Castel Thun, ultimo appuntamento fra musica e storia con Le ore del castello

Sabato 23 agosto a Castel Thun

Ha preso spunto dal tema della mostra «Dosso Dossi – Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio» il programma 2014 della rassegna «dicastelincastello» che sta accompagnando l’evento espositivo con oltre quaranta serate, poste in calendario in sette manieri del Trentino. Spettacoli curiosi e intriganti, come lo fu la pittura dell’artista lombardo che per circa due anni – tra il 1531 e il 1532 – fu invitato da Bernardo Clesio a decorare le sale del Magno Palazzo.

Alla pittura di Dosso, caratterizzata da un peculiare gusto verso l’insolito, il bizzarro e l’umoristico e spesso incline all’evocazione fantastica, si è ispirata la scelta degli eventi promossi dal Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento e curati dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con Museo Castello del Buonconsiglio e Coordinamento Teatrale Trentino.
La rassegna «dicastelincastello» ha inteso rinnovare, con questa sua terza edizione, l’invito a godere dello straordinario patrimonio artistico rappresentato dai castelli del Trentino frequentandoli in occasione di alcune serate davvero speciali che, animate da visioni fantastiche, risuoneranno di voci e di suoni capaci di ricreare, a distanza di secoli, quell’atmosfera di intelligente divertimento e di sottile ironia che caratterizzò la vita di corte del Cinquecento e che Dosso Dossi ci racconta nei suoi quadri e nei suoi affreschi.
Sabato 23 agosto alle 18,30 è in programma nel Loggiato dei Cannoni a Castel Thun lo spettacolo «LE ORE DEL CASTELLO», un appuntamento insolito per scoprire, accompagnati da un gruppo di attori e musici, le atmosfere del castello all’imbrunire. Ritrovare i colori del tramonto, le storie che si raccontano prima che cali la notte. Mentre la valle diventa buia, gli ultimi bagliori del sole sulle montagne circostanti ci suggeriscono avventure di maghi e di streghe.
I racconti, affidati alle voci degli attori Bruno Vanzo e Giuliana Germani, saranno ispirati a tematiche quali il conflitto fra “Amor sacro e amor profano”, il vino e la festa, le danze cortigiane e popolari. Sarà resa testimonianza di un sontuoso banchetto a base di cacciagione organizzato nel castello in epoca cinquecentesca e non mancherà un appropriato accompagnamento musicale con strumenti antichi. Allo spettacolo seguirà la visita guidata al castello. (f.l.)

CASTEL THUN

Castel Thun viene citato per la prima volta in un atto vescovile del 1258, relativo al conferimento del dosso di Belvesino alla famiglia Thun. La concessione prevedeva il diritto di costruire un castello che prese il nome dal luogo in cui venne edificato. Il nucleo originario del castello, datato alla metà del XIII secolo, era costituito da un mastio probabilmente racchiuso da una palizzata in legno. Nei secoli successivi la struttura fu interessata da continui ampliamenti e migliorie, che la trasformarono da modesto fortilizio a grandiosa residenza. Nel corso del Trecento furono costruiti diversi fabbricati all’interno della cinta, a ridosso della muratura stessa. Nel Cinquecento la parte residenziale fu sopraelevata e abbellita sulla scia del rinnovamento architettonico e artistico, di gusto rinascimentale, promosso dal principe vescovo Bernardo Cles (1514-1539). Anche gli apparati difensivi furono completamente ridefiniti nel corso del XVI secolo e in quello successivo.Gli ultimi importanti interventi architettonici si ebbero nel Settecento; fu attuata una regolarizzazione generale del palazzo mediante il livellamento dei piani, secondo il gusto del tempo. Molte superfici esterne furono intonacate per creare un senso di omogeneità nella costruzione. Le invasioni napoleoniche segnarono profondamente il castello, che venne saccheggiato e spogliato di gran parte degli arredi. Con la fine del principato vescovile (1803) la famiglia perse i proventi delle rendite ecclesiastiche; il loro generoso mecenatismo, unito agli investimenti sbagliati di Matteo II Thun (1813-1892), rese irreversibile il tracollo finanziario. Nel 1926 i proprietari furono costretti alla vendita del castello, che venne acquistato dal ramo boemo della famiglia Thun, gli Hohenstein. Questi lo abitarono fino al 1985 quando il conte Zdenko, ultimo discendente, morì senza lasciare eredi. Nel 1992 il castello fu acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, che lo ha aperto al pubblico nel 2010, dopo un impegnativo restauro. Castel Thun rappresenta una delle più prestigiose residenze trentine, con oltre 150 stanze che conservano gli arredi originali delle diverse epoche.

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