I vincitori del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2017

I vincitori del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2017. Il progetto La Regina Coeli del Collettivo Balucani Svolacchia di Perugia ha vinto la dodicesima edizione del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2017, scelto tra nove progetti di spettacolo giunti in finale e mostrati al Teatro India.

La giuria composta da Roberto Canziani, Gianfranco Capitta, Massimo Marino, Simone Nebbia, Laura Novelli, Attilio Scarpellini e Mariateresa Surianello (direttrice e ideatrice dei Premi), e presieduta da Paola Ballerini, nipote di Dante Cappelletti, ha dato le seguenti motivazioni.

Per l’unione tra una scrittura drammaturgica densa e una partitura attorale estremamente consapevole, in grado di rispondere alla complessità del testo con un processo di incarnazione intimamente legato al senso figurale dell’opera; per la capacità, inoltre, di trasfigurare, attraverso un ricorso all’immaginario religioso popolare, la peggiore di tutte le violenze, e cioè l’abuso di potere che si estremizza fino al tradimento dello Stato, evenienza di ordinaria ingiustizia, che la cronaca continua ad imporre sulla nostra contemporaneità.

Il progetto riceve un premio di 6mila euro quale contributo alla produzione.

La giuria è stata concorde nel riconoscere una menzione speciale al progetto Colline della Compagnia R/V di Catanzaro.

La delicatezza con la quale una scrittura letteraria di assoluta eccellenza si trasforma in scrittura di scena, per far sì che l’allusività dei gesti, l’essenzialità delle parole, l’intarsio delle voci, tutti segnali di nitida consapevolezza interpretativa, incontrino un tessuto musicale emozionante. “L’importante è ciò che non si vede”, ha sempre sostenuto Ernest Hemingway, autore del testo da cui la compagnia Ritrovato Volpetti di Catanzaro ha tratto il suo Colline.

I fratelli di Alessandro Leogrande hanno ritirato il Premio Tuttoteatro.com Renato Nicolini 2017, dedicato tradizionalmente ad una personalità della cultura che si sia distinta nella progettazione, nella cura e nel sostegno delle attività culturali e artistiche, esprimendo col suo operare un rinnovamento delle dinamiche relazionali e della stessa politica culturale, e che quest’anno la giuria ha voluto dedicare al lavoro del giornalista e scrittore scomparso il 26 novembre scorso, una giovane vita dedicata ad importanti battaglie civili.

La giuria popolare guidata da Giulio Stasi ha scelto il progetto La teoria del cracker della compagnia Occhisulmondo di Perugia e di e con Daniele Aureli.

La manifestazione, Progetto Speciale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2017 promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale in collaborazione con Siae.

 

La Regina Coeli Collettivo Balucani Svolacchia/Carolina Balucani – Perugia

regia e drammaturgia Carolina Balucani

scrittura di scena Matteo Svolacchia con Matteo Svolacchia

luci e suono Giacomo Agnifili

scenotecnica Emiliano Austeri

 

Un ragazzo di trent’anni viene arrestato in un parco e portato in carcere. In cella immagina di essere Gesù per poter reincontrare la sua mamma. La Madonna, a differenza delle altre mamme, può apparire dove vuole, anche in prigione. Gesù e la Madonna si incontrano. Alla fine del gioco Gesù muore. La nostra storia è ispirata alle vicende di giovani ragazzi morti in carcere ed è dedicata alle loro madri. Il protagonista del monologo è un ragazzo di borgata, che si paragona a Gesù e fantastica di esserlo. Il suo linguaggio è sporco, lontano da un italiano corretto. La figura di Gesù a cui si riferisce il protagonista è mutuata dall’immaginario popolare cattolico delle statuette e dei crocifissi. La religione cattolica, rasentando il feticismo, impone da sempre come valore la sofferenza della Madre e quella del Figlio. La Madonna è predestinata al pianto, suo figlio al sacrificio.

“Per La Regina Coeli abbiamo studiato alcuni casi di cronaca, Cucchi, Franceschi, Uva, ragazzi della nostra età morti in prigione. Con questo lavoro volevo restituire alcune zone buie relative a queste morti. Nel piccolo e nel concreto di accadimenti specifici – “tradotti” attraverso il gioco di immaginazione del protagonista – si mostra il non senso di come è andata. Dopo aver scritto il testo ho scoperto di avere davanti una specie di trattato sul dolore. Nel qui e ora della scena c’è un ragazzo agonizzante dopo l’arresto che si immagina di parlare con sua madre, si domanda cosa penserebbe sua madre delle sue ferite a morte e non vuole farla piangere”. (Carolina Balucani)

 

 

Colline Compagnia R/V – Catanzaro

Tratto da I quarantanove racconti di Ernest Hemingway

di Andrea Volpetti e Francesca Ritrovato

regia di Andrea Volpetti

con Francesca Ritrovato e Andrea Volpetti

luci Javier Delle Moniche

 

Esistono gli elefanti bianchi? È lecito credere che esistano? Immaginare un elefante bianco è come immaginare che esista un posto al di là delle montagne, oltre alla valle deserta e bruciata dal sole, dove una qualche forma di felicità può realmente esserci.

Una giovane donna e un americano aspettano, in una stazione, il treno che li porterà a Madrid. Un treno li ha lasciati in una landa desolata e qui avviene lo scontro. Il passato alle spalle; il futuro a Madrid. Il gioco dei due amanti si è interrotto. Tra l’uomo e la giovane donna è successo qualcosa e da coppia sono diventati singoli individui che affermano i loro io, che annaspano nella confusione, chiedendo il loro spazio vitale. Ma dove stiamo andando? Perché? Potremo essere di nuovo felici, lì dove siamo diretti? Potremo ancora avere il mondo ai nostri piedi? Ci ameremo ancora domani?

Andrea e Francesca guardano da un punto fisso i due personaggi, si ritrovano per ricostruire quel momento di rottura tra i due amanti. Quel punto di osservazione diventerà punti di vista, due: chi ha detto cosa, chi ricorda meglio, chi ha bisogno di ricordare. Nel ricordo cambiano le sfumature.

Come l’ombra di una nuvola che passa sulle colline.

La somma di verità soggettive riuscirà a riconoscere l’oggettività della fine di un amore?

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