Quando le lancette dell’anima segnano le dodici

Quando le lancette dell’anima segnano le dodici – “Dalle tenebre mi discosto / dell’anima stampando / referto d’autopsia” sono emblematici versi posti a sigillo della nuova silloge poetica completata da Enrico Pietrangeli negli ultimi mesi. Una raccolta ultimata a distanza di quattro anni da Ad Istanbul, tra pubbliche intimità dal titolo Mezzogiorno dell’animo. Una “diretta” sul dolore alla luce del mezzodì costruita su vigorosi e propositivi versi, composti, perlopiù, sull’onda dell’epilogo estivo di CicloInVersoRoMagna 2011, manifestazione che, per il secondo consecutivo, ha visto l’autore operare a fianco di Gloria Scarperia insieme ad altri alternatisi. Versi “con ciclo inverso e diverso”, corredati da un lavoro di selezione, assemblaggio e rifinitura durante il corso autunnale. Un dolore sezionato esplorandolo in tutte le sue più variegate sfaccettature e suddiviso in dodici sezioni tematiche con alcune prose inserite nella parte conclusiva del testo insieme a un’appendice dedicata all’approfondimento dell’ultima rassegna di poesia e bicicletta. Un lavoro vissuto e testimoniato attraverso una struttura in versi che, a tutti gli effetti, è anche un continuum narrativo ed esplorativo dell’anima. Diversi sono gli argomenti che prendono forma durante la lettura, ma è quello amoroso che esplicita l’ispirazione stessa dell’opera affondando sino a scorgere un “baratro sfiorato”, retaggio della poetica espressa con Di amore, di morte, per infine evolvere oltre, in un’evoluzione del sé capace non solo di rigenerarsi ma di essere altro, “valore aggiunto” nel consolidamento di uno sviluppo emotivo. Il libro, in uscita nei prossimi giorni, contiene immagini di Roberto Colombo in copertina ed è edito da CLEUP.

 

 

 

 

Scheda Libro:

 

Titolo: Mezzogiorno dell’animo

 

Autore: Enrico Pietrangeli

 

Genere: Poesia

 

Editore: CLEUP – novembre 2011

 

 

Estratto dal libro:

 

Porgimi il reale

 

“Che vita ti rimane? Per chi tu sarai bella? Chi più amerai?”

Catullo

 

Porgimi il reale, il non vissuto,

colmando il vuoto idealizzato.

Tendimi una mano, svelati il volto

per tutto questo tempo d’assenza

che, nel torpore, di dolore crebbe,

e, verso il cielo, di geotropismo

ascende, mettendo nel basso

radici, fondi legami alla Terra.

Raccogliamo i frutti del dolore,

dell’ideale riprendiamoci tutto.

Se non presi per tempo,

marciranno frutti maturi

inseminando altro inutile,

superfluo dolore oppure

stipati saranno in frigo,

insipidi frutti fuori stagione.

 

 

[tratto da Mezzogiorno dell’animo – diritti depositati – CLEUP – Enrico Pietrangeli – 2011]

 

Nota biografica:

 

Enrico Pietrangeli, autore della raccolta di poesie Di amore, di morte, pubblicata in versione cartacea (Teseo editore – 2000) e in elettronica (Kult Virtual Press – 2002), collabora con giornali e riviste da diversi anni ed è giornalista pubblicista. Presente sulla scena romana della poesia sin dagli anni Ottanta, ha curato anche rassegne e spettacoli come Poesia da Bruciare, Sicilia Poetry Bike, CicloPoEtica 2010, Nettuno Fiera di Poesia 2010 e CicloInVersoRoMagna 2011. Attraverso la traduzione poetica, si è dedicato all’opera di alcuni autori poco conosciuti. Ha ripubblicato il suo romanzo d’esordio In un tempo andato con biglietto di ritorno (Proposte Editoriali – 2005) con una seconda edizione in elettronica (Kult Virtual Press – 2007) e un’ulteriore silloge poetica dal titolo Ad Istanbul, tra pubbliche intimità (Il Foglio – 2007).

Articolo precedenteEducare alle mostre. Educare alla città
Articolo successivoZeno Travegan, Segni e disegni a La Casa del Jazz