Al via la decima edizione di Cinema, storia e…

Al via la decima edizione di Cinema, storia e… – Un mondo di bambini a la Casa della memoria e della storia il 16, 17 e 18 novembre 2011 ore 17.30

 

Il 20 novembre 2011 si celebra la XXII Giornata Universale dei Diritti dell’Infanzia, istituita per impegnare gli Stati al rispetto della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.

Ad essa è dedicata questa decima edizione di “Cinema, storia e….”, un’occasione per riflettere sul valore e i diritti dei bambini e delle bambine con uno sguardo ad epoche e realtà diverse, alle situazioni di disagio, di sottomissione e di sfruttamento.

La scelta di film e documentari che hanno trattato storie e drammi dell’infanzia rappresenta una proposta di lettura del tema e al tempo stesso un contributo di conoscenza per accrescere l’ascolto, il rispetto e la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

Iniziativa a cura dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico – Dipartimento Cultura – Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali, Associazioni residenti e Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia.

 

MERCOLEDI’ 16 NOVEMBRE ● ORE 17.30

 

Proiezione del film I BAMBINI CI GUARDANO di Vittorio De Sica (1943, Italia – 90′).

A seguire il documentario PIAZZÀTI di Giorgio Diritti (2009, Italia – 53’).

 

 

GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE ● ORE 17.30

 

Proiezione del film KIRIKÙ E LA STREGA KARABÀ di Michel Ocelot (1999, Francia – 75′).

A seguire il documentario HEART – QUAKE di Mark Olexa (2010, Italia – 52′).

 

 

VENERDI’ 18 NOVEMBRE ● ORE 17.30

 

Proiezione del film SALAAM BOMBAY! di Mira Nair (1988, India – 113′).

A seguire il documentario GLI OCCHI PIÙ AZZURRI. UNA STORIA DI POPOLO

di Simona Cappiello e Manolo Turri Dall’Orto (2011, Italia – 45’).

 

 

INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI

 

 

 

● MERCOLEDI’ 16 NOVEMBRE 2011 – ORE 17.30

 

Proiezione del film I BAMBINI CI GUARDANO di Vittorio De Sica (1943, Italia – 90′).

A seguire il documentario PIAZZÀTI di Giorgio Diritti (2009, Italia – 53’).

 

I bambini ci guardano

Pricò, bambino di sette anni, vive attraverso i suoi occhi innocenti i fatti che portano alla dolorosa dissoluzione della sua famiglia: la passione per un altro uomo della madre e le sue ripetute fughe da casa portano sempre più alla disperazione il padre Andrea che, esasperato dal secondo e definitivo allontanamento della donna, decide per l’epilogo più drammatico: il suicidio. Un dramma familiare scandito dalla perfida ed inumana curiosità della gente comune che, immancabilmente e senza pudore, s’intromette in vicende tanto delicate con un mero cicaleccio malizioso. Poco prima del tragico gesto, il padre porta il piccolo in un collegio; in seguito, appresa la notizia della scomparsa del padre, Pricò si trova faccia a faccia con la madre e l’anziana governante, Agnese e saluta con un abbraccio solo quest’ultima, senza rivolgere alcun gesto d’affetto verso l’altra donna.

Straziante mélo di Vittorio De Sica, tratto dal romanzo “Pricò” di Cesare Giulio Viola. Se il contesto e i torbidi intrighi sentimentali sembrano da feuilleton, la psicologia del bambino è invece definita con una sensibilità eccezionale. Sceneggiatura splendida di Cesare Zavattini.

 

 

Piazzàti

“Affittare” i propri bambini era prima di tutto una questione di sopravvivenza, una sofferta decisione, peraltro molto diffusa in tutto l’arco alpino. Spesso i “Piazzàti” passavano un’infanzia non semplice, i maschi tra monti e pecore, le femmine come servette in case di benestanti; tutti ricompensati però da un pasto caldo al giorno che a casa propria non poteva sempre essere assicurato. Un film dove più che cercare risposte si pongono interrogativi: sul senso dell’infanzia, della famiglia, del gioco e delle difficoltà, ieri come oggi. Il documentario è realizzato con una particolare cura fotografica, evidenziando i tempi naturali degli intervistati e quindi essendo essi prevalentemente anziani, si è preferita un’impostazione classica di tipo cinematografico. Il primo approccio storico e quindi l’indagine sul fenomeno, è in realtà la chiave per entrare in una lettura più profonda, umana, sociologica. Sono evidenziati il rapporto con le “radici”, gli stati d’animo dell’infanzia, e come questi diventino nel tempo le basi del nostro esistere, il riferimento coscio o inconscio del nostro agire.

In collaborazione con “ARANCIAFILM S.r.l.”

 

● GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE 2011 – ORE 17.30

 

Proiezione del film KIRIKÙ E LA STREGA KARABÀ di Michel Ocelot (1999, Francia – 75′).

A seguire il documentario HEART – QUAKE di Mark Olexa (2010, Italia – 52′).

 

Kirikù e la strega Karabà

È il miracolo della vita che trionfa grazie all’amore della verità e il culto della saggezza radicati nell’Africa profonda e primordiale. Il lungometraggio animato Kirikù e la strega Karabà è un miracolo africano che si realizza grazie alla riconquista dell’elemento essenziale della vita: l’acqua. E in questa travolgente favola dai mille colori surreali e dalle note incantevoli di Youssou N’Dour il piccolo Kirikù è il messaggero predestinato a salvare la sua gente dalle tenebre della superstizione. Grazie a lui potremo fare una salutare immersione totale in una cultura da riscoprire e salvare, dove il materialismo lascia il posto alla spiritualità, dove la frenetica corsa alla ricchezza e al potere si piegano di fronte alla semplicità e alla forza dell’animo, dove l’odio e la violenza si dissolvono nell’amore. E come in tutte le belle favole il finale è un miracolo dell’amore.

 

Heart- Quake

Shpresa, una giovane donna di 26 anni, vive con cinque figli in una degradata campagna del Kosovo. Analfabeta e isolata, lei ed il marito non comprendono la gravità della malattia che ha il loro ultimo figlio affetto dalla sindrome di down, ma ora la situazione è molto seria. Così quando l’ASVI, associazione di volontari italiani, dopo aver sottoposto il bambino ad una serie di analisi propone a Shpresa un intervento al cuore che potrebbe salvare la vita del piccolo, lei si sente sollevata. La volontaria Marinella si occupa della sistemazione della madre e del figlio in un appartamento milanese dove i due vivranno giusto il tempo dell’operazione e della convalescenza prima di far ritorno in Kosovo. Ma nei giorni che precedono l’intervento, una serie di chiamate del marito a Shpresa trasformeranno quest’ultima da madre premurosa a donna distratta non più interessata alle cure dell’associazione. Un’agile camera cattura i vividi stati d’animo di Shpresa e le reazioni perplesse di Marinella di fronte ad una situazione che nessuno avrebbe potuto prevedere.

In collaborazione con ZeLIG School for Documentary.

 

● VENERDI’ 18 NOVEMBRE 2011 – ORE 17.30

 

Proiezione del film SALAAM BOMBAY! di Mira Nair (1988, India – 113′).

A seguire il documentario GLI OCCHI PIÙ AZZURRI. UNA STORIA DI POPOLO di Simona Cappiello e Manolo Turri Dall’Orto (2011, Italia – 45’).

 

Salaam Bombay!

La vita del piccolo Krishna non è mai stata semplice. È solo un bambino. Ma non ha chi pensa a lui. E come se non bastasse, il circo per il quale lavorava lo ha abbandonato a sua volta. Il ragazzo si reca allora a Bombay, dove la realtà, forse, è ancora peggiore. Qui si intruppa nell’esercito dei diseredati come lui: torme di bambini che lottano per la sopravvivenza. Nel quartiere si dorme per terra, circola droga, si pratica la prostituzione. Krishna aiuta come può i più deboli, diviene portatore di tè ma finisce in carcere… Ammirevole primo film (premiato a Cannes nel 1988 con la Camera d’or) che, come ogni opera neorealistica seria, nasce da un meticoloso lavoro di ricerca e documentazione. Evita quasi sempre le trappole del patetico.

 

Gli occhi più azzurri. Una Storia di popolo

Tra il 1946 e il 1952 più di 70.000 bambini del Sud furono salvati dalla fame, dall’analfabetismo o dalle malattie grazie allo sforzo e alla solidarietà di donne e uomini che iniziarono a sognare una nuova Italia e che li accolsero come figli loro, per dei periodi più o meno lunghi. La nascita dei ‘Comitati per la salvezza dei bambini’, nell’immediato dopoguerra, rappresenta un esempio di sostegno spontaneo e organizzato che unì Nord e Sud, poveri e benestanti, nello sforzo comune di sostenere l’infanzia.

Il documentario raccoglie i ricordi e le memorie di questi nonne e nonni di oggi, diventati preziosi testimoni di una pagina sociale poco nota, mai studiata, eppure esemplare: una nazione in difficoltà – l’Italia del secondo dopoguerra – che si mobilita per proteggere i figli di tutti. I protagonisti principali di questo documentario sono piccoli inconsapevoli, il più delle volte indisciplinati, scugnizzi con il viso segnato dalla fame, ma pieni di vita ed energia. Oggi, le loro testimonianze, insieme a quelle di chi li accoglieva nelle proprie case, li vestiva e sfamava, insegnava loro a leggere e scrivere e li accompagnava su e giù per l’Italia, raccontano un quadro di grande solidarietà e di lotta per la sopravvivenza.

Questo documentario parla di quel viaggio, fisico ma anche simbolico, dal Sud verso l’Emilia Romagna, la Toscana, il Piemonte, l’Umbria, che avvicinò due Italie così distanti per lingua e cultura. Oltre alle interviste ai bambini di allora, il documentario contiene le testimonianze dell’ ex sindaco di Napoli Maurizio Valenzi, della moglie Litza Cittanova, della senatrice Luciana Viviani, organizzatori del Comitato napoletano e del regista Carlo Lizzani, allora documentarista per il Partito comunista italiano. I materiali di repertorio provengono da archivi storici italiani: l’Archivio fotografico Carbone, la Biblioteca nazionale di Napoli, l’Archivio dell’UDI nazionale, l’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio), l’Archivio storico delle Ferrovie dello Stato e Biblioteca Poletti di Modena.

In collaborazione con Fondazione Gerardo Chiaromonte e Parteutile.

 

 

 

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA

Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere)

00165 Roma

Ingresso libero

lun-sab 9.00 – 19.00

dom: chiuso

Tel. 06 6876543 – 060608

www.casadellamemoria.culturaroma.it

 

 

Sponsor della Casa della Memoria e della Storia Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena

Articolo precedenteNuova stagione al Brascafè del Museo di Roma
Articolo successivoAl via la nuova expo B2B Around Bar Roma Show