Insieme a Carditello per una terra felice. Il Ministero ai beni culturali acquisisce il Real Sito, sabato la festa

Insieme a Carditello per una terra felice. Il Ministero ai beni culturali acquisisce il Real Sito, sabato la festa – Il Ministro Massimo Bray ha tenuto fede all’impegno preso pubblicamente, ha deciso di acquisire la Reggia di Carditello a patrimonio dello Stato, un segnale importante per lo sviluppo dell’area martoriata dal punto di vista ambientale, culturale ed occupazionale. Una gioia per le associazioni, i movimenti ed i cittadini che in questi anni hanno portato avanti numerose battaglie per la salvaguardia e la rivalutazione del bene.

Per festeggiare insieme il ritorno del Real Sito Borbonico al territorio e al Paese sabato 11 gennaio alle 10:30 presso la Reggia di Carditello il ministro Bray, in una festa intitolata “Un abbraccio per Carditello”, incontra associazioni e cittadinanza per confrontarsi sul futuro del territorio e del bene stesso. Una festa promossa dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con Agenda 21 per Carditello e Regi Lagni e l’Amministrazione di San Tammaro e che lo staff di Terrafelice condivide e saluta come il segno di una fondamentale inversione di tendenza. Per questa ragione abbiamo deciso di dare il via, in questa storica occasione, ad una campagna di promozione sociale volta a sostenere e far crescere questo movimento propositivo creatosi attorno alla Piccola Reggia Borbonica, individuata e sentita come l’epicentro simbolico di un rinnovamento profondo ormai non più rinviabile per tutto il territorio. La campagna si racchiude in uno slogan semplice ma emblematico, “Insieme a Carditello, per una terra felice”.

Con Carditello si riparte dalla cultura e dal turismo per un riscatto che riporti “la terra dei fuochi”  ad essere una terra felice e ricca di opportunità per la comunità. Un segnale di vicinanza da parte dello Stato che fa ben sperare, per passare dalla protesta alla proposta. La residenza borbonica settecentesca che oggi versa nell’incuria e nell’abbandono può diventare, non solo motivo di attrazione turistica, ma anche un’officina di idee e di progetti, un luogo di incontro e di confronto per una nascente rete dal basso capace di promuovere sviluppo e cambiamento sociale.

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