In fondo agli occhi, altro imperdibile appuntamento della stagione Senza Sipario promossa dal Teatro Bertolt Brecht

In fondo agli occhi, altro imperdibile appuntamento della stagione Senza Sipario promossa dal Teatro Bertolt Brecht. Sabato 15 Novembre alle 20:30 e Domenica 16 alle 18:00 un altro imperdibile appuntamento della stagione “Senza Sipario” promossa dal Teatro Bertolt Brecht in collaborazione con l’Ipab SS. Annunziata e la Fondazione Alzaia, all’interno del circuito dei Teatri Riuniti del golfo e del progetto Officine culturali della Regione Lazio.

In scena “In fondo agli occhi” con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari per la regia del grande Cesar Brie, attore, regista e drammaturgo argentino definito un “teatrante di frontiera”: “nella sua storia ci sono le distese sconfinate della Patagonia dove passa parte dell’infanzia. Il tumulto della Buenos Aires dove nasce nel 1956 e dove studia da ragazzo. I  centri sociali di Milano, dove arriva da esiliato a metà degli anni Settanta mentre il suo Paese è in  mano alla  dittatura militare. La luce bianca della Danimarca, dove si trasferisce per lavorare con l’Odin Teatret di Eugenio Barba. Le altitudini boliviane di Yotala, vicino a Sucre, dove ha fondato il Teatro de los Andes e  dove ha fondato un’azienda agricola trasformata in comunità artistica” (Sara Chiappori).

Uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione? Un paese cos’è in fondo se non le persone che al suo interno vivono e si muovono? Un paese non sono le case, non sono le chiese, né i bar o le istituzioni ma la gente che al loro interno abita e ne dà il valore. Un paese malato quindi è fatto da gente malata, come noi. Ma come raccontare tutto questo poeticamente, ironicamente, senza essere retorici o superficiali?

Qui l’incontro con Cesar Brie: “l’autobiografico e l’universale vanno di pari passo: quando mi parli precisamente di te, mi parli del tuo paese, quando mi parli del tuo paese mi parli esattamente di te. L’illuminazione allora: la cecità, la malattia di Gianfranco, maniera autentica e necessaria, di condividere empaticamente il nostro tempo; metafora attraverso cui raccontare la crisi, in quanto fonte di dolore ma al contempo di opportunità per rivalutare l’essenziale e mettersi in gioco in prima persona, svelando ciò che si è così come si è. Inevitabile quindi è diventato affrontare l’aspetto complementare della malattia: la cura, reale esperienza che Gabriella, in scena e nella vita, vive. Come ogni punto di forza può essere nella vita, punto di debolezza, allo stesso modo la fragilità, in scena, può divenire perno su cui esprimere tutto il proprio potere. È nata così la voglia di costruire, a partire da noi, da ciò che sta in fondo ai nostri occhi, un affresco del contemporaneo”.

In scena una barista, Italia, donna delusa e abbandonata dal suo uomo e Tiresia, suo socio ed amante, non vedente, raccontano la propria storia, i propri sogni mancati, le proprie debolezze e le proprie speranze in un bar, metafora di un paese dove: “… non è rimasto più nessuno … perché ci vuole talento anche per essere mediocri …”.

Sono stati, sono e saranno sempre in “crisi” come il paese in cui vivono, logorati dalla propria esistenza oltre che dal proprio rapporto. La finzione, il mescolamento di vissuti da bar, di frammenti autobiografici e di fantasie drammaturgiche e registiche ci hanno portato qui “in fondo agli occhi” quelli di chi scrive, quelli di chi ascolta, quelli di chi legge, quelli di chi piange , quelli di chi ride, di chi guarda ma non vede, quelli di chi sogna, quelli di chi vede ma non si accorge, quelli di chi cerca, quelli di chi un giorno finalmente rivedrà!

 

15 Novembre ore 20:30

16 Novembre ore 18:00

 

In abbonamento/ ingresso 12 euro / ridotto card

 

Teatro Remigio Paone, Formia

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