La legittima difesa è legge

La legittima difesa è legge – Finalmente il presidente Mattarella ha firmato sulla legittima difesa, quindi da oggi è legge. Sono stato colpito alla disonestà culturale di alcuni commenti. Tipo: il Colle prende le distanze, come se il presidente Mattarella non fosse favorevole. Nella realtà certa stampa segue il pensiero unico che preventivava che l’Italia sarebbe diventato il Far West a causa della legge. Niente di più falso. Il Presidente poteva rinviare alle Camere il disegno di legge ed entro 90 giorni doveva essere ripresentato, e qualora successo, sarebbe diventata legge anche se il capo dello stato fosse stato di parere contrario. Certi commentatori dimenticano che siamo una democrazia e che il Parlamento è sovrano. Mattarella ha fatto solo notare che il turbamento deve essere obiettivo, ma la cosa più importante è che, finalmente ci si può difendere; e che l’aggredito non deve pagare assolutamente i danni che reca per difendersi. Troppe volte dei cittadini hanno trovato dei delinquenti a casa ed hanno reagito all’aggressione, e troppe volte, ripeto, dei giudici li hanno condannati a pagare i danni. Per essere più chiaro se un delinquente di notte o di giorno penetra violando l’intimità della nostra casa o del nostro posto di lavoro e noi reagiamo magari con qualche bastonata, o il nostro cane lo morde, da oggi per legge, questi delinquenti non possono chiedere gli eventuali danni, cosa che è accaduta troppe volte condannando chi ha, giustamente, reagito. Oltre il danno la beffa. Non mi risulta che alcun giudice sia mai stato condannato a risarcire il delinquente che lo ha aggredito. Questa nuova legge, inoltre, permette ai cittadini, che reagiscono alle aggressioni di non pagare le spese legali (che saranno a carico dello Stato) e di non essere rinviati a giudizio, anche in caso di morte del delinquente se turati dall’aggressione. Ovviamente alcuni buonisti non sono d’accordo; ma se loro alle tre di notte vengono aggrediti, violentati, massacrati di botte, seviziati alla ricerca di gioielli o denari nascosti e vogliono reagire offrendo loro un caffè, oppure, una volta dimessi dall’ospedale, inoltrare un messaggio di protesta sul web facciano pure; ognuno è libero di agire come desidera. L’importante che non si possa essere perseguitati dalla legge se qualcheduno si difende in casa o nel posto di lavoro. Ovviamente questo non vuol dire che se vedi un delinquente che ti ruba l’automobile o la bicicletta tu possa sparargli alla schiena; la difesa deve essere sempre proporzionata all’offesa, ma nelle mura di casa il grave turbamento difensivo può sempre accadere. D’altronde i radical chic, quelli che molto ricchi che quasi sempre non danno le mance a differenza del popolo minuto, quelli che abitano in case importanti, comode, con segnali d’allarme, con vigilanza sono unicamente dell’idea che solo nelle periferie si possono scaricare tutti i problemi. Come per esempio quel noto giornalista che con Rolex d’oro al polso, dice in televisione che gli extra comunitari vadano in periferia non ai Parioli dove probabilmente, poverino, abita lui. O come quegli altri noti radical chic che a Capalbio (il loro posto di vacanze e di ritiro preferito) non si possono accogliere i rifugiati extracomunitari; e quando un prefetto qualche anno fa propose di mandarne una trentina per l’accoglienza (per i cattocomunisti non a casa mia ma a casa degli altri) fu immediatamente trasferito. Io per esempio suggerisco al ministro degli Interni di permettere ai vu cumprà di poter offrire la merce nella dorata Versilia (feudo radical chic) e nell’Emilia Romagna o in altre zone dove vivono questi ricchi con la puzza sotto al naso, abituati a bere champagne con tartine al caviale ma che vogliono unicamente che i disperati del terzo mondo siano ammassati nelle periferie e accollati ai poveri italiani che ormai, nella maggioranza, non arrivano alla terza settimana del mese. Ricordo, purtroppo, che le rivolte, le devastazioni popolari che si svolsero sia negli Usa che in Francia non arrivarono mai ai quartieri dei ricchi ma si svolsero nelle periferie più degradate. Un altro modesto suggerimento per quei parlamentari che vogliono una accoglienza diffusa, continua, non regolata, senza ma e senza se per gli degli emigranti; rinuncino ad uno dei tanti palazzi, al centro di Roma, dove hanno i loro uffici (piccoli appartamenti completi di tutto). Poverini, bisogna aiutarli saranno la nostra ricchezza e poi ci pagheranno le pensioni.

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