Al Teatro Due Roma, è di scena lo spettacolo Lo sguardo di Sof’ja

Il 2-3 Novembre 2011 presso il Teatro Due Roma, Vicolo dei due macelli (Piazza di Spagna) all’interno della Rassegna “Sguardi Svelati”, che proprio ieri è stata annunciata con un incontro Stampa.  Correlato alla rassegna, Giovedì 27 Ottobre 2011 – h. 17:00, all’interno dell’appuntamento “Sguardi D’Essai“, ci sarà l’incontro dal titolo “Lo sguardo di Sof’ja. Sull’arte fotografica di Sof’ja Tolstaja”, un incontro/conversazione con Lorenzo M. Mucci, autore e regista di 7900 meli – Storia di Sof’ja e Lev Tolstoj con proiezioni di immagini fotografiche di Sof’ja Tolstaja.

 

http://teatrodueroma.wordpress.com/2011/07/30/7900-meli-storia-di-sofja-e-lev-tolstoj-2-e-3-novembre-2011-sguardi-s-velati-ii-ed/
http://teatrodueroma.wordpress.com/sguardi-dessai/appuntamenti/

 

Dall’8 al 13 Novembre 2011 presso il Teatro dei Documenti di Testaccio, inserito all’interno di una minirassegna sulle mogli di grandi geni della scrittura. Vi segnalo l’incontro/racconto con le Scuole il giorno Giovedì 20 Ottobre 2011 – h. 11:00.
http://www.teatrodidocumenti.it/

 

Settemilanovecento meli storia di Sof’ja e Lev Tolstoj dai diari di Sof’ja Tolstaja uno spettacolo di Altredestinazioniteatro, il 2 Novembre 2011 approda a Roma lo spettacolo della giovane compagnia toscana che racconta gli inizi del matrimonio del grande scrittore.

 

 

Dal 2 al 3 novembre 2011 va in scena all’interno della “Rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile II edizione” al Teatro Due Roma e dal 9 al 12 novembre 2011 nello spazio del Teatro dei Documenti a Roma la storia dei primi anni di matrimonio tra Sof’ja e Lev Tolstoj, la nascita della loro relazione e la complessità del loro rapporto. Protagonisti Elisa Proietti e Luigi Ragoni, attori di Altredestinazioniteatro.

 

 

Nel 1903 Tolstoj pianta personalmente, nella tenuta di Jasnaja Poljana, 7900 meli arrivati dall’Italia.  Quella dei meli è una presenza costante nella biografia di Lev. Inaugurato dalla madre, il meleto fu incrementato, rispettando la tradizione, in occasione del matrimonio tra Lev e Sof’ja.

 

 

Lo spettacolo è il tentativo di cogliere sul nascere e illuminare i primi anni del matrimonio tra il già affermato, trentaquattrenne, Lev e la diciottenne Sof’ja attraverso un corto circuito tra i diari e le opere letterarie. Un tentativo di immaginare la vita di una coppia che molto fece parlare e al contempo di scoprire come quella vita si innesti nell’immaginazione del grande scrittore.

 

 

Gli studi apparsi negli ultimi anni hanno rivalutato la figura di Sof’ja che per molto tempo ha risentito dell’immagine di ‘isterica’ che si era guadagnata durante gli ultimi anni di vita di Tolstoj, nel tentativo di mantenere alla famiglia i diritti d’autore delle opere. Quella che appare è una donna intelligente, con ambizioni artistiche che precedono l’incontro con Tolstoj. Una donna che pur amando profondamente il proprio compagno e ammirandone il genio rivendica comunque una propria autonomia. Una donna capace di sopravvivere (letteralmente) nel dare al proprio compagno tredici figli ma anche capace di lottare per mantenere salda una complicata gestione familiare. Lo spettacolo racconta le loro vicende fino alla notte in cui, per la prima volta, Lev Tolstoj si allontana volontariamente dalla propria casa e dalla propria famiglia.  Lo spettacolo è interpretato da due giovani attori formatisi alla Scuola d’Arte Drammatica P. Grassi di Milano. Elisa Proietti ha recitato con Massimo Navone, Jean-Claude Penchenat, e Mimmo Sorrentino. Luigi Ragoni è stato diretto da Massimo Navone, Maurizio Smidht e Eleonora D’Urso. La regia è di Lorenzo Maria Mucci.

 

 

drammaturgia e regia Lorenzo Maria Mucci

con Elisa Proietti e Luigi Ragoni

‘la stanza di garza’  e oggetti di scena Beatrice Meoni

costumi Sartoria Teatrale Fiorentina

allestimento tecnico Fondazione Teatro di Pisa

organizzazione e promozione Monica Drusian e Jonathan Retico

 

una produzione Altredestinazioniteatro

 

spazio minimo: m. 6×6

impianto luci 12 canali con almeno 1 americana e 4 stativi (in questo caso occorre un’apertura di 7m) pianta luci su richiesta

impianto audio con mixer, lettore cd e predisposto per collegamento a computer

 

contatti: M. Drusian 328 5497146   drusian@altredestinazioniteatro.it     www.altredestinazioniteatro.it

 

settemilanovecento meli storia di Sof’ja e Lev Tolstoj

 

“Per il genio bisogna creare un ambiente tranquillo, allegro, comodo; al genio bisogna dare da mangiare, bisogna lavarlo, vestirlo, bisogna trascrivere le sue opere  un numero infinito di volte, bisogna amarlo, non fornire pretesti per la sua gelosia, perche sia sereno; bisogna nutrire ed educare gli innumerevoli figli che il genio procrea, con cui però si annoia e non trova il tempo di stare, perche deve comunicare con i vari Epitteto, Socrate e  Buddha e deve lui stesso tentare di diventare uno di loro.

E quando i componenti della cerchia familiare hanno dato tutto – giovinezza, forze, bellezza – per servire questi geni, si sentono rimproverare di non averli capiti abbastanza.”

 

S. Tolstaja, I Diari

 

 

“Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”

 

L. Tolstoj, A. Karenina

 

 

Negli ultimi anni, diversi studi hanno rivalutato il ruolo e la figura di Sof’ja Tolstaja nella biografia dell’illustre marito. Numerosi testi (da cui sono stati tratti anche film) hanno scandagliato la loro relazione ripercorrendone soprattutto gli ultimi anni.

 

 

La lettura dei diari che Sof’ja tenne dal 1862 – anno in cui, 18 anni appena compiuti, sposò Lev Nikolaevič – fino al 1910, anno della morte dello scrittore, illuminano aspetti diversi di un sodalizio familiare durato 48 anni e che fu messo a dura prova dalla personalità del grande Tolstoj, uomo ammirato da tutto il mondo in quegli stessi anni e ancora oggi. Basti pensare che la morte di Tolstoj nello sperduto villaggio di Astapovo fu uno dei primi eventi ‘mediatici’, seguito dalla stampa dell’epoca “in diretta” con decine di giornalisti, fotografi e perfino cineoperatori che si recarono sul posto.

 

 

I diari di Sof’ja ci raccontano di una donna intelligente e con ambizioni artistiche che precedono l’incontro con Tolstoj. Una donna che pur amando profondamente il proprio compagno e ammirandone il genio rivendica comunque una propria autonomia.

 

 

Insieme ai diari di Lev ci raccontano di un uomo dalla personalità complessa, di un uomo che fa leggere alla giovane sposa i propri diari in cui racconta tutte le sue precedenti storie amorose. Di un uomo che fonda una rivista sull’educazione ma non si occupa minimamente dei figli. Ci raccontano di una vita reale che fertilizza – o forse contamina – l’immaginazione dello scrittore.

 

Abbiamo scelto di occuparci dei primi anni di matrimonio fino alla notte in cui, per la prima volta, Lev Tolstoj si allontana volontariamente dalla propria casa e dalla propria famiglia. Abbiamo cioè cercato di comprendere la nascita della relazione tra Lev e Sof’ja.

 

 

I meli sono una presenza costante nella biografia di Lev Tolstoj. Piantati inizialmente nella tenuta di Jasnaja Poljana dalla madre di Lev, il meleto fu incrementato, rispettando la tradizione, in occasione del matrimonio tra Lev e Sof’ja. Molti sono i riferimenti ai meli che si trovano nei diari e nelle lettere fino al 1903, quando Tolstoj pianta personalmente – facendoli arrivare dall’Italia – 7900 meli. Ci è sembrato questo un gesto tipico per il grande scrittore, per il quale sembra sempre assolutamente necessario andare fino alla radice di ogni storia. Da questo episodio prende il titolo il nostro spettacolo.

 

I diari di Sof’ja, i diari e le opere di Lev. La realtà e la fantasia letteraria: da questo corto circuito nasce lo spettacolo. Rileggere quelle pagine nel tentativo di immaginare la vera vita ma anche di aprire uno spiraglio per guardare la vita confondersi con l’immaginazione.

 

 

 

 

altredestinazioniteatro  nasce dalla volontà di alcuni professionisti come luogo di riflessione e ricerca sulla pratica del teatro ma anche come luogo di resistenza alla deriva in ambito culturale di questi tempi (www.altredestinazioniteatro.it)

 

 

Elisa Proietti (04/07/1984)

Elisa Proietti nasce a Pisa nel 1984 e si diploma presso la Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano nel 2009.

Durante gli anni di studio lavora, tra gli altri, con Kuniaki Ida, Maria Consagra, Virginio Gazzolo e si specializza in Commedia dell’Arte sotto la guida di Carlo Boso e Claudio De Maglio. Per la regia di Massimo Navone partecipa al Festival d’Avignone OFF 2009 e nello stesso anno, per la regia di Jean-Claude Penchenat recita alla Cartoucherie di Vincennes, Parigi.

All’interno della compagnia italo-corsa “A.R.I.A” lavora al fianco di Patrick Palmero come attrice ed assistente alla regia durante il Festival di Napoli 2010. Per Mimmo Sorrentino recita al Teatro Crt di Milano nello spettacolo “Vado Via”.

 

 

Luigi Ragoni (02/08/1982)

Si è diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica P. Grassi. Ha lavorato e studiato con registi nazionali ed internazionali: Peter Clough, Michele Monetta, Massimo Navone, Maurizio Smidht, Marco Plini, Eleonora D’Urso, Maria COnsagra. Ha lavorato in produzioni di teatri nazionali a Roma, Milano e Bologna: “La tempesta” di M. Navone e E. Di Liberato, “La disputa” di M. Navone e M. Ferriero andati in scena al Piccolo Teatro di Milano. “Il gabbiano” di Anton Cechov per la regia di M. Smidht. “Gioventù malata” di E. D’Urso. “Lettere W. A. Mozart” Teatro Dal Verme di Milano. Protagonista del film “Le dolci colline” di F. Calmieri, ha lavorato in pubblicità e fiction, in molti cortometraggi della scuola Civica di Cinema di Milano e dello IULM di Milano: “Foto di famiglia” cortometraggio per la regia di Marco Fabiano vincitore del premio del pubblico a “Le trottoir in corto 2007”; “I vestiti nuovi dell’imperatore” film per la regia di Alan Taylor. Da Alcuni anni lavora anche come docente stabile al Teatro Goldoni di Livorno e con alcuni suoi laboratori su scala nazionale.

 

 

Lorenzo M. Mucci (22/12/1958)

Regista e docente di recitazione. Collabora da oltre 20 anni con la Fondazione Teatro di Pisa nell’ambito dei progetti formativi. Come insegnante ha collaborato con molto docenti nazionali e internazionali: Peter Clough (Guildhall School of Music and Drama, London), Agustì Humet (Institut del teatre, Barcelona), Michel Azama, Valeria Benedetti Michelangeli (Scuola Naz. di Cinema, Roma), Massimiliano Farau (Accademia Naz. d’Arte Drammatica, Roma), Roberto Romei. Sempre per la Fondazione Teatro di Pisa ha diretto numerosi spettacoli tra cui le prime nazionali di MIchel Azama: “Croisades” (2002) e “Iphigenie ou le peche des dieux” (2004). Ha tradotto e pubblicato “Medea-Black” di Michel Azama (ETS, 2004) e “Ancora la tempesta” di Enzo Cormann (ETS, 2007).

 

 

Organizzazione: Monica Drusian e Jonathan Retico.

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