Usi e disusi del matrimonio medievale – seconda ed ultima parte

Usi e disusi del matrimonio medievale – seconda ed ultima parte – Ci siamo lasciati con Filippo I di Francia e da qui riprendiamo l’analisi. Coniugato con Berta d’Olanda, il re era diventato padre di un unico figlio (il futuro Luigi VI), la qual situazione non forniva sufficienti garanzie in materia di successione al trono. Così, nel 1092, Filippo decise di consegnare alla legittima consorte il “libello di ripudio”, deciso com’era ad impalmare Bertranda di Monfort.

Fin qui alcunché di trascendentale, se non fosse che questa gentildonna era unita in matrimonio con Folco d’Angiò. Il sovrano comunque se la prese come moglie e la Chiesa rispose dichiarandolo adultero e concubino nonché scomunicandolo.

Tuttavia, per circa tre lustri, Filippo non alzò polveroni in quanto il problema della successione era ancora lontano da porsi. Ma cosa c’entra, domanderete voi, il fatto che il re fosse scomunicato con l’ascesa al trono del legittimo erede? Nulla infatti, giacché l’inghippo non risiedeva nella condizione di Filippo, bensì in quella di Luigi. E passo a spiegare.

Il reale rampollo si trovava in una condizione imbarazzante, dato che aveva prematuramente portato all’altare una donna di lignaggio tale da non essere giudicata idonea a rivestire il ruolo di consorte del futuro sovrano e Filippo temeva che il giudizio negativo che continuava a circolare sulle labbra dei suoi vassalli avrebbe finito per provocare tensioni e lacerazioni. Va infatti considerato che il regno di Francia non era particolarmente esteso e che molti feudatari fedeli alla Corona era titolari di domini territoriali assai più ampi (basti pensare al re d’Inghilterra, anch’egli vassallo di quello di Francia).

La faccenda era complicata e si andava ad aggiungere agli altri numerosi grattacapi che Filippo annoverava dentro e fuori i propri confini. Le nozze di Luigi dovevano per ragion di Stato essere dichiarate nulle, ma la Chiesa gli sbandierava in viso quanto una simile richiesta fosse inaccettabile dal momento che lui stesso – concubino, adultero e scomunicato – non si era piegato ai dettati della Chiesa Romana, l’unica depositaria dell’assoluta autorità di dettare regole cogenti sui costumi dei battezzati. Perciò nel 1105, Filippo I si vide costretto a ripudiare Bertranda, con la quale però continuò a vivere allegramente more uxorio. Comunque, visto che il vecchio sovrano aveva finalmente compiuto atto di sottomissione alla Chiesa, nel 1107 fu sentenziata la nullità delle nozze del figlio Luigi.

Tutto a posto dunque? No, poiché nello stesso anno il Pontefice Pasquale II dichiarò indegno l’arcivescovo di Reims – elevato all’episcopato nel 1106 e investito dal re – nominandone un altro. E non fu un caso che l’incoronazione di Luigi VI del 1108 non venne celebrata nella storica Cattedrale, dove tutti i sovrani di Francia ricevettero l’unzione che legittimava la piena assunzione del trono e la continuità dinastica.

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