tutte le informazioni e il programma su www.assisisuonosacro.eu

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