Passaggi azzurri di Mongolia tra archeologia e quotidianita’

Venerdì 9 marzo, alle ore 17 allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, in piazza Cesare Battisti a Trento, si terrà l’incontro “Sotto il Khokh Mong Tengher. Passaggi azzurri di Mongolia tra archeologia e quotidianità”. Relatrice l’archeologa Anna Maria Marras che con l’ausilio di filmati e immagini illustrerà alcune delle più significative testimonianze archeologiche lasciate dalla presenza dell’uomo in un paesaggio immutato da secoli.
Anna Maria Marras ha svolto un post dottorato di undici mesi presso la Mongolian University of Social Science and Technology di Ulaanbator nell’ambito del progetto Erasmus Mundus Bridging the Gap, coordinato dall’Università degli Studi di Trento. Undici mesi trascorsi tra silenziosi viaggi nel vano tentativo di dissetare la curiosità verso ciò che non si conosce, ma anche della quotidianità di una straniera ad Ulaanbator, la città dell’eroe rosso che annaspa nella sua bolla di smog e cemento. Un arco di tempo iniziatico alla cultura e all’archeologia mongola, che per chi proviene da una formazione classica rappresenta una rilettura delle metodologie di approccio allo studio dell’oggetto/soggetto paesaggio.

 

Le steppe della Mongolia inanellano una serie infinite di onde cangianti, verde acceso nei pochi mesi miti e giallastro arido la maggior parte dell’anno, solo il candido riflesso della neve e i colorati tell di pietra degli ovoo, oasi di riti lontani, spezzano questa monotonia bitonale. Sporadica in questo paesaggio è la presenza dell’uomo: gher appaiono isolate, pastori e greggi nomadi si materializzano improvvisi come miraggi, popolando brandelli di una terra tanto vasta da sembrare infinita. Eppure le tracce della storia sono tanto nascoste quanto diffuse, richiedono un lettore attento, che deve allenare gli occhi alle stele cervo, ai khirigsur, sepolture di età preistoriche e all’arte rupestre. 

 

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