Invisible Light, la mostra di SHEILA McKINNON alla Camera dei deputati di Roma

Invisible Light, la mostra di SHEILA McKINNON alla Camera dei deputati di Roma. La fotografia cattura le realtà della nostra società più di ogni altra forma di comunicazione visiva. Il lavoro di Sheila McKinnon pone l’attenzione su due dei più pressanti problemi del nostro tempo: diritti delle donne/educazione delle ragazze e cambiamenti climatici. Da una parte è una dei pochi fotografi che offre un’originale prospettiva di entrambi i problemi – in particolare il primo. Il suo lavoro sensibilizza gli spettatori sulla dignità ivi contenuta, la naturale joie de vivre, quando documenta le attività eseguite dalle donne e dalle ragazze in paesi in via di sviluppo con condizioni sociali che le lega ai sistemi nei quali sono inoculate – la continuità dei costumi e la tradizione di leggi ed atteggiamenti in corso da generazioni.

Nelle sue immagini riguardanti il clima, McKinnon espone la bellezza del nostro pianeta – riassumendo l’impetuosità atmosferica che aleggia sopra e sotto – legata alla terra, in una tavolozza pittorica di spettacolari colori e disegnando la naturale fenomenologia che sgorga dalla pancia della terra.

La sua fotografia e il processo creativo con cui viene presentato invitano a una discussione, che dovrebbe espandersi attorno a tutto il globo su vari livelli, sugli effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni migranti, sul nostro approvvigionamento di cibo e acqua e sui tanti svariati modi in cui la nostra reale esistenza è minacciata dall’invasione del cambiamento climatico. Novantasette paesi sono d’accordo su questo e si sono impegnati a partecipare attivamente per invertire il problema.

La mostra è patrocinata dall’Ambasciata del Canada e da Kyoto Club.

 

SHEILA MCKINNON (www.sheilamckinnon.com)

Sheila McKinnon è una rinomata fotografa, giornalista e artista multimediale di origini canadesi, che ha vissuto la maggior parte della sua vita in Italia. Ha lavorato per le principali testate a livello mondiale, come The New York Times, Newsweek e Condé Nast, e con numerose pubblicazioni italiane incluso la Repubblica, il Messaggero, Corriere della Sera, l’Espresso, etc.

McKinnon ha collaborato con organizzazioni umanitarie ed agenzie UN come UNICEF, FAO, UNFPA, IDLO e molte altre.

Ha fatto importanti esposizioni al Museo di Roma in Trastevere, al Palazzo Ducale a Genova, al The Robert F. Kennedy International House of Human Rights a Firenze, al Palazzo delle Esposizioni a Roma e in occasione del G8 a Siracusa, Sicilia, nel 2009, la sua mostra Invisible Women è stata presentata dal Ministero dell’Ambiente italiano.

Ha pubblicato diversi libri e le sue opere sono ricercate da collezionisti in tutto il mondo. Una selezione di 22 immagini di grande formato sono parte della collezione permanente del patrimonio culturale dell’Italia.

fino al 24 febbraio 2018

Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18

Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina – Camera dei deputati

Ingresso di Piazza Campo Marzio, 42 – Roma

 Ingresso libero

Negli ultimi vent’anni le fotografie di Sheila McKinnon hanno ritratto donne, ragazze e bambine. Nella sua più recente mostra “BORN INVISIBLE,” le sue fotografie ritraggono donne e ragazze giovani nel loro quotidiano ambiente familiare in tre continenti: Africa, India e Asia. Il progetto sottolinea l’eredità del silenzio – l’inaudibile presenza di ragazze e donne senza voce: esseri fantasmi sulle cui vite spesso vengono prese decisioni senza il loro consenso.

L’arte visiva, nonostante il rumore sottinteso, è una forma d’arte silenziosa. Nella raffigurazione delle donne e delle ragazze della McKinnon, il silenzio della sua fotografia accompagna il silenzio ereditario dei suoi soggetti, entrambi esponendo la spettanza di “diritti”. Cattura le conseguenze nella loro vita nel contesto del loro presente.

La storia è cambiata poco da quando McKinnon documenta la situazione di queste donne e ragazze. Tuttora è spiegabile solo dal complicato modello di trinceramento e dai costumi generazionali, che ancora dominano le loro società e, più recentemente, dai pericoli dovuti al cambiamento climatico.

Per quanto conosciamo, tanti dei soggetti potrebbero essere diventati rifugiati climatici, che hanno perso i propri mezzi di sussistenza per l’invasione del cambiamento climatico nell’ambiente, non diversamente dagli immigrati che cercano rifugio in Europa, in particolare in Italia.

Quel che non si vede nelle sue fotografie è che il Cambiamento Climatico è incubato da molto tempo: scientificamente dichiarato il maggiore problema del nostro tempo e il fatto, che potrebbe determinare non solo se possa essere raggiunta la pace ancora durante la nostra vita, ma anche la possibile disintegrazione di popolazioni e delle condizione del nostro pianeta come lo conosciamo oggi.

Questa mostra cerca di incoraggiare tutti a scegliere di contribuire a una piattaforma di attivismo politico o personale per supportare aziende, ricerca e lavoro individuale per invertire gli effetti del cambiamento climatico, un’enorme sfida, che deve essere la nostra priorità maggiore.

Una nuova selezione di lavori descrive i pericoli del cambiamento climatico mascherati dietro un’abile esecuzione di un’immaginaria, romantica tavolozza di colori da sogno e un’esplosione di paesaggi astratti; in qualche caso stratificazioni di miscele atmosferiche nascondono la triste e lenta trasformazione del clima sulla terra.

Il cambiamento climatico determina la nostra sicurezza nazionale ed economica, destabilizza le popolazioni, crea condizioni ancora peggiori che inevitabilmente portano ad un ancora maggiore incremento di povertà, malattie e violenza. Continuando a mantenere pratiche culturali tradizionali, gli effetti del cambiamento climatico restringeranno ulteriormente la priorità dei diritti di educazione per le donne e le ragazze.

McKinnon affronta entrambe le questioni simultaneamente, consapevole, che vanno in parallelo e che sono inseparabili.

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