Terremoto, il Cnr non esclude altre scosse forti

Terremoto, il Cnr non esclude altre scosse forti – L’incubo terremoto continua a far tremare il centro Italia. Dal Cnr dicono di non essere in grado di prevedere quando e come questa sequenza sismica andrà via via a diminuire, né possono dire in via teorica se non ci saranno altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi nelle aree vicine a quelle colpite in questi ultimi mesi. A sottolinearlo in una nota è il Cnr, Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria in seguito alla scossa di terremoto che ha colpito nuovamente il Centro Italia. Se da una parte questa sequenza “è fortemente preoccupante”, sottolinea ancora il Cnr – Igag, dall’altro lato “la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi”. Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della faglia (Amatrice, Visso, Norcia) “si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0”. Ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, sottolinea il Cnr-Igag, “la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti ad un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta. Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti. E questo processo sta coinvolgendo l’Appennino centrale in questi mesi”. Il terremoto, rilevano gli esperti, “si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato. Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale”.

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