Il regista Fabio Cavalli a scuola di autore nella Casa Circondariale di Trento

Il regista Fabio Cavalli a scuola di autore nella Casa Circondariale di Trento – Oggi, per la prima volta, la Casa Circondariale di Trento ha aperto le porte a un consistente numero di studenti provenienti dai licei di Trento, Rovereto e Riva del Garda nell’ambito del progetto “Scuola d’autore” voluto dall’IPRASE. Gli studenti hanno avuto infatti l’opportunità di entrare nella nuova struttura carceraria di Spini di Gardolo per confrontarsi con chi quotidianamente vi lavora, con un giudice di sorveglianza e con un gruppo di detenuti. Alla visita era presente il regista teatrale Fabio Cavalli, in questi giorni in regione per dialogare con gli studenti dei licei su “Cesare deve morire”, il film dei fratelli Taviani girato nella sezione di massima sicurezza del carcere di Rebibbia a Roma. “Il teatro – ha spiegato ieri il regista nel corso di un primo incontro al Liceo Da Vinci – è in grado di dare speranza ai carcerati. C’è infatti un spazio, c’è un attimo, sul palcoscenico, in cui possiamo dimenticarci di chi siamo per scioglierci in un abbraccio collettivo”. E in questo l’arte sembra giocare un ruolo decisivo: solo il 5% di chi frequenta in carcere attività artistiche – ricorda Cavalli – ricade nel crimine, a fronte del 60% di chi invece ne resta lontano.

 

Ieri pomeriggio presso il liceo Leonardo da Vinci c’è stato il primo incontro del regista teatrale Fabio Cavalli con gli studenti del biennio. Fabio Cavalli è regista teatrale presso il Carcere di Rebibbia e co-sceneggiatore del film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino. Il regista durante l’incontro ha sottolineato come la maggior parte del pubblico che assiste agli spettacoli messi in scena dai detenuti sia composto principalmente da giovani. “Questo – ha spiegato il regista – dà modo di abbattere le barriere di pregiudizio, ma soprattutto fa capire ai giovani che cos’è un carcere. Da un lato il teatro in carcere permette ai giovani di comprendere meglio e con atteggiamento non buonista il dolore che si patisce per la perdita di libertà. Dall’altro lato consente di mettere in atto elementi di dissuasione rispetto a certi comportamenti negativi”.
Oggi gli studenti di alcune classi dei licei di Trento, Rovereto e Riva del Garda hanno avuto l’opportunità di entrare nella Casa Circondariale di Trento. All’incontro dal titolo, “La sostenibilità di un moderno trattamento rieducativo tra esigenze di sicurezza e risorse degli istituti penitenziari”, sono intervenuti il magistrato di Sorveglianza Arnaldo Rubichi e lo stesso Fabio Cavalli, che sono stati introdotti dal direttore della Casa Circondariale di Bolzano e Trento Annarita Nuzzaci. Fabio Cavalli incontrerà domani (sabato 4 maggio) anche gli studenti del liceo Russell a Cles e, nell’ambito di una collaborazione con alcune scuole della provincia altoatesina, interverrà a Bolzano presso il liceo Pascoli.
Si tratta dunque di un’iniziativa di respiro regionale che coinvolge oltre cinquecento studenti e una trentina di insegnanti. Per tutti loro si tratta di portare a termine un percorso di studio e sensibilizzazione su un importante tema di cittadinanza, in un frangente che vede quella carceraria come una della emergenze della già complessa situazione italiana. Il regista genovese aveva incontrato gli insegnanti della provincia di Trento lo scorso novembre per un seminario introduttivo nel quale aveva fornito spunti di riflessione e materiali di lavoro. Da allora è cominciato il lavoro nelle classi che culmina ora con il confronto diretto con gli studenti.
Va sottolineato che il valore formativo di questa attività consiste nell’uscire dall’aula e costruire il sapere attraverso il rapporto con l’altro, soprattutto toccando con mano il percorso di sofferenza che si attraversa e si vive durante la detenzione. Ma l’attenzione è puntata soprattutto sulla funzione rieducativa che la nostra Costituzione affida al carcere. E questo proietta i giovani verso una dimensione di futuro più solida, inclusiva e indubbiamente più democratica. Un’esperienza, dunque, che si muove nel delicato, difficile ma fondamentale ambito del potenziamento delle competenze di cittadinanza.
L’iniziativa rientra nel progetto “Scuola d’autore” di IPRASE, curata da Amedeo Savoia e Francesco Rubino in collaborazione con la Casa Circondariale di Trento, l’Assessorato all’istruzione e sport e il Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento. (gz)

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