Dellai alla inaugurazione di Estro: Bisogna tenere duro

Dellai alla inaugurazione di Estro: Bisogna tenere duro  – “Questa giornata aggiunge una nota di fiducia e di speranza ad un panorama tormentato. Dopo altre iniziative che hanno visto coinvolte realtà come Telecom e Gpi si inaugura oggi un nuovo laboratorio nel campo delle tecnologie dell’informazione, con una prestigiosa realtà industriale, Engineering, che lavorerà a fianco dei nostri centri di ricerca. Tutto ciò risponde a una visione di lungo periodo, che ci impone di tenere duro. Engineering lo sta facendo, in un momento difficile per l’economia internazionale. Questo è l’atteggiamento che dobbiamo mettere in campo tutti noi quando scommettiamo sui grandi investimenti in ricerca e innovazione, se vogliamo costruire un futuro che dia prospettive di lavoro qualificato ai giovani e di crescita alle nostre imprese.” Con queste parole il presidente Lorenzo Dellai ha sottolineato, stamani a Povo, l’importanza dell’inaugurazione di Estro, il laboratorio di ricerca e sviluppo costituito da Trento Rise, sigla che raggruppa le varie realtà del sistema della ricerca trentino nel campo dell’Ict e che costituisce uno dei sei nodi di rete a livello europeo – l’unico per l’Europa del sud – dell’Eit (European insitute of innovation and technology), e dal gruppo Engineering, il primo in Italia sul versante delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, con 6500 dipendenti e circa 760 milioni di ricavi nel 2010. Il laboratorio di Trento impiegherà inizialmente circa 30-40 persone, assunte sia in Italia che all’estero.

Folto il pubblico accorso oggi a Povo, presso la sede di Trento Rise, per l’inaugurazione del laboratorio Estro, centro di ricerca pubblico-privato nel settore delle tecnologie informatiche che opererà soprattutto nel campo dell’innovazione al servizio della qualità della vita in tutti i suoi aspetti, dalla salute all’ambiente, dalla cultura ai servizi.
“Crediamo sia molto importante che le aziende leader nel settore vengano a stabilirsi qui – ha detto il chairman di Trento Rise Paolo Traverso nell’introdurre l’evento – , in modo tale da lavorare gomito a gomito con gli istituti di ricerca. Anche la prossimità fisica è un importante fattore di sviluppo, perché, come dicono a volte i ricercatori, spesso le idee migliori nascono alla macchinetta del caffè. C’è però soprattutto un valore simbolico dietro a questo momento, che rimanda ad una nostra convinzione profonda: la ricerca non può più stare da sola, non può più lavorare separatamente rispetto sia alle aziende sia alla pubblica amministratore e ai decisori politici. Il confronto e le sinergie sono indispensabili se vogliamo che la ricerca scientifica dia un contributo fattivo alla società. Al tempo stesso ci auguriamo che aziende e pubbliche amministrazioni credano nella ricerca, la identifichino come una risorsa importante. Solo così può nascere, come in questo caso, una feconda partnership pubblico-privata”.

Michele Cinaglia, presidente di Engineering, fra i primi dieci attori europei nel software e servizi, ha sottolineato le difficoltà che anche un’azienda sana, che paga circa 10.000 stipendi all’anno, attraversa in questo momento. Perché allora la scelta di investire in una nuova iniziativa, e di farlo proprio a Trento? “Per la serietà di questo territorio – ha detto Cinaglia – , che vediamo in molti campi diversi. Cominceremo con alcune decine di persone, selezionate sia in Italia che all’estero. La prospettiva è quella di espanderci ulteriormente, nel tempo, coniugando ricerca e produzione. Partiremo con un progetto di telemedicina, nella convinzione che essa possa al tempo stesso migliorare le prestazioni del servizio sanitario e ridurre i costi. Abbiamo le risorse per fare un eccellente lavoro e la volontà per farlo.”

Il presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia ha esposto brevemente il percorso che ha portato questa realtà, espressione del sistema della ricerca trentino nel campo dell’Ict, a diventare uno dei sei nodi di rete europei di Eit, con un investimento da parte dell’Europa che ammonta attualmente a circa 100 milioni all’anno. “Siamo sempre stati molto bravi a fare progetti di ricerca in collaborazione con altre realtà, come richiesto dall’Europa. Un po’ meno forse a produrre innovazione. E’ questo un problema comune a tutta l’Europa. Fatichiamo a produrre massa critica, ovvero a disporre di tutte le componenti necessarie per sviluppare un certo progetto e un certo prodotto. C’è bisogno anche di una collocazione fisica, di un nodo, dove trovare tutto questo, che sia ovviamente in rete con il resto del mondo. Noi in Trentino come possiamo fare per raggiungere questa massa critica? E’ proprio la scommessa che ci giochiamo ora. Sul piano della ricerca sappiamo di essere competitivi. Ci serviva poi un’utenza per le innovazioni prodotte, e abbiamo puntato innanzitutto sulla domanda pubblica. Non si tratta di una scelta di retroguardia: ciò è avvenuto anche all’inizio della Silicon valley. Un settore pubblico che non solo investe in innovazione ma utilizza le innovazioni, per metterle al servizio dei cittadini, è un elemento di grande importanza. La terza componente fondamentale è ovviamente l’impresa. Ecco quindi l’importanza del laboratorio che nasce oggi, per iniziativa da un lato del mondo della ricerca e dall’altro di una grande impresa del settore, e con il pieno sostegno della Provincia autonoma di Trento. Lavoreremo mettendo l’uomo al centro, su innovazioni che consentano di migliorare la qualità della vita, e anche questa non e una scelta operata a caso, ma si basa sulle vocazioni del territorio: ambiente, turismo, salute, cultura, servizi.”

Grande soddisfazione è stata espressa infine dal presidente Dellai, per il quale “questa iniziativa premia l’atteggiamento che abbiamo sempre avuto, un atteggiamento positivo, di fiducia nei confronti dei risultati che gli investimenti in ricerca e innovazione possono produrre. L’importante è tenere duro, è perseverare, altrimenti non è possibile raggiungere la massa critica di cui parlava prima il presidente di Trentro Rise. Benvenuta anche la volontà dell’azienda di fare di Trento la sede non solo di un laboratorio di ricerca ma anche di una linea produttiva. Di ciò beneficeranno le nostre stesse imprese, in una logica di partnership, di filiera.

In Trentino, dunque, ha preso forma uno dei grandi punti di qualità a livello nazionale in materia di Ict. Se avessimo ascoltato chi all’epoca della fondazione dell’Irst criticava Luigi Stringa per le sue scelte, chi diceva che era meglio occuparsi di boschi che di intelligenza artificiale, oggi non saremo qui. Ecco, è questo il significato del ‘tenere duro’, è a questo che conduce la capacità di insistere. Anche accettando il fatto che quando si scommette sul futuro una parte degli investimenti non porteranno frutto, quantomeno non subito, nel breve periodo. Lo stesso vale per gli investimenti in risorse umane. E parlo non solo dell’università ma della scuola, con le novità che la interesseranno nel prossimo futuro, a partire dagli istituti tecnici. Anche qui dobbiamo fare uno sforzo di volontà, affinché le forze del cambiamento non vengano fagocitate da quelle di chi si accontenta dell’esistente, di ciò che già c’è.

Parlavo qualche tempo fa del rischio solitudine. Non è solo un rischio che riguarda il sociale. La solitudine è anche prodotta da una mentalità autoreferenziale e conservativa. L’antidoto è uno solo, mettere in discussione l’esistente. Tutti sono chiamati a farlo, la pubblica amministrazione, i cittadini, le imprese. Il Trentino deve essere, tutto assieme, un grande laboratorio, che genera soluzioni di qualità ed è poi in grado di portarle fuori dal proprio territorio.

Dobbiamo avere fiducia. – h
a concluso Dellai – pur se consapevoli che la strada è in salita, che il 2012 sarà un anno ancora difficile. E non possiamo perdere neanche un minuto nel rapportarci a questi scenari di cambiamento. Un Trentino che ha investito nella conoscenza, nelle intelligenze dei giovani, trentini e non trentini, non può perdere tempo a chiedersi continuamente se la sua Autonomia è giustificata o meno. Deve lavorare a costruire un futuro che dia prospettive di lavoro qualificato ai giovani e di crescita alle imprese. Deve guardare avanti.”

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