Lezione di pittura, al cinema la nascita e la caduta di un artista

Lezione di pittura, al cinema la nascita e la caduta di un artista. Tratto dal romanzo di Adolfo Couve, dal 16 novembre al cinema “Lezione di pittura”: un film che narra la nascita di un giovane talento artistico alla vigilia del Cile di Pinochet.

Il film “Lezione di pittura”, diretto dal regista Pablo Perelman e distribuito in Italia da AHORA! Film, è tratto dal romanzo del narratore cileno Adolfo Couve (1940-1998), perfezionista incurabile e solitario per natura, morto suicida nel 1998.

La storia intessuta da Couve ha affascinato e ispirato il regista cileno a trasporre sul grande schermo la nascita della vocazione artistica di un bambino delle campagne rurali di Llaillay, in cui la vicenda si svolge. Il ragazzo, figlio di una donna single, troverà un mentore nella figura del farmacista del paese, violinista e pittore dilettante.

Il film, pur rispettando le linee guida del romanzo, se ne discosta per una certa impostazione politica e latentemente biografica: a un certo punto diviene evidente che Perelman, attraverso alcune immagini, vuole suggerire e ricreare la dolorosa esperienza di aver perso un fratello durante il governo di Pinochet.

Il film è già in gara per alcuni dei premi più prestigiosi dell’America Latina, tra i quali il Festival Internacional de Cine de Guadalajara Mexico, Festival de Cinema de Gramado Brasil, Festival Internacional de Cine de Valdivia Chile, Semana Internacional de Cine de Valladolid España.

Nel cast il popolare attore Daniel Giménez-Cacho (La mala educación, Blancanieves), Verónica Sánchez, Catalina Saavedra e il giovanissimo Juan José Susacassa nel ruolo di Augusto.

Lezione di pittura” può essere letto come un esercizio estetico astratto in antitesi alla condizione sociale della realtà politica del paese e, proprio come tale, è destinato a perdersi e svanire nel nulla come il piccolo protagonista e le sue opere, in occasione del colpo di stato dell’11 settembre 1973.

Le vicissitudini di Augusto, bambino prodigio di Llaillay, sono narrate dalla voce di Aguiar, farmacista della comunità, violinista e pittore dilettante. Egli comincia a plasmare il talento artistico del ragazzo.

Mentre la storia progredisce, la trama si mescola tra coscienza e incoscienza fino a quando il protagonista trova il suo vero impulso creativo. Il conflitto centrale che la pellicola affronta è molto sentito nel Cile dell’autore: la sensazione di dover affrontare una realtà segreta, un particolare modo di conquistare il mondo che non può essere espresso se non attraverso i materiali della pittura.

Sinossi ufficiale:
«In Cile, durante gli anni ’60, un ragazzo di campagna, figlio di una povera adolescente single, dimostra di avere un prodigioso talento per la pittura. L’uomo che scopre il talento del ragazzo è il proprietario di una farmacia che si trova nella periferia di una piccola città rurale. L’uomo è a sua volta un pittore amatoriale e cercherà di far diventare il ragazzo un grande artista, come tutti quelli citati nei suoi libri d’arte. La storia è narrata dal punto di vista del farmacista che, nello snodarsi della sua vecchiaia, spiega la storia di questo giovane ragazzo che sarebbe potuto diventare un grande genio dell’arte, se solo non fosse scomparso all’età di 13 anni, insieme a tutte le sue opere, l’11 settembre 1973, il giorno del famigerato Colpo di Stato in Cile».

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