Storia e Materia di Giorgio Galli

La Galleria 102 di Via Margutta Roma, apre i propri spazi con l’obiettivo far conoscere al pubblico le ultime tendenze del contemporaneo ospitando le personali di giovani ma già ampiamente affermati artisti.

Gli onori di casa spettano ad un artista di indubbio valore: Giorgio Galli, il quale, nonostante la giovane età ha già travalicato i confini del nostro paese esponendo in musei di tutto il mondo dal Perù all’Argentina dall’Austria al Marocco, spesso intrecciando il suo percorso artistico con compagni di avventura del calibro di Sebastian Matta, Ugo Attardi, Piero Dorazio ed Agostino Bonalumi. Giorgio Galli nasce a Roma nel 1958. Fin da giovanissimo frequenta l’ambiente artistico romano, conosce Schifano, Angeli, Festa, ma al contrario dei giovani della Scuola di Piazza del Popolo, più orientati verso una figurazione pop, riscopre i metodi artistici degli antichi.

Studia così le antiche tecniche dell’affresco e dell’encausto recuperandole alla nostra sensibilità

attuale. L’Arte di Giorgio Galli si sviluppa poi con l’osservazione dei grandi maestri dell’informale italiano ed internazionale, guarda a Tàpies ma anche all’italiano Giuseppe Uncini, con uno sguardo rivolto al New Dada di Rauschenberg che con i suoi Combine Paintings recupera l’Object Trouvèe nobilitandolo ad opera d’arte.

Recupera così oggetti di scarto come vecchie dinamo, fiori appassiti, fili di ferro arrugginiti applicandoli su tavole dal fondo monocromo composte da miscele di gesso, cenere, olio, pastelli e matite su tamburato in cui spiccano croci, frecce, graffiti, zone ricurve come anse, archetipi di un linguaggio arcaico e tribale conosciuto e registrato nei suoi molteplici viaggi nel continente africano. L’obiettivo del pittore è quello di mettere in dubbio alcune certezze e trasmettere dubbi alla popolazione perché si parli di temi importanti.

Vi è nelle opere dell’artista genzanese un pathos, una tensione emozionale difficile da dimenticare perché ci si perde dentro i ricordi. La storia è da sempre l’interesse principale di Giorgio Galli, storie di denuncia sociale, una chiamata etica al valore della rappresentazione di una realtà sofferta, una scelta di parte sia nella scelta dei temi che in quella dei colori e delle tecniche in cui dal corpo spesso e morbido della superficie emerge talvolta una luminosità di fondo, segnali di una speranza e di un rinnovamento dell’animo umano. La scelta di Galli di rinunciare a seguire un trend più facile ed accattivante, spesso più facilmente mercificabile qual è quello di un figurativo anche rivisitato, denuncia una forza interiore e una determinazione non comuni.

La pittura diventa così lo spazio di una ritualità che trae origini dalla memoria, dai personaggi conosciuti nel suo peregrinare per il mondo, tracce spesso drammatiche, segnali superstiti di un’umanità ormai estinta. Un implacabile e affascinante attraversamento di spazi, luoghi, tempi suggerito da scritte poetiche che ci invitano alla lettura, che ci indicano percorsi interpretativi. Ma di Giorgio è difficile interpretarne i lavori. L’artista rimane ed è chiuso in sé stesso con il suo dolore lasciando parlare solamente i suoi muri composti di cemento ed intrisi di storia e materia. 

Vernissage Mercoledi’ 18 Maggio 2011

Ore 18.30 via Margutta 102

Galleria Margutta 102 | Via Margutta 102 Roma

Tel | +39.06 89019983 begin_of_the_skype_highlighting            +39.06 89019983      end_of_the_skype_highlighting

e-mai | info@margutta102.org

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