Il Quartetto Klimt: viaggio attraverso l’Ottocento con un’incursione nel terzo millennio

Il Quartetto Klimt: viaggio attraverso l’Ottocento con un’incursione nel terzo millennio – Mercoledì 27 giugno, ore 21.30, al Chiostro della Biblioteca Classense

Ritorna a Ravenna Festival il Quartetto Klimt, uno dei più prestigiosi gruppi di musica da camera italiani. Dopo il concerto del 2016 dedicato a Morton Feldman, il Quartetto – Matteo Fossi (pianoforte), Duccio Ceccanti (violino), Edoardo Rosadini (viola) e Alice Gabbiani (violoncello) – si presenta con un programma che accosta musiche di Franz Schubert, Robert Schumann, Gustav Mahler, Alfred Schnittke e del compositore italiano contemporaneo Azio Corghi. Costituitosi nel 1995 presso la Scuola di Musica di Fiesole, si perfeziona con Trio di Milano a Fiesole e dal 2000 studia per diversi anni con Pier Narciso Masi. Nell’aprile 1998 vince il primo premio al Concorso internazionale di musica da camera “Gaetano Zinetti” a Sanguinetto (VR) e da allora intraprende una carriera che lo porta nei più prestigiosi festival e sale da concerto italiani, inaugurando nel 2001 la prima edizione dei Concerti del Quirinale di Roma. il Quartetto Klimt si è avvalso dei consigli e del sostegno di artisti quali Carlo Maria Giulini, Natalia Gutman, Krisztof Penderecki (di cui ha eseguito in prima italiana il Sestetto), Maurizio Pollini. Quest’ultimo ha invitato il Klimt ad esibirsi durante la cerimonia di premiazione di “Una vita nella musica” 1999 a Venezia, e gli ha devoluto nel 2001 la borsa di studio “Arturo Benedetti Michelangeli”. Da sempre attento alla promozione e alla divulgazione della musica contemporanea, il Klimt ha pubblicato nel 2014 la prima registrazione mondiale di Piano, violin, viola and cello di Morton Feldman ed è dedicatario di brani di autori quali Alessandro Solbiati, Francesco Antonioni, Matteo D’Amico, Ivan Vandor, Giancarlo Cardini, Giorgio Gaslini, ma affronta con grande rigore anche il repertorio più classico, come dimostra il programma del concerto a Ravenna.

La serata si apre con l’Adagio e Rondò concertante in fa maggiore D487 di Schubert, composto nel 1816 per violoncello con accompagnamento di violino, viola e pianoforte. Scritto per il violoncellista Heinrich Grob, in realtà non riserva al violoncello un ruolo particolarmente rilevante, considerandolo piuttosto alla pari degli altri strumenti. Si tratta di una composizione giovanile, con una scrittura ancora settecentesca che risente dello stile brillante di Hummel.

Segue il Quartettsatz in la minore di Gustav Mahler, un lavoro giovanile del 1876, seguito dal rifacimento del compositore russo Alfred Schnittke, scritto poco più di un secolo più tardi, nel 1988. Mahler compone il Quartettsatz a sedici anni, durante gli studi al Conservatorio di Vienna. Dell’opera ci sono pervenuti un unico movimento, Nicht zu schnell. Entschlossene gli schizzi di uno Scherzo (una ventina di battute). Si tratta di un lavoro che risente dello stile brahmsiano, forse in virtù dell’influenza del pianista Julius Epstein, di cui Mahler era allievo, ma che rivela la conoscenza del grande repertorio pianistico romantico e una capacità di elaborare la forma-sonata e l’armonia in maniera del tutto originale. Alfred Schnittke riprende il Quartettsatz di Mahler nell’opera che porta la doppia dicitura Quarto Concerto grosso / Quinta Sinfonia e diventa la base del secondo movimento, l’Allegretto, di cui il Quartetto Klimt esegue la versione cameristica. Schnittke dunque lavora su un’opera mai terminata, non con l’intento di completarla ma lavorando sull’incertezza di ciò che avrebbe potuto essere, in un lavoro introspettivo di costruzione e decostruzione, che solo alla fine lascia riemergere la musica originale di Mahler.

¿…aimez-vous S…? di Azio Corghi, composto tra il 2007 e il 2008 come pezzo d’obbligo da eseguire fra le prove del Concorso internazionale Premio Trio di Trieste del 2009, si basa sulla rilettura timbrica del Träumerei di Schumann (Kinderszenen op. 15), a cui si sovrappongono, creando “imprevedibili interferenze”, frammenti tematici appartenenti ad altre opere cameristiche di Corghi e, in conclusione, la citazione di un masque del compositore inglese seicentesco William Lawes. Stando alle parole dello stesso autore, le “imprevedibili interferenze” fanno parte di un gioco auto-ironico volto a nascondere il nome del dedicatario.

Si chiude tornando all’Ottocento con il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 di Schumann, scritto nel 1842, anno particolarmente prolifico nell’ambito della musica da camera. Si tratta di un importante lavoro nel quale il compositore tenta una conciliazione tra la scrittura equilibrata propriamente cameristica e la propensione ad un esuberanza orchestrale, avvalendosi delle peculiarità timbriche ed espressive dei singoli strumenti per lavorare sull’elaborazione tematica e sul contrappunto.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 20 euro (18 ridotto).
‘I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 9 euro

In occasione di ogni concerto del Festival alla Classense si rinnova l’opportunità di uno speciale doppio percorso di visita – attraverso la Biblioteca stessa e il vicinissimo Museo TAMO – che attende il pubblico a partire dalle 18.30. Il percorso è accessibile su prenotazione a chi acquista il biglietto unico (10 euro) per tre visite guidate in lingua italiana al Teatro Alighieri, alla Biblioteca Classense e a TAMO. Il biglietto è disponibile presso la Biglietteria del Teatro Alighieri, Ravenna Incoming, uffici IAT e online (www.ravennafestival.org). Disponibile il giorno di visita anche biglietto ridotto a 7 euro per la sola visita a Classense e TAMO.  Info e prenotazionivisiteguidate@ravennaincoming.it| +39 0544 482838/35404

Quartetto Klimt
Matteo Fossi 
pianoforte
Duccio Ceccanti violino
Edoardo Rosadini viola
Alice Gabbiani violoncello

Franz Schubert
Adagio e rondò concertante in fa maggiore D487

Gustav Mahler
Quartettsatz in la minore

Alfred Schnittke
Quartetto in la minore (dal Quartettsatz di Mahler)

Azio Corghi
¿…aimez-vous S…?

Robert Schumann
Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47

Ci sono relazioni che superano lo spazio e il tempo. Come quella che, a oltre un secolo di distanza, lega il giovane Mahler, allievo di Conservatorio a Vienna alle prese nel 1876 con un’esercitazione, un Quartetto di cui ci lascia il primo movimento e sole 27 battute di uno Scherzo, con il maturo Schnittke che, in Russia nel 1988, decide di partire proprio da quel frammento, forzando l’audacia formale e armonica già insita in Mahler con la sensibilità di chi ha vissuto tutte le contraddizioni del Novecento. Il Quartetto Klimt, dall’alto di oltre un ventennio di sodalizio, incornicia il binomio con l’urgenza espressiva dell’op. 47 composta in soli cinque giorni all’apice del fervore cameristico di Schumann, con la brillante raffinatezza da “pezzo d’occasione” dell’Adagio e Rondò di Schubert, ma anche con Corghi, eloquente incursione nel nuovo millennio.

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