Seriramide e Amytis, due donne il cui nome è legato ai giardini pensili

Seriramide e Amytis, due donne il cui nome è legato ai giardini pensili – I giardini pensili di Babilonia, affascinanti ed avvolti da un velo di mistero. Quello che da sempre ha alimentato e nutrito il fascino di quei giardini, dando così vita alla loro leggenda è dovuta alla loro posizione che in greco è indicata con la parola kremastòs (sospeso) che fu poi tradotto in latino con pensilis. In realtà questo tipo di costruzione, in quel periodo, non aveva nulla di magico poiché i pensilia era diffuse e conosciute da tutti e, altro non erano che terrazze cementate.

I giardini venivano chiamati con il nome di Semiramide, la regina leggendaria che, oggi, gli storici hanno identificato con la regina assira Samuramat, moglie di Shamashi – Adad V (823-810 a.C.) nonché madre di Adadnirari.

I Greci la chiamarono Semiramide e le assegnarono moltissime campagne di conquista che portò a termine durante i cinque anni in cui regnò saggiamente al posto del figlio.

Semiramide, si narra che fosse il frutto di un adulterio e per questo motivo fu abbandonata dalla madre dopo pochi minuti dalla sua nascita. La piccola, fu trovata da alcuni pastori che, mossi a compassione, la allevarono per poi cederla in sposa ad un dignitario di Corte. Il re Nino, appena la vide, rimase folgorato dalla sua bellezza e, pur di averla offrì al marito la propria figlia Sosane ma, quest’ultimo rifiutò l’offerta e, il re, offeso da tanta audacia e per il fatto che non poteva avere la bella Semiramide, minacciò di cavargli gli occhi. Il marito spaventato dalla minaccia e preso dalla disperazione impazzì e, non riuscendo a sostenere il peso di quanto gli stava capitando decise di impiccarsi.

In base alla leggenda, si racconta che Semiramide alla morte del marito re, nei cinque anni in cui governò, fondò altre città. Il figlio, intanto, era cresciuto e stanco di stare nell’ombra, ordì un attentato alla vita della madre che, invece di punirlo gli cedette lo scettro del potere.

Molti storici descrivono Semiramide come una bellezza sconvolgente e che il re d’Assiria si fosse innamorato di lei. La donna riuscì a convincere il re a cedergli per cinque giorni il potere e, in quel lasso di tempo, organizzò una grande festa durante la quale convinse i condottieri dell’esercito a seguirla tradendo così il loro sovrano che fu gettato in una prigione e dimenticato.

Altri ancora pensano che la bella Semiramide altri non fosse che una principessa babilonese che giunta sul trono assiro, riuscì a dar vita ad una politica di amicizia con Babilonia.

L’altra donna a cui i Giardini sono legati è Amytis la moglie persiana che il re Nabucodonosor aveva sposato per suggellare un patto con la Media.

Di lei si hanno notizie tramite Diodoro Siculo che, nella sua trattazione di Babilonia, la descrive in questo modo: “Vi era anche il cosiddetto giardino pensile, presso l’acropoli, che costruì non Semiramide, ma un certo re siro, in grazia di una concubina che, a quanto si dice, essendo persiana d’origine e desiderosa di ritrovare i prati dei suoi monti, chiese al re di imitare, tramite gli artifici del giardino botanico, i caratteri particolari del paesaggio persiano”.

Anche sulla bella Amytis aleggiano molte leggende soprattutto sulla sua bellezza e sui prodigi che riuscì a realizzare con i famosi giardini pensili di Babilonia.

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