Bella, simpatica e fantasma

Bella, simpatica e fantasma – Era un sabato sera come tanti quando, un bel giovanotto di nome  Filippo fu invitato da un suo amico ad una festa in un locale. Filippo amava ballare divertirsi e decise, quindi, di accettare l’invito. Si preparò con cura e andò alla festa.
C’erano molte ragazze ma, l’attenzione di Filippo, fu catturata da una giovane che indossava un abito lungo bianco che le lasciava le spalle scoperte su cui cadevano dei morbidi boccoli neri. Fu un colpo di fulmine. I due trascorsero tutta la serata ballando e chiacchierando.

Verso mezzanotte la ragazza volle sedersi vicino ad una finestra a chiacchierare ma ebbe un brivido di freddo e Filippo le prestò il suo cappotto per scaldarla mentre le andava a prendere una tazza di cioccolata calda. Al suo ritorno inavvertitamente fece cadere qualche goccia di cioccolato su una delle maniche del cappotto ma non ci diede peso. Poco dopo la giovane gli chiese se la poteva accompagnare a casa perché era stanca. Filippo, seguendo le sue indicazioni arrivò davanti al cancello del cimitero e fermò la macchina. La ragazza, con un sorriso disarmante, gli disse di essere arrivata a destinazione. Lui ipotizzò che fosse la figlia del custode e dopo averle aperto lo sportello per farla scendere si mise d’accordo per passare il giorno dopo a riprendere il suo cappotto e magari fare una passeggiata.
La giovane, dopo avergli dato un leggero bacio sulla guancia si congedò da lui confermando l’appuntamento per il giorno successivo. L’indomani, come da accordi, Filippo tornò al cimitero e bussò alla porta del custode presentandosi e chiedendo di vedere la giovane di cui però non ricordava il nome.
L’uomo, dopo averlo ascoltato gli disse che lui abitava da solo e che non c’era alcuna ragazza. Filippo non si perse d’animo e descrisse la ragazza nella speranza che il custode la conoscesse e che potesse dirgli come rintracciarla. Man mano che Filippo descriveva la bella sconosciuta il viso del custode diventava sempre più bianco sino a quando, l’uomo, alzando una mano, gli disse di interrompersi e di seguirlo. Senza dire una sola parola condusse Filippo tra i sentieri del cimitero sino ad una tomba ed indicò la foto sulla lapide. Filippo, che non capiva cosa stesse accadendo ed il motivo per cui quel signore lo aveva portato sino a lì guardò la foto e sgranò gli occhi: era la giovane con cui aveva danzato e parlato tutta la notte e, sul bordo della lapide c’era appoggiato il suo cappotto. Il custode a quel punto spiegò a Filippo che quella era la figlia che era morta in un incidente stradale di ritorno da una festa.

Questa volta fu Filippo a restare a bocca aperta per aver danzato con una bellissima donna che altri non era che un fantasma.

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