Il segreto di Susanna e la Notte di un nevrastenico al Centro Santa Chiara di Trento

 

Il segreto di Susanna e la Notte di un nevrastenico al Centro Santa Chiara di Trento – Il Centro Servizi Culturali Santa Chiara torna quest’anno alla produzione di una spettacolo lirico portando in palcoscenico, per la prima volta nella nostra  regione, un piacevole e curioso dittico novecentesco che accosta gli atti unici “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf Ferrari e “La notte di un nevrastenico” di Nino Rota. Due gioiellini lirici accomunati drammaturgicamente dalla messa in scena di un piccolo sotterfugio, che trova come contraltare la paura di essere gabbati. Ermanno Wolf Ferrari e Nino Rota, con impareggiabile humor teatrale e musicale, mettono in ridicolo piccole paure e sottili nevrosi che nella vita reale perdono proporzione, apparendoci come veri e propri drammi. Il debutto è previsto per venerdì 14 dicembre al Teatro Sociale, il sipario si alzerà alle 20,30. Una seconda rappresentazione è in programma nel pomeriggio di domenica 16 dicembre con inizio alle ore 16. Lo spettacolo è inserito nel calendario della Stagione lirica regionale che il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento ha organizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale – Auditorium di Bolzano.

Orchestra
Ensemble “Zandonai” e Conservatori di Musica
“F.A. Bonporti” di Trento e “C. Monteverdi” di Bolzano
direttore Dennis Assaff

Regia Nicola Ulivieri
Scene Filippo Andreatta
Video Armin Ferrari
Costumi Chiara Defant
Luci Marco Comuzzi

IL SEGRETO DI SUSANNA

Intermezzo in un atto di Enrico Golisciani
Musica di Ermanno Wolf Ferrari

Ne “Il segreto di Susanna”, messo in scena per la prima volta a Monaco nel 1909, un segreto inconfessato scatena la furiosa gelosia del Conte Gil che, avendo sentito in casa odore di tabacco, sospetta la presenza di un rivale. La moglie, in realtà, gli nasconde solo la sua voglia di fumare. L’opera è una delicata miniatura musicale, un autentico gioiello di teatro da camera (per soprano, baritono e mimo), che si pone come modello La serva padrona di Pergolesi. Tuttavia la raffinata orchestrazione e lo stretto legame tra fra testo letterario, musicale e gesto teatrale spinsero Felix Mottl ad affermare: «è l’opera più wagneriana che io conosca». Gil viene visto dal regista come un appassionato delle più recenti tecnologie che, in piena Belle Epoque, erano appannaggio esclusivo di ricchi e nobili. Un proiettore a manovella, i primi telefoni e i voli in monoplano, fanno da sfondo alla messa in scena.
Nato a Venezia nel 1876 da padre tedesco e madre italiana, Ermanno Wolf-Ferrari si è formato musicalmente fra Monaco di Baviera e Venezia dove ha lavorato come maestro di coro. Dopo un infelice debutto con l’opera Cenerentola, rinnovò progressivamente il proprio stile operistico ispirandosi a Mozart e Rossini, ma anche alla tarda esperienza verdiana. L’attività di operista lo tenne impegnato per circa trent’anni e particolarmente fortunato fu l’incontro con il teatro di Carlo Goldoni, di cui traspose in musica Le donne curiose (1903), I rusteghi (1906), La vedova scaltra (1931) e Il campiello (1936). Negli ultimi anni di vita – morì a Venezia nel 1948 – Wolf-Ferrari scelse di dedicarsi soprattutto alla produzione strumentale.

Personaggi e interpreti:
La contessa Susanna, soprano – Anna Delfino
Il conte Gil, baritono – Marcello Rosiello
Sante, servitore muto – Klaus Saccardo

LA NOTTE DI UN NEVRASTENICO

Dramma buffo in un atto di Riccardo Bacchelli
Musica di Nino Rota

“La notte di un nevrastenico”, che ebbe la sua “Prima” alla Piccola Scala di Milano nel 1960, ci parla dell’assurda frenesia di un’era che, dagli anni Cinquanta, tutt’ora viviamo. L’albergo, teatro delle nevrosi e dell’insonnia del protagonista, impersonato da Nicola Ulivieri, rende bene l’idea di quella mobilità estrema, ormai necessaria per lavoro come per gli incontri più intimi. Nata come radiodramma, mette in scena un uomo dal sonno leggerissimo che, tra allucinazioni e incubi, minaccia il personale e mette in fuga gli ospiti delle stanze attigue. Con l’ausilio delle tecniche video, prendono vita e consistenza in modo ancor più vivido le presenze reali e surreali all’interno dell’hotel, sottolineando il lato grottesco della vicenda.
L’opera fu composta da Nino Rota su libretto del grande scrittore bolognese Riccardo Bacchelli, che già da un decennio si era assicurato un posto di rilievo nella storia della letteratura italiana con il più noto fra i suoi romani, Il mulino del Po. Il compositore milanese, che già si era cimentato nella scrittura operistica nel 1955 con Il cappello di paglia di Firenze, era noto invece soprattutto per aver realizzato l’accompagnamento musicale per il film Zazà di Renato Castellani (1944) e, sopratutto, per la sua già intensa collaborazione con Federico Fellini: Lo sceicco bianco (1952); I vitelloni (1953); La strada (1954); Il bidone (1955); Le notti di Cabiria (1957).

Personaggi e interpreti:
Il nevrastenico, basso baritono – Nicola Ulivieri
Il portiere, basso baritono – Marcello Rosiello
Il commendatore, tenore – Filippo Pina Castiglioni
Lei, soprano – Anna Delfino
Lui, tenore – Gianluca Arnò
Il cameriere, tenore – Gianmaria Aliverta
Quattro camerieri: Julia Aichner, Francesca Martinelli, Gianmaria Aliverta, Enrico Marchesini

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