Germinazioni e sinestesie di Stefano Curto, in mostra alla Casa dei Carraresi di Treviso

Germinazioni e sinestesie di Stefano Curto, in mostra alla Casa dei Carraresi di Treviso – Nuovo appuntamento espositivo per l’artista della luce, Stefano Curto che, dopo un anno davvero intenso – Padiglione veneto della 54ma Biennale, Boswall House e Saatchi Gallery di Londra, per citare alcune delle mostre a cui ha partecipato – fa ritorno sulla scena italiana, proprio nella sua città, Treviso, nella prestigiosa sede di Casa dei Carraresi, in occasione della mostra Germinazioni e Sinestesie che aprirà i battenti il prossimo 15 aprile.

Curata dalla critica veneta Marica Rossi, la mostra pone l’accento sulle contaminazioni fra le percezioni sensoriali in arte proponendo una selezione di lavori di sei artisti tra cui spiccano i quadri di luce di Stefano Curto che si inseriscono perfettamente nell’humus della mostra perché il suo universo immaginifico cattura l’osservatore e lo coinvolge in una condivisione creativa per mezzo di un linguaggio affascinante.

L’artista del cosmo e della tradizione alchemica torna in questa occasione a indagare la dimensione sensoriale con diversi lavori che nascono da una tavolozza rara e preziosa che costituisce il tratto distintivo dell’artista. Curto “dipinge” utilizzando cristalli, pietre e minerali dalle tinte naturali, declinati in una vastissima varietà di forme, dove ogni singola gemma viene scelta come fosse una pennellata sulla tela e disposta nella cornice da lui designata per raccontare storie lontane.

Viaggiatore curioso, spinto dal desiderio di conoscenza, nella mostra Curto ci accompagna nel suo mondo emozionale, multiforme e sfaccettato, con la Sindone Nera. Un’opera di grande suggestione, nata dopo un lungo soggiorno in India nel corso del quale l’artista ha saputo immergersi nell’intensità della dimensione religiosa che pervade la vita quotidiana della popolazione. Composta su un grande pannello di plexiglass con circa 18 mila cristalli, l’immagine del Cristo è realizzata con innumerevoli gemme bianche rettangolari disposte in verticale, “in caduta”, per creare un volto che appare da una tetra pioggia nera.

Oltre a questo lavoro intriso di forte misticismo, nella mostra spiccano altre opere di Curto fra cui The Marvellous Flight of Coexistence, un “tappeto volante” che, attraverso una sorprendente tavolozza di colori composta da migliaia di pietre dalle forme più svariate, allude all’indissolubile legame e alla coesistenza fra i popoli rivelando la dimensione filosofica ed esoterica dell’artista.

Quelli usati da Curto sono materiali di grande fascino che, uniti alla perfezione esecutiva e un grande senso estetico, determinano l’esplosione creativa e consentono di entrare in un mondo parallelo di infinita immaginazione e di grande valenza simbolica. “I segni e i segnali del suo linguaggio inconfondibile – afferma il critico Stefano Cecchetto – restano, nell’opera di Stefano Curto, la dichiarazione di un’identità svelata, ogni sua opera è l’incessante biografia di un autoritratto; perché svolgere un tema per l’artista significa coinvolgere/portare dentro al proprio mondo anche gli altri e renderli partecipi di un emozione che travalica il personale per diventare universale”

Nato a Segusino in provincia di Treviso nel 1966, Stefano Curto, insieme alla passione per la musica, che compone fin dall’età di quindici anni, e per i lunghi viaggi intorno al mondo, sviluppa la passione per le gemme. Apre giovanissimo un laboratorio in cui svolge con successo il lavoro di incastonatore di cristalli su diversi materiali disegnando ed eseguendo complessi disegni per le più importanti griffe della moda. La parte alchemica del suo lavoro, quel mettere insieme gli elementi materici nella composizione di un’opera singolare e irripetibile, lo spinge a consolidare nuove esperienze visive che poi utilizza per la realizzazione dei suoi manufatti. Intraprende numerosi viaggi soprattutto nei Paesi asiatici per la scoperta di nuovi linguaggi e differenti culture, che aprono i suoi orizzonti e lo mettono in relazione con l’universo infinito e misterioso delle filosofie orientali. Stefano Curto vive e lavora nella sua casa studio di Valdobbiadene.

Casa dei Carraresi, Treviso

15 aprile | 10 maggio 2012

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