Le stelle sono rare

26 gennaio: le Mujeres Creando presentano all’Ex Asilo Filangeri (Via Maffei 4, Roma ore 21,30) il loro Le stelle sono rare (Label Apogeo Records, Marechiaro Edizioni Musicali, Distribuz. Edel Italy). Sul palco: Assia Fiorillo (voce), Igea Montemurro (violino), Giordana Curati (fisarmonica), Anna Claudia Postiglione (chitarre), Marisa Castaldo (batteria e percussioni). Special Guest, e già ospiti del disco, Elisabetta Serio al pianoforte ed Ernesto Nobilicon le sue chitarre e basso. L’appuntamento sarà anche l’occasione per consegnare il cd autografato al folto popolo dei fan che hanno contribuito alla realizzazione di questo disco.

Il lavoro, partorito dopo sette anni di ricerca musicale, cinque in tour con il loro repertorio attuale è stato anticipato dall’uscita (19 gennaio) del singolo e del videoclip di Per sempre e ancora, realizzato da Upside per la regia di Tato Strino e prodotto da Mario Pistolese e Andrea De Rosa.
Le stelle sono rare è un album dedicato al sentimento e al tema più musicale del mondo, l’amore. L’amore visto in tutte le sue sfaccettature, nelle pieghe delle sue gioie e in quelle dei suoi dolori, omofobia compresa. Dieci tracce, di cui nove inedite, in cui questa band composta da cinque musiciste tutte donne e tutte napoletane mescola il suono dei loro strumenti (violino, fisarmonica, chitarra cross-over, percussioni, loop station) e della voce in un amalgama etno pop raffinato e ricco di suggestioni e storie dal sapor mediterraneo.
Dal nouveau tango al gipsy jazz, alla contemporanea world music, fra le note delle Mujeres Creando si sente la dolcezza della morna di Cesaria Évora, ma anche la raffinatezza di Caetano Veloso o l’intensità di Susana Baca. Non mancano i riferimenti della grande canzone d’autore italiana, prima di tutti di Fabrizio De André con le sue Anime salve. Ma anche, perchè no, di Vinicio Capossela, Avion Travel e Pino Daniele. E di certa tradizione mediterranea. Mentre gli arrangiamenti risentono dei profondi ascolti della tradizione francese e della musica dell’Est europeo, Kletzmer e Balcanica.
Una componente fondamentale, che identifica questo disco, è quella ritmica: spesso l’ascoltatore viene guidato, all’interno dello stesso brano, attraverso inaspettati quanto  coerenti cambi di ritmo tra tempi binari e ternari o talvolta
tempi dispari.

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