“La suocera sul petto”, Alessio Biondino presenta il suo nuovo libro

“La suocera sul petto”, Alessio Biondino presenta il suo nuovo libro – Si terrà martedì 6 novembre alle ore 18.30 presso il Mondadori Bookstore di piazza Cola di Rienzo, 81 a Roma la presentazione del nuovo libro di Alessio Biondino, “La suocera sul petto e altre storie vere” (Ianieri Edizioni, collana Forsythia, pp 112, euro 13.50). All’evento interverrà Erminia Ferrari, vedova del grande attore Nino Manfredi.

Già autore del romanzo “Buonanotte, madame”, ispirato al suo percorso assistenziale vissuto assieme a una paziente malata di SLA, Alessio Biondino, romano, classe 1978, infermiere con il vizio dello scrittore, torna in libreria con un album di vicende realmente accadute, che hanno ispirato il racconto di quegli attimi di ordinaria quotidianità in cui c’è bisogno immediato di una mano tesa.

“La suocera sul petto” racchiude storie d’aiuto e di solidarietà, che arrivano dall’esperienza professionale del suo autore, dagli incontri che egli ha avuto durante sua attività di articolista presso una testata giornalistica che si occupa di informazione sanitaria (“Nurse Times”) e da alcune notizie curiose che lo hanno particolarmente colpito, emozionato o divertito.

Sono le storie di eroi silenziosi, di cittadini, pazienti, assistiti che si innestano inevitabilmente in quelle di chi si prende cura di loro, a volte dando vita a situazioni emozionanti, ma anche assurde, imbarazzanti, misteriose e divertenti, che colorano di una travolgente umanità le giornate che i protagonisti dell’aiuto e gli “aiutati” si ritrovano a vivere.

Storie di altruismo ed empatia; galassie, queste, senza le quali il grande universo dell’aiuto non potrebbe esistere. Storie di amore per la vita. E la suocera sul petto, col suo titolo inquietante, vuole proprio essere la metafora della vita stessa; di ciò che da un momento all’altro può renderla assai complicata o metterla a rischio.

Volutamente scritto con leggerezza e ironia, “La suocera sul petto” è un libro delicato e profondo, che ricorda a tutti – con un sorriso realista – la fragilità della condizione umana, da cui nessuno può prescindere, ma che è comunque, sempre, occasione di incontro e di scoperta.

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