Il nuovo Museo delle Palafitte di Fiavè apre i battenti

Il nuovo Museo delle Palafitte di Fiavè apre i battenti – L’appuntamento per tutti gli appassionati di archeologia, ma non solo, è sabato 14 aprile 2012 a Fiavé, dove verrà inaugurato – con una festa che si annuncia ricca di sorprese -, il nuovo Museo delle Palafitte di Fiavé, una delle 111 località che costituiscono il sito dedicato alle palafitte preistoriche dell’arco alpino entrate a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il museo, curato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento, racconta le vicende dei diversi abitati palafitticoli succedutisi lungo le sponde del lago Carera, bacino di origine glaciale, tra tardo Neolitico ed età del Bronzo. Oggi, nella sala stampa della Provincia, la conferenza stampa di presentazione del nuovo Museo delle Palafitte di Fiavé con l’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza; il sindaco di Fiavé Nicoletta Aloisi; il dirigente Livio Cristofolini; il direttore Franco Nicolis e i curatori del museo Paolo Bellintani e Luisa Moser della Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici; l’assessore alla cultura del comune di Ledro, Alessandro Fedrigotti e Romana Scandolari del Museo di Ledro. Ed è toccato all’assessore Panizza sottolineare la soddisfazione per un traguardo raggiunto, “che il mondo dell’archeologia ma anche le Giudicarie esteriori attendevano da tempo. E’ dunque un momento felice, dopo il riconoscimento che l’UNESCO ha voluto assegnare al nostro patrimonio palafitticolo, e che segna un ulteriore salto di qualità nella creazione di quella rete culturale e museale diffusa che non a caso, per quel che riguarda le proposte legate all’archeologia, troveranno nella nuova stagione turistica una specifica proposta da parte di Trentino marketing. Infine, guai dimenticare che il nuovo Museo nasce con il decisivo contributo delle realtà locali, a partire ovviamente dal Comune di Fiavè, e trova nel rivolgersi alle scuole una sua specifica, importante missione”.

 
Gli scavi diretti da Renato Perini, iniziati nel 1969 e proseguiti fino all’inizio degli anni Novanta, hanno portato alla luce resti di capanne costruite sulla sponda lacustre (3800 – 3600 a.C), ma anche secondo il classico modello della palafitta in elevato sull’acqua (1800 – 1500 a.C. circa). Un’evoluzione di questa tipologia sono le capanne su pali ancorati ad una complessa struttura a reticolo adagiata lungo la sponda e sul fondo del lago (1500 – 1300 a.C.). Negli ultimi secoli del II millennio a.C. l’abitato si spostò sul vicino Dos Gustinaci, dove sono state rinvenute abitazioni con fondazioni in pietra.

 

L’eccezionale stato di conservazione non solo dei pali, ma anche di molti altri materiali organici, rende queste palafitte particolarmente affascinanti, consentendo di penetrare in aspetti della vita delle comunità preistoriche generalmente sconosciuti alla ricerca archeologica.

 

Il museo espone una selezione degli straordinari oggetti, rinvenuti dagli archeologi nel corso delle ricerche, che suscitano stupore per la loro modernità. Sono migliaia i materiali caduti in acqua, accidentalmente o gettati al tempo delle palafitte, preziose testimonianze di notevoli conoscenze tecniche e costruttive e di abilità artigiana. Si tratta di vasi in ceramica, ma anche di monili in bronzo e – rarissimi all’epoca – in ambra baltica e in oro. Una collezione unica in Europa è quella costituita dai circa 300 esemplari di oggetti in legno: stoviglie e utensili da cucina, fra i quali tazze, mestoli, vassoi, strumenti da lavoro come secchi, mazze, falcetti, trapani, manici per ascia, oltre ad un arco e alcune frecce. Le particolari condizioni ambientali dei depositi lacustri hanno restituito persino derrate alimentari come spighe di grano, corniole, nocciole, mele, pere.

 

Un intero piano del museo è dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana al tempo delle palafitte: un’esperienza unica che permette di immergersi nell’atmosfera del villaggio palafitticolo di 3500 anni fa.
Oltre al grande plastico che ricostruisce il villaggio “Fiavé 6”, diversi ambienti svelano di volta in volta il lavoro di contadini e pastori, la vita attorno al focolare domestico, la cucina, la moda, i segreti dei metallurghi e cacciatori. Di particolare suggestione sono anche gli elementi scenografici che richiamano i pali di supporto delle palafitte, i modellini ricostruttivi e i filmati.

 

Una sezione del museo, curata dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, è dedicata all’unicità del biotopo Fiavé-Carera, riserva naturale provinciale e sito di importanza comunitaria. Quest’area protetta è infatti una delle torbiere più estese del Trentino, ricca di vegetazione, luogo di riproduzione di molte specie di rettili e anfibi e punto di sosta per uccelli migratori.
Il progetto scientifico del museo è di Paolo Bellintani e Luisa Moser, archeologi della Soprintendenza trentina, mentre l’allestimento è dell’architetto Franco Didoné. Grafica e scenografie sono state curate da Gruppe Gut – Officina di design. I filmati sono stati realizzati da FORMAT, Centro Audiovisivi P.A.T. Il grande plastico che ricostruisce un villaggio palafitticolo dell’Età del Bronzo è opera di Gigi Giovanazzi. (md)

 

Museo delle palafitte di Fiavé
Fiavé (Trento), via 3 Novembre
Inaugurazione sabato 14 aprile ore 14.30

 

Orari
15 – 22 aprile: tutti i giorni ore 10-18
23 aprile – 19 giugno / 21 settembre – 30 novembre: sabato, domenica e festivi ore 14-18
negli altri giorni visite per gruppi su prenotazione
20 giugno – 20 settembre: da martedì a domenica ore 10-18

Articolo precedenteXIX edizione del salone dell arte, del restauro e della conservazione dei Beni Culturali di Ferrara
Articolo successivoArte e creatività oggi, con Philippe Daverio ed Elda Cerchiari